Non batteva un Top 20 dallo scorso novembre, Adrian Mannarino, oggi n. 89 al mondo. Eppure, proprio come a Parigi-Bercy, ancora contro Tommy Paul (n. 16) ha ritrovato una di quelle giornate in cui la pallina la si vede più grande del solito. Nel terzo turno del Cincinnati Open, ha impiegato due ore e 39 per battere l’americano (testa di serie n. 13 del torneo) per la seconda volta consecutiva, peraltro in rimonta, col punteggio di 57 63 64.

Tornando così agli ottavi di un Masters 1000 per la prima volta dopo l’avventura parigina, dove ora lo aspetta il n. 1 al mondo Jannik Sinner. E non è tutto, perché all’età di 37 anni e neanche due mesi è anche diventato il sesto giocatore più anziano a qualificarsi negli ultimi 16 di un torneo di questa categoria. Come riportato da Opta, per di più, è il secondo più anziano a riuscirci partendo dalle qualificazioni.

Il sogno, evidentemente, sarebbe quello di spingersi oltre, e tornare ai quarti in Ohio, dove già era stato nel 2023. Scendere a patti col campione in carica – che ha vinto tutti e tre i precedenti – è cosa abbastanza complessa, di questi tempi. Allo stesso tempo, e in tutta onestà, è difficile pensare che il mancino transalpino non veda già il bicchiere mezzo pieno, nell’essere arrivato ancora una volta al cospetto di uno dei migliori al mondo. D’altronde, per lui, sembrano lontani i giorni migliori, e anche questo stesso risultato rappresenta una vera sorpresa, rapportato agli standard del suo 2025.

All’inizio del 2024, era riuscito addirittura riuscito a migliorare il proprio best ranking, salendo al n. 17 soprattutto grazie all’ottavo di finale raggiunto all’Australian Open (suo “best” in uno Slam, dove ne ha giocati cinque). È proprio venendo meno a questa cambiale, però, che a gennaio la sua classifica è precipitata, portandolo fuori dai primi 120 del mondo, costretto a tornare a navigare nel circuito Challenger.