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Alessandro Fulloni e Benedetta Morio
Sveglia alle 9, si lavora anche 14 ore. Il lordo mensile? Circa 1400 euro ma molti detraggono vitto e alloggio. La Cgil: irregolare. Gli operatori: si fa per passione. E molti genitori preoccupati ora chiamano le strutture
Sveglia alle 9. Briefing con il coordinatore in «costumeria», il locale in genere dietro l’anfiteatro del villaggio. Poi si comincia, anche 14 ore filate sino a mezzanotte: chi fa il deejay in spiaggia, chi improvvisa sketch sotto gli ombrelloni, chi organizza balli di gruppo tra le onde.
Eccoli, gli animatori turistici: liceali e universitari che vorrebbero entrare nello spettacolo o appassionati di sport, meglio se vela e tennis. Un’attività estiva ora al centro delle polemiche. L’altro giorno un 21enne — Gilberto Contadin, romano — appena preso per l’animazione in un albergo a Rimini ha pubblicato un video su TikTok, poi virale con milione di clic. Il caso è nato con queste parole: «Da qui me ne scappo perché non ho alcuna intenzione di vivere in un alloggio da schifo, ed essere pagato una miseria». Rintracciato dal Corriere, ha replicato Antonio Cafarelli, fondatore di Peter Pan, l’agenzia di service che lo aveva chiamato: «Quel ragazzo? È stato un’ora, ha fatto il filmato ed è sparito. La paga di 650 euro? Sta nel contratto nazionale».
Partiamo dunque da qui, nel descrivere la giornata degli animatori. Ma quanto prendono, davvero? Si comincia da 1.426,44 euro mensili lordi, il «salario d’ingresso» previsto per chi è al quinto livello, la qualifica più bassa. Tutto indicato nel contratto nazionale rinnovato nel 2023.
Il punto è che a quella somma spesso viene defalcato ciò che, dall’inglese, è detto «comfort pack». Ovvero vitto e alloggio. Lo ha ammesso proprio Cafarelli: «È vero, è compresa quella detrazione».
Prassi diffusa, tra hotel e villaggi, che fa insorgere Fabrizio Russo, segretario nazionale Filcams-Cgil (comparto turismo): «È banale sottolinearlo, ma un conto è la paga base salariale — precisa —, un altro vitto e alloggio, che non vanno compresi nella prima». Russo conia una definizione, il «lavoro grigio»: «Il contratto viene garantito in parte, ma si moltiplicano le ore di lavoro non previste e le irregolarità che stando ai controlli dell’Ispettorato investono l’80% dei dipendenti». «Bisogna fare come in Francia e Spagna dove lo Stato ci ha messo la faccia fissando minimi tassativi, da 850 euro. Chi sgarra nella filiera produttiva, a partire dagli albergatori che abbassano i costi disinteressandosi della qualità offerta, viene sanzionato» chiarisce Leon Venturini, ex animatore oggi titolare di un’avviata agenzia di formazione, la «ProfessioneAnimatore».
Tra gli effetti del video del tiktoker c’è pure il fatto che «dei ragazzi avrebbero fatto le valigie per andarsene dai villaggi. Molti genitori, preoccupati, avrebbero contattato le agenzie, ma sono stati tranquillizzati». Lo dice Ivan Petrigna, 29 anni, capo villaggio a Metaponto. Che davanti alle polemiche sorride: «Se vuoi fare l’animatore, devi mettere in conto che è un po’ come la leva: non c’è la mamma che ti lava le cose e se lasci i calzini sporchi in giro, vieni bacchettato. Ma in cambio questo lavoro ti dà tantissimo: impari a stare con la gente, ti aiuta a crescere, ti diverti un mondo. La giornata? Si comincia al mattino ma le prove notturne possono durare anche fino alle 3 e spesso andiamo in spiaggia o nei locali con lo staff. Praticamente, non dormiamo. È legale? No. Ci piace? Sì». L’inizio? «Certo, amori e baldoria… però fu traumatico, stavamo in camerate da 1o, piccole. Una volta il titolare dell’hotel ci disse che dovevamo sloggiare anche da quella stanza perché era stata venduta. Dormimmo in spiaggia. Notte però indimenticabile».
Il mestiere, come detto, è stato trampolino anche per molti volti celebri (a partire da Fiorello). Piero Chiambretti ricorda: «Cominciai negli anni ‘80 per girare il mondo e non per guadagnare. Volevo mettermi alla prova davanti a un pubblico di 1.500 croceristi». Più o meno quel che dice il comico pugliese Uccio De Santis: «La mia gioventù nei villaggi? È stata la mia gavetta». Peppe Quintale, attore e conduttore, conclude: «Iniziai prendendo 300.000 lire al mese. Ogni anno però miglioravo.E ho lasciato l’animazione che ero manager».
12 agosto 2025
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