Una settimana in Svizzera respirando l’aria del ciclismo dei più grandi insieme ai ragazzi del devo team della Tudor Pro Cycling. Quella di Riccardo Del Cucina, atleta toscano del team Casano-Stabbia, al suo secondo anno da junior, è stata un’esperienza formativa e che ha aumentato ancora di più la sua voglia di affermarsi. Un primo assaggio condito da tanta curiosità nello scoprire i segreti dei più grandi, che ora non sembrano più così lontani. 

«E’ stata una bellissima esperienza – ci racconta Del Cucina mentre si trova a Livigno per preparare le prossime gare, tra cui il Giro della Lunigiana – purtroppo è arrivata nella settimana peggiore degli ultimi anni dal punto di vista climatico. Me lo hanno detto anche gli altri ragazzi e lo staff, sui nove giorni totali ha piovuto praticamente sempre. E faceva anche un gran freddo. Mi sono comunque goduto questa esperienza, è stato un piacere immenso. Inoltre ho un po’ “spiato” quello che sarà il livello tra gli under 23 e c’è da dire che vanno forte davvero. Però questo non mi ha spaventato, tutt’altro, ho ancora più voglia».

Riccardo Del Cucina a inizio anno è passato nel team Casano-Stabbia sotto lo sguardo attento di Beppe Di Fresco (foto Instagram)

Riccardo Del Cucina a inizio anno è passato nel team Casano-Stabbia sotto lo sguardo attento di Beppe Di Fresco (foto Instagram)

Qual è la cosa che ti ha maggiormente emozionato?

Già parlare una lingua diversa dall’italiano per tanti giorni mi ha fatto capire di essere in qualcosa di grande. Ho fatto tanti lavori in bici nuovi per me e ho imparato anche come si vive la quotidianità in una realtà grande come quella della Tudor. 

Com’è nato il contatto?

Principalmente dal mio procuratore Matteo Roggi, e anche da alcuni contatti di Pino Toni che lavora con noi al Casano. Anche se non è lui il mio preparatore, da ormai tre anni mi alleno con Rinaldo Nocentini e insieme al team abbiamo deciso di affrontare questa stagione, fondamentale, con continuità. La Tudor ha ricevuto i miei valori e ha avuto accesso ai miei dati di Training Peaks e mi hanno aperto le porte per uno stage.

L’occasione dello stage con la Tudor Pro Cycling U23 è arrivata grazie ai risultati e al suo procuratore Matteo Roggi

L’occasione dello stage con la Tudor Pro Cycling U23 è arrivata grazie ai risultati e al suo procuratore Matteo Roggi

Eri l’unico?

Eravamo tre ragazzi a fare da stagisti, io e due atleti svizzeri che sono già under 23. Ero il più piccolo. Gli altri due faranno delle gare di prova, mentre io attendo una risposta sul mio futuro. Al momento non so nulla, ma ammetto che mi piacerebbe entrare in un devo team. Però sto anche parlando con squadre continental italiane.

Che settimana è stata?

Ho avuto l’onore di entrare in un mondo che sogno da anni, questa cosa mi ha responsabilizzato ancora di più. A livello tecnico è stata la settimana nella quale ho fatto il mio record di ore per quanto riguarda gli allenamenti. Di solito oscillo tra le 15 e le 20 ore, quando ho caricato tanto ne ho fatte 22. In quei sette giorni mi sono allenato per un totale di 28 ore

Del Cucina in questa stagione è cresciuto molto, maturando sia fisicamente che mentalmente (foto Instagram)

Del Cucina in questa stagione è cresciuto molto, maturando sia fisicamente che mentalmente (foto Instagram)

Impegnativo?

Sicuramente, anche se sono un corridore che con il passare dei giorni si sente meglio. Abbiamo caricato molto, pedalavamo una media di quattro ore al giorno, che per me equivale a un lungo. Durante l’uscita facevamo anche test e lavori di intensità. Insomma i primi giorni qui a Livigno li ho presi per recuperare un po’. 

Una prima esperienza da solo?

La prima di questo genere. Sono partito da casa in aereo, una volta atterrato a Zurigo c’era un altro atleta del team che mi aspettava e siamo andati in treno fino alla sede della Tudor, a Schenkon. La bici me la sono portata da casa, quindi l’altro ragazzo mi ha spiegato come muovermi all’interno della stazione e dell’aeroporto. 

Un cammino, quello di Del Cucina, che lo ha portato a vestire la maglia della nazionale nella prova di Coppa delle Nazioni in Slovacchia (foto Instagram)

Un cammino, quello di Del Cucina, che lo ha portato a vestire la maglia della nazionale nella prova di Coppa delle Nazioni in Slovacchia (foto Instagram)

Con chi eri in stanza?

Roman Holzer, è un ragazzo svizzero che fa già parte del devo team. Abbiamo parlato tanto e gli ho fatto parecchie domande confidandomi tanto con lui. Gli ho chiesto come ci saremmo organizzati per gli allenamenti e la vita comune. Alla fine è andato tutto bene, è un ambiente in cui ti responsabilizzano molto, ma mi piace come cosa. 

Sei arrivato e come ti sei presentato, che atleta sei?

Nell’introduzione iniziale hanno detto di avermi preso perché sono un atleta versatile e completo. Effettivamente è una descrizione che sento mia, quest’anno sento di essere cresciuto molto fisicamente e di aver fatto dei netti miglioramenti in alcuni ambiti, ad esempio in salita. Mi difendo bene e ho un ottimo spunto veloce. Questo è stato possibile anche grazie al team Casano e alla gente che lavora insieme a noi: nutrizionista, biomeccanico, osteopata…

Con quale spirito sei tornato a casa?

Sicuramente senza alcun timore, anzi con ancora più voglia e fame di arrivare a questi livelli.