di
Ruggiero Corcella
Sui social, centinaia di milioni di visualizzazioni per la tendenza di mostrare le scottature. Ma le conseguenze per la salute possono essere molto gravi: a partire dal melanoma, il tumore della pelle più pericoloso. Il professor Antonio Costanzo, dermatologo (Humanitas): «A 30 anni, la pelle di un 60enne»
Non bastano le prove scientifiche, accumulate in decenni di studi, sui rischi gravi dell’esposizione prolungata (e senza adeguata protezione) ai raggi solari. Non bastano i dati sull’incremento dei tumori della pelle. Il più pericoloso è il melanoma ed è ormai appurato che il maggior fattore di rischio ambientale per l’insorgenza del melanoma è proprio l’esposizione ai raggi ultravioletti, la conseguenza di una scorretta o eccessiva esposizione solare, che genera scottature, in particolare nell’infanzia.
Sui social sta spopolando la tendenza della cosiddetta «abbronzatura selvaggia», un’esposizione prolungata ed estrema al sole da mostrare con orgoglio (proprio così…) sui propri profili. La «wave» si è velocemente diffusa, soprattutto su TikTok, in tutto il mondo. E così l’hashtag #sunburnttanlines ha totalizzato oltre 200 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Per la disperazione degli specialisti, dermatologi e oncologi soprattutto, da anni impegnati in campagne di informazione e sensibilizzazione per far capire che con il sole non si scherza.
«Il rischio principale è proprio l’insorgenza di melanoma in giovane età, il melanoma è una neoplasia della pelle molto pericolosa perché è in grado di metastatizzare velocemente. L’incidenza del melanoma è direttamente collegata al numero di scottature solari che si prendono durante l’infanzia e l’adolescenza, l’incidenza del melanoma è in continua crescita», spiega il professor Antonio Costanzo, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia dell’ospedale Humanitas di Milano e docente di Humanitas University.
Professor Costanzo, dal punto di vista clinico, che cosa rende pericolosa l’«abbronzatura selvaggia» e perché una scottatura non è mai «solo estetica»?
«Non esiste una abbronzatura selvaggia, esiste un’abbronzatura che è sempre il risultato di un danneggiamento del DNA cellulare. L’abbronzatura, infatti, è una risposta protettiva al danno del DNA. Il danno è più profondo e pericoloso quando quando il soggetto ha un eritema solare, proprio quello di cui stiamo parlando».
Quali campanelli d’allarme impongono di interrompere l’esposizione e quando è necessario rivolgersi al pronto soccorso?
«Il rischio maggiore è naturalmente nei soggetti estremamente chiari: capelli rossi, fototipo uno, e capelli biondi occhi azzurri, fototipo due. La familiarità per melanoma è l’altro fattore molto importante, infatti esistono mutazioni che predispongono a questo tumore e che si trasmettono di padre in figlio. Naturalmente ad accendere la miccia c’è l’esposizione al sole».
Come capire quando è il momento di fermarsi con l’esposizione al sole?
«La presenza di bruciore e prurito intenso della pelle e di scollamento degli strati superficiali della stessa devono indicare che è necessario rivolgersi al Pronto Soccorso».
Fattore di protezione solare (SPF), quantità e riapplicazioni, orari, abbigliamento, ombra: qual è il «kit» minimo per esporsi con buon senso?
«È importante utilizzare sempre fattori di protezione alta e ripetere l’applicazione. Infatti, il numero del fattore protettivo che viene esposto sulla confezione è derivato dall’applicazione di 2 mg centimetro quadrato di prodotto. Recenti pubblicazioni scientifiche indicano che noi non riusciamo ad applicare più di 1 mg per centimetro quadrato ed il rapporto tra quantità di crema e fattore protettivo non è lineare, ma esponenziale. Quindi per un una crema con fattore protettivo 50, applicando un solo milligrammo centimetro quadrato il fattore protettivo è circa 7. Consigli pratici: evitare l’esposizione nelle aree più calde e ripetere l’applicazione di crema quante più volte si può. Nel kit includere antistaminico e cortisone».
Prodotti e pratiche rischiose: oli abbronzanti, acceleratori, lampade UV, «base tan». Aiutano davvero o aumentano il danno?
«Gli acceleratori di abbronzatura non aumentano il danno, gli oli solari e le lampade UV naturalmente sì».
Dopo una scottatura: cosa fare (e cosa evitare) nelle prime 24–48 ore? Quali rimedi sono efficaci e quali «consigli dai social» andrebbero assolutamente evitati?
«Dopo una scottatura applicare emollienti, se possibile assumere antistaminici o cortisone per bocca, su consiglio medico naturalmente. Il consiglio social assolutamente da evitare è proprio quello di pensare di essere belli dipingendo la propria pelle con l’eritema solare. Oltre al rischio del melanoma infatti, questo tipo di pratica accelera di molto l’invecchiamento della pelle e fra qualche anno, farà sembrare la pelle dei nostri trentenni come dei sessantenni».
13 agosto 2025
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