di
Giuliana Ferraino
Arrivato negli Usa a 10 anni da Taiwan, lavava stoviglie e bagni della scuola. Ora l’accordo con Trump. Fondò Nvidia al bar con due amici: «I rivali condannati a invidiarci»
Quando Jensen Huang, 62 anni, co-fondatore e ceo di Nvidia, si presenta con la sua iconica giacca di pelle da rockstar, in piedi davanti a un’affollata platea internazionale, si fa fatica a immaginare il ragazzino minuto, scuro di capelli, che mentre frequentava la scuola elementare lavava bagni e stoviglie in un collegio del Kentucky per ragazzi problematici, dove era finito per errore. Spedito dall’Asia negli Stati Uniti dai genitori, quando aveva 10 anni, insieme al fratello e senza conoscere una parola d’inglese, Huang fu iscritto all’Oneida Baptist Institute dagli zii a cui era stato affidato, convinti che fosse una scuola prestigiosa e non un riformatorio religioso.
Il sogno americano
Ma quell’esperienza insegna al giovane Jensen la resilienza, fondamentale per realizzare il suo sogno americano, un’opportunità che ora le politiche restrittive sull’immigrazione della Casa Bianca rischiano di fermare.
Oggi Huang guida la società quotata di maggior valore al mondo, con oltre 4.400 miliardi di capitalizzazione di mercato — più della somma dei listini di Londra e Francoforte messi insieme — ed è una delle figure più influenti nella tecnologia globale. Con i suoi micro chip più avanzati, Nvidia sta contribuendo alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale, facendo di Huang uno degli uomini più ricchi del pianeta, con un patrimonio personale di 158 miliardi di dollari, secondo il Bloomberg Billionaire Index.
I bagni della scuola
L’infanzia è movimentata. Huang nasce nel 1963 a Taiwan, in una famiglia della classe media: suo padre è un ingenere chimico presso una raffineria di petrolio, sua madre un’insegnate. Quando ha cinque anni, si trasferisce a Bangkok con la famiglia per seguire il lavoro del padre. In Thailandia resta quattro anni, perché nel 1973, dopo un viaggio di lavoro a New York, il padre decide di mandare i due figli da alcuni parenti immigrati da poco nello Stato di Washington. In Kentucky, oltre a pulire i bagni della scuola tutti i giorni, Huang impara a giocare a ping-pong.
Un genio a scuola (e al ping-pong)
Due anni dopo anche i genitori immigrano negli Usa, stabilendosi in Oregon, dove li raggiungono i due figli. Huang è talmente bravo al liceo di Aloha, da saltare due classi. Eccelle in matematica, in informatica e in scienze, ma anche nel ping-pong, diventando un giocatore di livello nazionale (a 14 anni appare su Sport Illustrated). Ma per laurearsi in ingegneria elettrica sceglie l’Oregon State University, perché la retta è accessibile.
Quartier generale al bar
Mentre lavora di giorno come progettista di chip nella Silicon Valley, presso Amd, Huang, che ha già due figli, frequenta le classi serali del master in ingegneria elettrica a Stanford University. Passando alla concorrente LSI Logic, conosce Chris Malachowsky e Curtis Priem, due colleghi ingegneri.
L’anno di svolta è il 1993: insieme a Malachowsky e Priem, Huang fonda Nvidia con appena 600 dollari di capitale iniziale (200 a testa). Niente garage, come per Steve Jobs e tanti altri imprenditori visionari. I tre amici discutono il business plan incontrandosi al tavolo del diner Denny’s, una catena di ristoranti informali, aperta 24 ore su 24, in East San José, dove Huang aveva lavorato mentre studiava. Era più tranquillo di casa e il caffè costava poco.
L’invidia da suscitare nei rivali
La società si chiama inizialmente NVision, ma poi Huang la ribattezzata Nvidia, riprendendo la parola latina «invidia», perché Priem voleva che i concorrenti diventassero «verdi d’invidia». La visione è progettare i chip grafici per i videogame sul pc. Nel 1999 la società sbarca in Borsa, ma è nota solo tra gli appassionati di videogiochi e gli esperti di computer grafica. Il salto (e la fama) arriva quando Huang intuisce che la capacità di elaborazione parallela della GPU (i processori grafici) si presta all’intelligenza artificiale. A giugno 2024 la capitalizzazione di Nvidia raggiunge per la prima volta i 3 mila miliardi. Un anno dopo è oltre i 4 mila.
Lavoro da pionieri
«Nel 1993 ho fondato Nvidia insieme a Chris Malachowsky e Curtis Priem per risolvere il problema della grafica 3D per Pc. Il nostro lavoro pionieristico nel campo dell’elaborazione accelerata ha portato alla ridefinizione della grafica computerizzata moderna e alla creazione dell’intelligenza artificiale moderna», racconta oggi Huang su LinkedIn. Consapevole che ora Nvidia sta cambiando radicalmente il modo in cui funziona l’elaborazione dati e ciò che i computer sono in grado di fare. Il prossimo avanzamento cruciale, sostiene, sarà combinare le GPU classiche con il quantum computer. La prossima rivoluzione industriale, però, è già iniziata. E pazienza se Nvidia dovrà pagare il 15% dei ricavi per esportare in Cina i chip in versione depotenziata, come chiesto dal presidente Trump.
Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.
SCARICA L’ APP
Iscriviti alle newsletter de L’Economia. Analisi e commenti sui principali avvenimenti economici a cura delle firme del Corriere.
13 agosto 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA