Stamattina, mentre facevo colazione e scorrevo il feed di Tik Tok, mi sono imbattuta in almeno trenta video tutti uguali, perché si sa che quando l’algoritmo capisce cosa ti piace è poi impossibile uscire da quel buco nero: i protagonisti erano utenti alle prese con il nuovo episodio de L’estate nei tuoi occhi, il teen drama di Prime Video ispirato ai romanzi young adult di Jenny Han in streaming fino al 17 settembre con la terza e ultima stagione. Il quinto episodio in streaming dal 6 agosto ha alzato il livello affidando il punto di vista a un nuovo personaggio anziché alla protagonista e integrato diverse scene spicy e romantiche che hanno animato il pubblico. Nei video della piattaforma c’erano amiche tutte riunite in una stanza, impegnate in una rumorosa visione collettiva. Ragazze chiuse nella loro cameretta con il pc acceso e le lacrime negli occhi. E pure creators alle prese con una serrata analisi semiotica delle scene, della soundtrack e degli easter eggs di ogni episodio. Erano tutti adolescenti perfettamente in target con il young adult di Prime Video, filone editoriale e televisivo che appunto si rivolge ai giovani adulti.

Poi, nel mare magnum di video dedicati alla serie, sono spuntati loro: gli over 30. Presi come gli adolescenti, anzi, forse di più, dalle scene del teen drama. Molti si lamentavano di non riuscire a pensare ad altro che a Conrad, Belly e Jeremiah, ovvero i tre protagonisti della serie, pur avendo una vita adulta, un lavoro, una famiglia da mandare avanti. Altri si stupivano di quanto un buon triangolo sentimentale riesca ad accendere la fantasia, senza limiti anagrafici. E poi genitori, tantissimi genitori, anche over 50, accomodati accanto ai figli sul divano e a struggersi perché la protagonista non sa chi scegliere tra i due fratelli che ama sin da bambina.

Quindi, mi sono detta sentendomi meno sola nella mia ossessione per le storie che parlano di adolescenti tormentati, l’etichetta teen drama è riduttiva e fuorviante: un po’ come chiamare romanzi “rosa”, con una nomenclatura sessista ormai superata, l’oceano infinito di sfumature narrative del genere romance. I teen drama non li guardano (e non riguardano) solo gli adolescenti, ma sono un genere di grandissimo successo sia in televisione – dove proliferano i titoli a sfondo sentimentale ambientati al liceo – sia in libreria, dove grazie al BookTok, community di lettori della piattaforma, il romance ha riacquisito la dignità editoriale perduta a causa di chi, per anni, lo ha giudicato come un filone ideale per gente che ama le frivolezze.

E poi i triangoli: a quelli non si resiste, indipendentemente che si sia reduci dalla Maturità o che si abbia già un mutuo sulle spalle. Che si chiamino Conrad, Belly e Jeremiah (nella vita vera sono Chris Briney, Lola Tung e Gavin Casalegno) oppure Brenda/Dylan/Kelly, Joey/Pacey/Dawson, Buffy/Angel/Spike poco importa: tornare al primo amore, anche se solo col pensiero, ci fa sentire vivi, ci fa sentire quelli che eravamo quando avevamo l’età dei protagonisti. E meglio ancora se quel primo amore è smosso da sentimenti cupi, vaghi, irrequieti: più lunga e tortuosa è la strada verso il lieto fine, più appassionante è la visione.

Quel costante senso di deja-vu che ci fa vivere in una bolla di nostalgiamichelle williams james van der beek joshua jackson and katie holmes star in dawson's creekpinterestgetty images//Getty Images

Cousins Beach di L’estate nei tuoi occhi è Capeside di Dawson’s Creek (ovvero Wilmington, in North Carolina)

