Quanto è difficile avvicinare le persone all’arte? Ci vorrebbe un modo quasi inconsapevole. Leggere di arte senza sapere di leggere di arte.

Come una favola, un racconto come quando si era bambini. Mi piace pensare al libro La sconosciuta del ritratto di Camille De Peretti, così, come a una favola. Una favola costellata di informazioni e dati sparsi, che non hanno le sembianze di nozioni tecniche e artistiche che vanno a toccare le note della storia dell’arte. Camille de Peretti quasi in punta di piedi ruota intorno a un quadro enigmatico, il celebre quadro di Gustav Klimt Ritratto di signora, dipinto a Vienna nel 1910. La storia del dipinto in sé potrebbe già essere un libro: un lungo viaggio ricco di vicissitudini di scomparse e riapparizioni. Comprato da un anonimo collezionista nel 1916, e rimaneggiato dal maestro l’anno seguente per motivi rimasti ignoti, Giuseppe Ricci Oddi acquista la tela nel 1925 dal gallerista milanese Luigi Scopinich. Viene conservata, all’interno della galleria Ricci Oddi sino al 1996 quando Claudia Maga, una liceale piacentina, sfogliando un libro dedicato all’artista nota un ritratto di ragazza ritenuto perduto di cui la colpiscono alcuni elementi di incredibile affinità con il quadro di Ricci Oddi. Il suo desiderio di saperne di più innescherà il processo che porterà a chiarire l’affascinante genesi dell’opera, poi confermata anche dalle indagini cui la tela sarà sottoposta.

Il quadro ritenuto perduto, e sino ad allora noto soltanto grazie a un’immagine pubblicata nel 1918 su una rivista tedesca, raffigura una giovane donna identica nel volto e nella posa alla signora piacentina, ma assai diversamente acconciata e abbigliata. Su questa fanciulla vestita alla moda Belle Époque, Klimt dipingerà in seguito il quadro di Ricci Oddi, preservando lo sfondo e il volto del dipinto sottostante, ma intervenendo con decisione sul resto in modo da approdare a una vera e propria trasformazione del quadro iniziale che non trova eguali in altre opere dell’autore. A intrecciare ancora di più la storia di questo quadro è la sua scomparsa in circostanze misteriose. Il 22 febbraio 1997, durante le laboriose fasi di preparazione di una mostra, la tela di Klimt scompare, sottratta con modalità che le indagini non riusciranno mai a chiarire. Per la ricomparsa del dipinto bisognerà aspettare ben ventidue anni e, se possibile, il ritrovamento sarà ancor più enigmatico del furto: il 10 dicembre 2019, mentre sono in corso alcuni lavori di giardinaggio lungo il muro esterno della Galleria, in un piccolo vano chiuso da uno sportello privo di serratura viene rinvenuto un sacchetto di plastica dentro il quale c’è una tela: è il Ritratto di signora di Klimt. Il dipinto riappare cosi, nel 2019, nel giardino della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, dove attualmente è conservato.

Tecnicamente parlando, il quadro appartiene all’ultima fase di attività dell’artista. Lo si deduce dall’abbandono da parte dell’artista delle sfolgoranti dorature del suo cosiddetto “periodo aureo”, caratteristico del linguaggio pittorico di Klimt. La pittura appare meno preziosa più umana, reale, quotidiana quasi più emozionale.

È su questa figura di donna, ragazza, che Camille De Peretti costruisce la trama del libro, una vicissitudine fantasiosa basata sul chi potesse essere la ragazza ritratta. Così, quasi come un gioco di ruoli, assistiamo alla delineazione di un bouquet di personaggi e delle loro singole storia che, all’inizio, ci sembreranno quasi scollegati l’uno dall’altro. Ma poi, con acuta tecnica scrittoria, De Peretti, stuzzicando la nostra curiosità pagina dopo pagina, ci conduce alla comprensione che i vari protagonisti sono intersecati l’uno all’altro, accomunati da una donna: la donna ritratta, che diventa filo conduttore dei personaggi di cui impariamo a conoscere il passato e il futuro. Una saga quasi familiare che parla del passato ma anche dei giorni nostri, del sogno della rivincita, senza mai dimenticare chi si è e da chi si proviene. Il libro della De Peretti, sembra una favola, ma anche la realizzazione di un intimo desiderio che ognuno di noi ha guardando un quadro: qual è la sua storia? Quali le circostanze in cui hanno preso vita una dopo l’altra le pennellate? Quali le emozioni che si nascondono dietro a un volto rimasto impresso per sempre nella tela?

L’autrice così, con la sua delicatezza intrinseca e con questa storia avvincente, prova a raccontarci una favola, una favola che vede una donna e un uomo e un amore. Un amore che supererà tutte le barriere e gli anni, un amore che impregnerà la tela, per mano di uno dei più grandi artisti del tempo, Gustav Klimt.