Mauro Gianetti ribadisce l’importanza di gestire al meglio Tadej Pogačar. Dopo aver corso gran parte delle classiche di primavera e il Tour de France, dando spettacolo e vincendo in gran parte dei casi, il fenomeno sloveno ha preferito saltare la Vuelta a España (che inizialmente sembrava poter far parte del suo programma 2025) e concedersi un po’ di riposo in vista degli importanti appuntamenti di fine stagione, i Mondiali di Kigali e Il Lombardia (ai quali potrebbero forse aggiungersi gli Europei). Un riposo dovuto non solo a una stanchezza di tipo fisico, ma anche e soprattutto mentale, resosi necessario viste anche alcune dichiarazioni che lo stesso campione del mondo ha rilasciato nelle ultime settimane e nelle quali ha ammesso di “contare gli anni” che lo separano dal ritiro.

Il general manager della UAE Team Emirates XRG è quindi tornato a sottolineare la necessità di non sfinire eccessivamente il proprio corridore, che è sì un fenomeno, ma è anche un ragazzo di 26 anni: “Essere Tadej Pogačar è bello, ma non è facile – ha dichiarato Gianetti a CyclingnewsQuando gareggia è sottoposto a una forte pressione; tutti si aspettano che vada forte, che vinca, che dia spettacolo. Quindi è importante per noi gestire questa situazione, perché lui non è solo un corridore” e dunque la squadra deve assicurarsi che abbia “abbastanza riposo fisico e mentale per essere felice nelle gare, per divertirsi e per intrattenere il pubblico come ha sempre fatto”.

“Ha partecipato a tutte le classiche: Strade Bianche, Fiandre, Roubaix, Amstel, Liegi, e questa è davvero una sfida molto, molto impegnativa – ha proseguito il manager elvetico – Forse chi non fa parte della squadra non lo apprezza molto, perché pensa che la Parigi-Roubaix sia solo una gara di un giorno. Ma ha un impatto molto più significativo su un corridore rispetto a una gara a tappe di una settimana, e partecipare a tutte le classiche di primavera è più difficile che partecipare a un Grande Giro. Tutto sommato, è una sfida fisica e mentale molto grande, quindi non era affatto fattibile che partecipasse alla Vuelta“.

La decisione di saltare il GT spagnolo è arrivata dopo un Tour che è stato dominato dallo sloveno, ma che è stato anche estenuante: “Ha affrontato un Tour molto stressante, molto impegnativo soprattutto dal punto di vista fisico, con molti trasferimenti, e per lui, essendo Tadej, è diventato difficile. È una persona molto schietta e stare al centro dell’attenzione ogni giorno è diventato faticoso. Era stanco, come tutti, ma ha vinto il Tour, l’ha vinto con un sorriso e l’ultimo giorno a Montmartre ha dato spettacolo insieme a Wout Van Aert. Avrebbe potuto stare tranquillamente in mezzo al gruppo, ma voleva essere protagonista, onorare se stesso, onorare Tadej Pogačar, onorare il Tour e i suoi rivali. Quindi quello che ha fatto l’ultimo giorno del Tour, sorridendo per tutto il tempo, è stata la risposta a tutto quello che era successo“, ha concluso Gianetti.