Certo l’effetto madeleine per i Millennials è sostenuto iconograficamente dalla location in cui è stato girato L’estate nei tuoi occhi: Cousins Beach, la rarefatta località balneare in cui i tre protagonisti si ritrovano ogni estate, è stata in parte ricostruita a Wilmington, nel North Carolina, città segnata dal passaggio di un altro triangolo televisivo, quello tra Dawson, Joey e Pacey di Dawson’s Creek. Come se già non bastassero la malinconica atmosfera dell’oceano, la delicata bellezza dei gazebo, dei portici e degli steccati in legno e la massiccia presenza di moli, pontili e imbarcaderi a ricordarci quelli che eravamo guardando la serie firmata da Kevin Williamson, arriva la sceneggiatura a farci fare un viaggio indietro nel tempo. E il motivo è ancora una volta anagrafico. Jenny Han, autrice dei tre romanzi cui le tre stagioni de L’estate nei tuoi occhi si ispirano (ci sono anche Non è estate senza te e Per noi sarà sempre estate) e produttrice esecutiva dello show, ha 44 anni e ha scritto il primo libro della saga che ne aveva già quasi 30: i suoi riferimenti culturali e televisivi, i teen drama con cui è cresciuta, da Beverly Hills 902010 a One Tree Hill, non sono quelli della generazione per cui scrive (anche se sono titoli evergreen che piacciono molto anche alla GenZ, soprattutto quelli dei primi anni Duemila: The O.C. è ancora oggi una reference modaiola fondamentale per milioni di ragazzi). Han è una Millennials e sa cosa piace ai Millennials: ecco perché è praticamente impossibile sfuggire all’incantesimo de L’estate nei tuoi occhi.

jeremiah (gavin casalegno) and belly (lola tung) in the summer i turned pretty photo: erika doss © amazon content services llcpinterestERIKA DOSS//Amazon Prime

Una scena della terza stagione de L’estate nei tuoi occhi

I teen drama sfruttano snodi narrativi universali

Un altro motivo per cui anche gli spettatori “fuori età” si sentono irresistibilmente attratti dai teen romance contemporanei è che le dinamiche e gli snodi narrativi usati per mandare avanti le sceneggiature, pur se con le dovute eccezioni, sono sempre gli stessi. Sono tropes, ovvero temi ricorrenti sfruttati da un dato genere per sostenere il racconto. E, in quanto simili a quelli assimilati durante l’adolescenza, gli spettatori di ogni età tendono a riconoscerli, anche se a distanza di tempo sembrano non plausibili o assurdi o evidentemente drammatizzati per la tv. Prendiamo il triangolo: coinvolge sempre, soprattutto se i due vertici tra cui è divisa la protagonista sono tratteggiati come elementi opposti ma polarizzanti. Per esempio il Conrad de L’estate nei tuoi occhi è dolce e sensibile e si è sacrificato per la felicità della sua Belly, lasciandola andare per una promessa fatta sul letto di morte alla madre Suzannah; mentre Jeremiah, il fratello minore, in questa terza e ultima stagione e in preparazione a LA scelta della protagonista, viene dipinto come il tipico frat-boy frivolo e superficiale che Belly ha scelto per sfuggire al tormento interiore e alla complessità del suo primo e vero amore, Conrad. Mettersi dalla parte di un team o dell’altro, alimentando i fandom, è praticamente un obbligo morale: la sceneggiatura e il montaggio guidano i sentimenti dello spettatori, ma poi sono i social a fare il resto, fomentando un dibattito senza fine, perché strettamente legato all’esperienza di ognuno. Chi sceglierà Belly? Chi sceglierei io, al suo posto?

Ci piace pensare di averla superata, ma l’adolescenza è ancora in noi

Se i teen drama non hanno una data di scadenza un motivo c’è: esistono decine di ricerche e studi antropologici e sociologici che raccontano quanto in particolare i Millennials, dunque i 30-40 enni di oggi, preferiscano vivere nel passato e siano iper-sensibili alla nostalgia perché la realtà è dura, perché essere adulti è difficile: ognuno ha le sue. Propensione che, non a caso, è diventata un segmento di marketing e un target del settore intrattenimento, che sempre più gioca su personaggi o storie vintage, ambientate negli anni Novanta o giù di lì, quando gli spettatori di riferimento erano nel pieno dell’adolescenza. E perché con i teen drama dovrebbe essere diverso, soprattutto con quelli fatti bene, sapientemente ispirati ai grandi cult di 20 anni fa? Sentiamoci psicologicamente ed emotivamente giustificati, dunque: con queste premesse, non riusciremmo a resistere neanche sotto tortura.

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