voto
7.5

  • Band:
    CHELMNO
  • Durata: 00:41:41
  • Disponibile dal: 01/08/2025
  • Etichetta:
  • Sun And Moon Records

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Sinora i bellunesi Chelmno (per la precisione provenienti da Feltre) hanno avuto un ruolo un po’ marginale all’interno della scena black metal nazionale, in quanto – sebbene siano attivi sin dal 2003 – ad oggi hanno realizzato solamente due full-length album, discreti ma niente di più.

Con il nuovo e terzo album, intitolato “Decadence Of Ego” la musica, in tutti i sensi, cambia decisamente, portando la band ad assumere una dimensione nuova ed assai più interessante: spesso si dice che il terzo album sia quello della verità, e nel caso dei Chelmo si tratta di una piccola rivelazione.
La release è uscita a marzo in formato vinile per la Dolomia Nera, mentre ora è disponibile anche in formato CD grazie alla Sun And Moon Records.
Mentre in passato, specialmente sul precedente “Horizon Of Events” uscito nell’ormai lontano 2010, le produzioni non erano state il punto di forza dei Chelmo, ora il nuovo album gode finalmente di una produzione in grado di esaltarne il sound nel migliore dei modi e di far apprezzare agli ascoltatori specialmente il riffing sempre incalzante ed il drumming assolutamente devastante.

Il nuovo “Decadence Of Ego” si apre con una breve intro del tutto trascurabile, seguita però da un brano stupefacente come “Three Stones And An Iron Crown”. I Chelmno, nonostante siano passati quindici anni di standby discografico, hanno mantenuto quasi intatto il proprio trademark, che continua a guardare ai primi Darkthrone come fonte di massima ispirazione, anche se come punto di innovazione notiamo come lo stile della band si sia velocizzato ancor di più, diventando oggi più violento che in passato e facendo emergere anche qualche inclinazione verso band dirette e spietate come i Marduk.
Il connubio tra black metal feroce e una certa melodia graffiante raggiunge nella canzone poc’anzi citata un equilibrio invidiabile, e per fortuna questo modo di comporre, assieme ad una buonissima ispirazione, ci regala più di qualche momento d’alto livello, specialmente in brani come la title-track, in cui un riff ossessivo trascina le emozioni verso un nero abisso dove non c’è via d’uscita.

Risulta difficile prendere fiato durante questa release perché il fronte di fuoco è davvero fitto ed incessante – un’intensità che non è poi così tanto facile da riscontare in altre band.
La successiva “The Sleeping Demon” si candida come una delle migliori canzoni dell’intero lotto, grazie ad un lavoro di chitarra dal sapore particolarmente ‘nordico’ ed accattivante. Piace l’idea di un sound abrasivo delle chitarre, ma che conserva anche un po’ di quel tono ‘scatolare’ che ha fatto innamorare un’intera generazione del black metal. I pochi stacchi e midtempo all’interno della release (come ad esempio su “A Name Written In Water“) possono talvolta ricordare i primi Immortal e sono sempre inseriti al momento opportuno.

I Chelmno non fanno dell’originalità il loro punto di forza, ma sono in grado di compensare il tutto con una cieca obbedienza a quelli che sono i comandamenti del black metal.
Per avere la riprova della bontà di questo album basti constatare che già dopo pochi ascolti ci sono dei passaggi che rimangono ben impressi nella memoria, come l’inizio al fulmicotone di “Ravenous Flame”. A livello di intensità distruttiva – sia pur diversi stilisticamente – i Chelmno potrebbero ricordare un po’ i Thy Primordial (della seconda metà della loro carriera, quando divennero un po’ meno melodici rispetto agli esordi), se proprio non vogliamo tirare in ballo sempre i ‘soliti’ gruppi dominanti.
Ma al di là degli accostamenti, che lasciano pur sempre il tempo che trovano, i Chelmno hanno fatto un grande album black metal, lineare ma dai ritmi serratissimi. A volte per essere incisivi basta avere poche buone idee e ben chiare. Bentornati.