La Formula 1 è in vacanza, i motori tacciono, ma l’attenzione per questo mondiale resta accesa. Nelle scorse settimane abbiamo analizzato in particolare la situazione della Ferrari, che vive una fase molto altalenante, mentre abbiamo trascurato la McLaren che sta dando la sua impronta marcata alla stagione 2025.
Con Riccardo Ceccarelli, titolare e mental coach di Formula Medicine, cerchiamo di capire come affrontano la sosta estiva i due piloti della squadra di Woking, pensando co sa li attenderà alla ripresa delle gare con gli ultimi dieci appuntamenti di un mondiale dominato dalle monoposto papaya.
“Il mondo McLaren ora diventerà molto interessante, un ambiente da scoprire scoprire, perché, forse, un po’ tutti noi abbiamo cantato troppo presto le gesta di Oscar Piastri come possibile campione del mondo”.
“L’australiano era partito male nella gara di cada, ma mi ricordo che a Imola, parlando con amici e addetti ai lavori nel paddock, avevano la chiara sensazione che Oscar un po’ alla volta avrebbe costruito un gap di punti con Lando Norris, perché era sembrato più maturo e performante, commetteva meno errori. Dava l’idea di essere più tranquillo e quindi sembrava destinato ad avere un trend in crescita, mentre quello di Norris, rispetto ai due anni precedenti, sembrava in decrescita”.
Lando Norris precede Oscar PIastri al traguardo del GP d’Ungheria
Foto di: Simon Galloway / LAT Images via Getty Images
La situazione, in realtà, ancora non si è delineata dopo 14 GP disputati, per l’inglese è a soli 9 punti da Piastri…
“Ora che abbiamo superato la metà stagione il distacco fra i due piloti McLaren è esile e zitto, zitto Norris è ancora lì vicino e quindi questo dato mi fa un po’ cambiare la prospettiva del mondiale: ci sono diversi aspetti interessanti che possono giocare a favore dell’uno o dell’altro pilota”.
“Se dovessi giudicare Norris dal body language, posso dire che lo vedo meno determinato rispetto a Oscar: Lando, anche quando le cose gli vanno male, per esempio nelle interviste post gara, sembra meno determinato a vincere questo mondiale, però ha il vantaggio di essere un pilota che sa ridere, scherzare, perché si diverte e sente meno la pressione, perché ha un comportamento più naturale”.
“Quando si arriva a fine campionato e il distacco è ristretto, cresce la pressione delle gare che diminuiscono e può essere un vantaggio prendere le cose con un po’ meno di pathos, affrontando le situazioni un po’ più rilassati”.
“Dall’altro aspetto, lo stesso Piastri forse era convinto, come tutti noi, che sarebbe arrivato a questa sosta estiva con un divario maggiore. E Oscar potrenne cominciare a sentire la pressione di chi deve recitare il ruolo della lepre, mentre le gare calano di numero. Essere in testa alla classifica può generare più pressione, tanto più che l’australiano sembra essere più determinato nel cercare di vincere il titolo, e non sarei sorpreso se la posizione dei due potessero invertirsi”.
Una previsione che va in controtendenza, dunque…
“In effetto all’inizio della stagione sembravano più i vantaggi di Piastri e gli svantaggi di Norris, invece, il quadro potrebbe ribaltarsi per gli effetti collaterali per cui c’è molta curiosità perché abbiamo due piloti che possono correre liberi, dal momento che il mondiale Costruttori è saldamente nelle mani della McLaren, per cui non ci saranno giochi di squadra e, all’improvviso anche Lando o Oscar potrebbero sentire che la radio non funziona o far finta di non sentire un ordine dal muretto dei box”.
Lando Norris e Oscar Piastri hanno festeggoato il 200esimo GP vinto dalla McLaren
Foto di: Sam Bagnall / Sutton Images via Getty Images
Hai sempre sostenuto che il mondiale non si deciderà da una ruotata fra i due contendenti del mondiale, ma nel momento in cui descrivi Norris come il pilota che si diverte e pensa alle singole vittorie, mentre Piastri sembra invece più focalizzato sull’obiettivo finale, potrebbe cambiare la sua mentalità e se è necessario arrivare a uno scontro col rivale?
“Beh, è dfficile dirlo perché queste sono considerazioni che derivano dal body language che osserviamo, ma poi quello che succede veramente all’interno del team, e quale può essere l’effetto psicologico non è semplice da delineare, anche perché finora Andrea Stella è riuscito a costruire un miracolo: fra i suoi piloti c’è sempre stato il rispetto delle regole di ingaggio e gli episodi che abbiamo visto, da una parte e della’altra, sono più frutto di errori che di tentativi di buttare fuori il compagno”.
“Come ho già detto, credo entrambi i piloti siamo molto corretti e che si rispettano: Norris in Canada ha impiegato cinque nanosecondi a chiedere scusa per il contatto con Oscar. Se dovessi azzardare chi tra i due rischia di tirare una ruotata all’altro, magari per troppa foga in condizioni di emergenza, ci vedo più Piastri che Norris”.
“Non vorrei generare equivoci, perché nessuno dei due arriverebbe a fare deliberatamente una scorrettezza, ma, l’abbiamo già visto a Budapest, come eccesso di foga cognitiva c’è mancato poco al contatto, con Piastri che ha tirato una staccata impossibile e le due McLaren si sono solo sfiorate per poco. Ecco una manovra di questo genere, così rischiosa, esasperata e al limite la vedo più in Piastri che in Norris”.
Oscar Piastri, McLaren
Foto di: Kym Illman / Getty Images
Ma quando i toni diventano così accesi, sono gli episodi che possono definire il mondiale: essere vittima di quello che ti succede intorno può condizionare il tuo modo di correre?
“Certamente sì, se hai meno punti e in gara sei davanti, con il compagno attaccato dietro, è evidente che da un contatto ha da guadagnarci chi è dietro: è normale che guardi più neggli specchietti che davanti e condiziona il modo di guidare, trasformando la gara in una guerra psicologica. Ovviamente quando parlo di piloti mi riferisco all’esperienza maturata di 36 stagioni di F1: è interessante perché quando dietro le quinte ti raccontano le cose, emerge quanto conta chi c’è nell’altra macchina. Sanno se hanno a che fare con chi si concede dei rischi rispetto a chi ragiona pensando al risultato, modulando il proprio approccio agonistico sull’avversario. Poi c’è chi è più lucido e ne risente di meno, e chi magari è un po’ più teso, più ansioso e ne risente di più”.
Quanto potranno influire i piloti come George Russell, Max Verstappen o Charles Leclerc, che avranno la capacità in momenti diversi di inserirsi fra i due McLaren?
“Sono due piani completamente paralleli e staccati: Piastri e Norris sono due ragazzi che non hanno nemici nel paddock, quindi le variabili esterne sono dettate dalle coincidenze, dalle singole situazioni. Vale quanto detto prima, ma nella lotta per il titolo Russell, Leclerc e Verstappen saranno delle variabili da considerare con attenzione perché non saranno come delle chicane mobili, forse il termine è troppo dispregiativo, ma rende l’idea: sono come i doppiatti che possono scombussolare un po’ gli equilibri. Un Leclerc che ha l’occasione di vincere una gara non ha nulla da pardere nel lottare strenuamente per cogliere un risultato che salva la stagione. Le variabili possono influenzare il campionato: Lando e Oscar dovranno tenerne conto”.
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