Celeste Pin potrebbe non essersi suicidato. La Procura della Repubblica di Firenze ha infatti aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti con l’ipotesi di omicidio colposo in seguito alla morte del 64enne calciatore trevigiano, per lungo tempo una “icona” della Fiorentina, avvenuta nella giornata di martedì 22 luglio. Il decesso si è verificato la sua abitazione in via dei Massoni, sulle colline sopra Careggi, nel territorio comunale di Firenze.

Secondo quanto comunicato dalla Procura allo stato sono in corso le attività investigative per chiarire le circostanze della morte. Le autorità sanitarie del 118 e la polizia sono intervenute sul posto ieri poco dopo l’ora di pranzo ma ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile. Gli investigatori comunque non scartano l’ipotesi di un gesto volontario. Quello dei magistrati del capoluogo toscano sarebbe un atto tecnico per poter procedere nelle indagini, autopsia compresa. «Le attività investigative sono attualmente in corso al fine di accertare le circostanze dell’accaduto» ha spiegato in una nota il procuratore della Repubblica aggiunto facenti funzioni Giancarlo Dominijanni.

La notizia della morte di Pin ha scosso profondamente il mondo del calcio, in particolare l’ambiente viola, dove il 64enne ha lasciato un segno indelebile. Con la maglia della Fiorentina ha disputato 200 partite, diventandone una colonna tra gli anni ’80 e primi anni ’90. La sua carriera si è poi chiusa con il Siena. In totale, Pin ha collezionato 263 presenze in Serie A e realizzato 3 gol. Nato il 25 aprile 1961 a San Martino di Colle Umberto Pin era rimasto legato al calcio giovanile, collaborando con diverse scuole calcio, tra cui recentemente il Club Sportivo Firenze. Al di fuori del campo, si occupava con successo del settore immobiliare.