Bioluminescenza è il termine adoperato per descrivere gli animali in grado di “creare” letteralmente la luce. Questa volta non parliamo però di meduse, calamari o lucciole, ma del più grande vertebrato luminoso conosciuto dalla scienza.

Questo affascinante fenomeno, avviene attraverso una reazione chimica che rilascia energia sotto forma di luce. In natura, è stato osservato maggiormente all’interno di quella che viene definita come zona crepuscolare, che si estende da poche centinaia di metri a 1.000 metri sotto la superficie dell’oceano.

Il protagonista indiscusso della notizia odierna, è però lo squalo zigrino (Dalatias licha), ovvero uno dei tre “squali luminosi” descritti in un articolo del 2021 pubblicato sulla rivista Frontiers in Marine Science. Come potete osservare dalle immagini presenti al seguente link, si tratta di un esemplare bioluminescente in grado di produrre una morbida luce blu-verde grazie a cellule specializzate presenti nella sua pelle.

Si tratta di un affascinante squalo lungo quasi 1,8 metri, divenuto di fatto il più grande e impressionante vertebrato bioluminescente conosciuto al mondo. La scoperta è in realtà avvenuta in modo completamente casuale, mentre il team di ricerca era intento a studiare gli squali a bordo di un peschereccio.

Ho quasi pianto quando l’ho visto. È stato così emozionante“, ha dichiarato al National Geographic l’autore principale Jérôme Mallefet, ricercatore presso l’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio.

Per quanto possa apparire un esemplare affascinante, sfortunatamente, non è ancora chiaro il motivo esatto per cui gli squali si sono evoluti in questo modo.

Come se non bastasse, negli altri animali questo fenomeno comporta una reazione tra l’ossigeno e un gruppo di piccoli composti chiamati luciferine, catalizzata dall’enzima luciferasi. Tuttavia, dalle analisi della pelle di questi squali, non emerge alcuna traccia di luciferina.

Ad ogni modo, secondo alcune teorie, la bioluminescenza potrebbe migliorare il loro successo nella caccia, rivelandosi particolarmente utile per illuminare le profondità dell’oceano, rivelando così le prede. Come spesso accade in questi casi, saranno necessari ulteriori studi.

“La bioluminescenza è stata spesso considerata un evento spettacolare ma raro in mare, ma considerando la vastità delle profondità marine e la presenza di organismi luminosi in questa zona, è ora sempre più ovvio che la produzione di luce in profondità debba svolgere un ruolo importante nella strutturazione del più grande ecosistema del nostro pianeta”, hanno sottolineato gli autori dello studio.

Siete alla ricerca di ulteriori curiosità? Allora non potete perdere l’orrendo squalo fantasma, uno degli esemplari più rari al mondo. Inoltre, rimanendo decisamente in tema, sapevate che anche il cervello umano emette una debole luce? Si tratta di una scoperta piuttosto recente.