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Da quando è diventato il leader della Cina nel 2012, Xi Jinping ha sempre usato dimissioni forzate e indagini disciplinari per tenere sotto controllo i ranghi dell’esercito. Ma le rimozioni di militari di questi mesi sono le più intense e profonde degli ultimi anni e hanno avuto alcune caratteristiche sorprendenti. Per esempio, Xi Jinping ha rimosso persone da lui stesso nominate, e considerate a lui fedeli.

Da un lato le forze armate cinesi sono considerate tra le più forti al mondo e di recente hanno mostrato grossi avanzamenti tecnologici, come la creazione di un sistema di pontili galleggianti per le invasioni via mare (che potrebbe essere usato contro Taiwan) o la costruzione in tempi brevi di sempre nuove portaerei. Dall’altro, le continue epurazioni nell’esercito mostrano che ci sono due problemi possibili: un problema di corruzione e un problema di fiducia da parte della leadership politica, cioè di Xi Jinping.

In pochi mesi la Commissione militare centrale, cioè l’organo attraverso il quale il Partito Comunista esercita il proprio controllo sull’esercito, è passata da sette a quattro membri (uno dei quali è Xi). Da marzo il generale He Weidong, che faceva parte della Commissione, è sparito dalla circolazione e non si hanno notizie certe su di lui, anche se è molto probabile che sia stato arrestato. A giugno un altro membro della Commissione, l’ammiraglio Miao Hua, è stato espulso ufficialmente, dopo che lo scorso anno era stato sospeso dai suoi incarichi. Non si sa di cosa sia accusato Miao: i comunicati ufficiali parlano di «serie violazioni della disciplina».

Entrambi, He e Miao, avevano avuto una carriera rapidissima negli ultimi anni grazie al sostegno esplicito di Xi, di cui erano considerati dei protetti. Il fatto che uno sia sparito e l’altro sia stato espulso è difficile da interpretare, ma mostra come le epurazioni dentro alle forze armate siano diventate molto estese e profonde. Secondo il centro studi statunitense Jamestown Foundation, dal 2023 a oggi sono stati messi sotto indagine, espulsi o fatti sparire almeno 45 ufficiali.

Xi Jinping durante una parata militare nel 2017

Xi Jinping durante una parata militare nel 2017 (AP Photo/Vincent Yu)

Queste rimozioni avvengono in parte per effettiva corruzione. Le forze armate cinesi sono sempre state un’istituzione dove la corruzione è forte, al punto da metterne in discussione le capacità operative. La direttiva arrivata da Xi Jinping è che l’esercito cinese deve modernizzarsi completamente entro il 2027. Secondo alcuni funzionari statunitensi, questa è la data a partire dalla quale l’esercito potrà essere pronto a invadere Taiwan, sempre che i piani di Xi si realizzino. Per modernizzarsi, però, l’esercito deve liberarsi dalla corruzione, che secondo Xi devia risorse e mezzi dall’obiettivo militare.

Le epurazioni hanno anche un ruolo politico: da quando è salito al potere, Xi ha sistematicamente rimosso tutti i suoi rivali interni per concentrare il controllo dello stato e mettere nelle posizioni di maggior rilievo persone a lui fedeli. L’esercito è fondamentale in questo senso, perché le forze armate hanno sempre avuto un ruolo anche politico in Cina, e sono state usate per rafforzare o indebolire il potere di un leader. In questi anni Xi è riuscito a diventare il leader cinese più potente dai tempi di Mao Zedong, il fondatore della Cina comunista.

L’intensità delle ultime epurazioni militari e il fatto che siano stati colpiti anche ufficiali vicini a Xi possono essere interpretate in due modi: il primo è che Xi sta velocizzando ulteriormente la modernizzazione delle forze armate e stringendo ancora di più il controllo sull’esercito. «Quando Xi Jinping vede che anche i suoi uomini fanno errori, è probabile che sia doppiamente arrabbiato», ha detto al New York Times Joseph Torigian, un docente alla American University di Washington.

L’altra possibilità è che Xi Jinping non abbia abbastanza persone di cui fidarsi per incarichi importanti, e che anche quelle da lui nominate, come He e Miao, non si siano rivelate all’altezza delle sue aspettative. Se Xi continua a rimuovere ufficiali – è il ragionamento – significa che non si fida davvero della gerarchia militare. Questo potrebbe essere un problema sia in caso di guerra sia in termini di stabilità politica, perché potrebbe significare che Xi non ha il totale controllo dell’esercito.

Attualmente non ci sono prove concrete che il potere di Xi sugli apparati militari si sia in qualunque modo ridotto. È probabile, però, che nei prossimi mesi o nei prossimi anni l’esercito subirà ulteriori riforme e grossi cambiamenti. Il mese scorso la Commissione militare centrale in un comunicato ha esortato a «eliminare completamente le influenze tossiche, e ripristinare l’immagine e l’autorità degli ufficiali politici» dell’esercito.