Riceviamo e pubblichiamo una lunga nota dell’amministrazione Mancuso sull’annosa questione dell’ospedale di S.Agata Militello, ormai ridotto a brandelli dalla politica dissennata degli ultimi decenni.

“La battaglia affinché l’ospedale di Sant’Agata Militello abbia la giusta attenzione e la dignità che merita, per dare risposte adeguate ad una domanda di salute che proviene da un hinterland di circa 100 mila persone, ha sempre visto in prima fila Bruno Mancuso, tanto nella qualità di Sindaco quanto di Senatore della Repubblica, e le sue amministrazioni. Innumerevoli sono, infatti, le iniziative, le sollecitazioni, le prese di posizione, anche forti, i dossier e gli incontri istituzionali a tutti i livelli, sia regionali che nazionali, condivisi e promossi negli anni insieme all’Assemblea dei sindaci del Distretto Sanitario 31, per tentare di arginare un depotenziamento dell’ospedale santagatese che affonda, purtroppo, le proprie radici in scelte politiche e strategiche di un passato remoto che ha visto tra i protagonisti coloro i quali hanno ricoperto, e in alcuni casi continuano a ricoprire, ruoli di vertice a vario titolo nella gestione della sanità siciliana.
Dal contrasto ai tagli imposti dal Governo Crocetta alle continue richieste di attuazione delle previsioni della rete ospedaliera sempre rimaste sulla carta, dall’aspra battaglia per la salvaguardia del punto nascita, con tanto di irritata reazione dell’ex Presidente della Regione Nello Musumeci che parlò di “ignobile speculazione”, alla gestione della drammatica stagione del Covid e sino alle più recenti istanze per la riapertura di reparti chiusi o depotenziati per carenze di personale, quella sull’ospedale di Sant’Agata Militello è una questione che vede come unico interesse la garanzia dell’assistenza sanitaria di cui la comunità ha bisogno e soprattutto diritto.
Proprio in tale ottica e di fronte ad un servizio sanitario pubblico che evidentemente non riesce ad assicurare determinate prestazioni, abbiamo accolto positivamente e con favore l’iniziativa dell’ASP di Messina per l’esternalizzazione di alcune attività specialistiche chirurgiche ed ambulatoriali, transitata attraverso una procedura pubblica con la predisposizione di diversi avvisi per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse, aperta alla partecipazione di tutti gli enti accreditati del servizio sanitario nazionale. Una esternalizzazione vista come opportunità per l’esecuzione in loco di prestazioni in urgenza ed elezione, in regime di convenzione col servizio sanitario, con abbattimento delle liste d’attesa a favore di utenti che altrimenti avrebbero dovuto rivolgersi a strutture ben più distanti, e non certo come alternativa all’offerta di sanità pubblica che va sostenuta con forza in tutte le sedi. Tuttavia, non si comprende come il supporto del settore privato possa essere salutato e plaudito altrove come panacea (vedasi recente affidamento del Pronto Soccorso dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto o lo stesso “Giglio” a Mistretta) ed allo stesso tempo additato dagli stessi soggetti nel caso dell’ospedale di Sant’Agata Militello come origine di tutti i mali, addirittura foriero di presunti e non meglio precisati disegni proditori.
In questa sede, appare conducente ribadire che in occasione del confronto, tuttora aperto, sulla nuova bozza di rete ospedaliera presentata dall’Assessore regionale alla Salute, l’assemblea dei sindaci si è dichiarata assolutamente insoddisfatta per i contenuti della proposta, che non tiene conto delle peculiarità di un territorio che riveste caratteristiche che meritano maggiore attenzione da parte delle Autorità preposte. Si parla del distretto più popoloso della provincia, dopo quello del capoluogo, che insiste su un territorio marginale e che conta il maggior numero di comuni dell’entroterra con evidenti difficoltà nei collegamenti. È, dunque, inconcepibile, a fronte di tale obiettiva realtà, che il nostro ospedale venga privato di ogni presidio di assistenza alle gravide e partorienti, costrette a essere seguite altrove, non solo al momento del parto ma anche nel corso della gravidanza.
Abbiamo sempre sottolineato tutto questo, così come consideriamo assurda e inaccettabile la situazione in cui versa attualmente il pronto soccorso, che necessita di essere potenziato per far fronte alle necessità di un’utenza così vasta.
Auspichiamo inoltre che quanto programmato dalla rete ospedaliera vigente possa avere prossima e veloce attuazione, sollecitando che i posti letto previsti di riabilitazione e terapia intensiva, stroke unit, unità coronarica e gastroenterologia, così come del resto richiesto con decisione dall’Assessore regionale stesso, vengano attivati per rendere più fruibile l’offerta sanitaria a beneficio della popolazione dei Nebrodi. Temi su cui è stato già chiesto un confronto col Direttore Generale dell’ASP di Messina, Dott. Giuseppe Cuccì, al quale riconosciamo sin dal suo insediamento la piena disponibilità mostrata e l’attenzione costante riservata alle istanze di questo territorio, con un impegno a trovare rimedi e soluzioni (vedasi il recente caso dell’incendio al laboratorio d’analisi con la rapida predisposizione di un laboratorio provvisorio) per tamponare le oggettive difficoltà in cui versano l’ospedale e più in generale i servizi sanitari nel distretto nebroideo.
Crediamo, ed abbiamo sempre agito in tal senso, che la tutela della salute pubblica non debba avere alcun colore politico né appartenenza e che tale nobile impegno non possa essere svilito e mortificato a strumento e pretesto per corroborare irriducibili conflitti localistici, conditi da accuse gratuite ed illazioni infondate, spesso evidentemente discordanti con la stessa realtà storica dei fatti.
Del tutto pretestuose e gratuite appaiono, in questo senso, le polemiche sollevate da un’opposizione consiliare immatura e politicamente incapace, il cui sport preferito è quello di attaccare, sempre e comunque, il sindaco e l’amministrazione comunale, anche quando è ben noto che le competenze in materia sanitaria ricadono in capo ad altri soggetti.
La battaglia per il diritto alla salute, va da sé, non riguarda solo i cittadini e l’amministrazione del comune di Sant’Agata Militello, che certamente, nella qualità di capofila del distretto e sede del presidio ospedaliero svolge un ruolo propulsivo e di coordinamento, ma interessa le comunità dell’intero hinterland nebroideo coinvolgendo dunque a pieno titolo ed in egual misura tutti sindaci ed i rappresentati istituzionali.
Per queste ragioni, il desiderio ma al contempo la certezza è che ognuno degli amministratori locali e degli esponenti politici del territorio, a cominciare dai parlamentari eletti in provincia di Messina e componenti della VI Commissione Salute dell’ARS, svolgano con decisione ed efficacia la propria azione a tutela del territorio dei Nebrodi, assicurando quelle risposte concrete attese, oramai, da troppo tempo.
Allo stesso modo, infine, si fa appello al Presidente della Regione Siciliana, on. Renato Schifani, ed all’Assessore alla Salute, Dott.ssa Daniela Faraoni, affinché si garantisca pari dignità rispetto al bisogno di salute che non può ammettere differenze o discriminazioni alcuna”.

f.to Calogero Pedalà, Domenico Barbuzza, Valeria Fazio, Ilaria Pulejo, Salvatore Sanna,
(Assessori di Sant’Agata Militello)
f.to Armeli, Brancatelli, Damiano, Ferraù, Indriolo, Natale, Pilato, Poma, Reitano, Sberna, Vitale
(Consiglieri comunali di Sant’Agata Militello)