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Gli anni Sessanta sono stati il decennio di Bob Dylan e Aretha Franklin, dei Beach Boys e dei Beatles, di Jimi Hendrix e dei Led Zeppelin. Ma gli anni ’60, hanno visto nascere, anche, le canzoni pop dal contenuto politico dei brasiliani Os Mutantes, i primi esperimenti elettronici (Silver Apples) o il free jazz di Albert Ayler.
Questi ultimi nomi sono però meno conosciuti. Se volessimo invece operare una misurazione della popolarità del brano negli anni Sessanta dovremmo affidarci alle classifiche: Stacker ha esaminato le classifiche di Billboard, che servono a registrare la popolarità di canzoni e album. In particolare, il sito si è rivolto alla Billboard Hot 100, che si basa sulle vendite, sulle volte che un brano viene mandato in radio e, più di recente, sullo streaming online.
Si è scoperto che i Beatles sono gli autori della canzone rock che è stata per più tempo in vetta alla Billboard Hot 100 dal 1960 al 1969: si tratta di Hey Jude, che non è una canzone rock in senso stretto ma piuttosto una ballata pop-rock, scritta da Paul McCartney e pubblicata dai Beatles nel 1968. Tra i suoi elementi rock ci sono l’assolo di chitarra e la batteria marcata, ma è divenuta celebre anche per il tono melodico della prima parte. Hey Jude ha tenuto il gradino più alto del podio per nove settimane.
L’altra canzone più popolare degli anni Sessanta
Ma se allarghiamo lo sguardo alle canzoni non rock allora lo stesso risultato è stato ottenuto da Theme from A Summer Place, di Percy Faith and His Orchestra, che si è affacciata nella classifica per la prima volta il 22 febbraio del 1960 (Hey Jude, invece, è del 1968, quindi è bene notare che il confronto avviene per periodi temporali diversi).
“È sorprendente notare che l’unico brano che ha eguagliato i Beatles in classifica negli anni Sessanta è questa registrazione strumentale tratta dal film del 1959 A Summer Place”, scrive Stacker, con riferimento a quello che in italiano si chiama Scandalo al sole. Il film racconta l’incontro di due famiglie in un albergo e l’abbandonarsi di marito e moglie alla nostalgia dei loro primi anni d’amore, mentre osservano lo stesso tipo di sentimento nascere tra il figlio adolescente e la ragazzina dell’altra coppia.
Bettmann//Getty Images
Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).