Aumentano negli ultimi giorni le segnalazioni di rimborsi del 730 non pervenuti. Sono molti i pensionati che dopo aver inviato correttamente la dichiarazione dei redditi, si ritrovano con un importo identico – o talvolta addirittura inferiore – al mese precedente. E il dubbbio è cosa stia succedendo.
LE POSSIBILI CAUSE DEI PROBLEMI
Come spiega lo studio di servizi legali di Roma Consulcesi & Partners, spesso, dietro il mancato rimborso si nascondono blocchi, errori contributivi o controlli fiscali. Ma ci possono anche essere anomalie nel calcolo della pensione stessa. Tra queste, una dichiarazione inviata dopo il 30 giugno, che fa così slittare l’invio del 730 a settembre o ottobre. Un altro problema potrebbe essere la capienza del sostituto d’imposta. In questo caso la richiesta viene rimandata o gestita dall’Agenzia delle Entrate stessa. Ancora, potrebbero esserci stati controlli preventivi su importi elevati (maggiori cioè di 4.000 euro). In questo caso un funzionario dell’Agenzia deve esaminare la dichiarazione prima di liquidarla. Un’altro possibile intoppo è non aver indicato l’Iban oppure aver cambiato coordinate bancarie senza averlo segnalato all’Ente o al Caf.
I CALCOLI SBAGLIATI
Sempre secondo Consulcesi, in Italia ben 6 pensioni su 10 sono calcolate male: in molti ricevono meno del dovuto, spesso 300 o 400 euro in meno al mese. Per questo, aggiungono, è sempre opportuno verificare che la propria pensione sia calcolata correttamente, soprattutto quando gli importi tendono ad oscillare per bonus, adeguamenti, compensazioni, trattenute e appunto rimborsi del 730.
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