Patrick Lefevere, televisioni, giornali, colleghi e persino Romero Lukaku sono intervenuti sul trasferimento di Remco Evenepoel dalla Soudal-Quick Step alla Red Bull-Bora-Hansgrohe. Ma soprattutto ne ha parlato Philippe Gilbert: il grande ex belga a Le Soir si è espresso con grande chiarezza.

Qualche giorno fa abbiamo fatto anche noi un quadro di cosa troverà e di cosa si sarebbe potuto attendere dalla nuova squadra Remco. Senza dubbio il salto è grande. Il campione olimpico si gioca tanto, se non tutto, della sua carriera. E’ chiamato a vincere il Tour de France, cosa affatto scontata, si ritroverà con altri compagni, alcuni dei quali molto agguerriti e sponsor giganteschi che già impongono pressioni.

Romelu Lukaku è uno dei tanti vip belgi ad essersi espressi sul passaggio di Remco alla Red Bull (foto @EPA)

Romelu Lukaku è uno dei tanti vip belgi ad essersi espressi sul passaggio di Remco alla Red Bull (foto @EPA)

Da Lukaku a Lefevere

Per dire che eco abbia avuto questo trasferimento, prima di sentire Gilbert ecco alcune dichiarazioni interessanti.
Il calciatore Romelu Lukaku ha sentito sui social Remco chiedendogli: «Tu sei contento?». Remco ha risposto: «Sì, era il momento per qualcosa di nuovo». E ancora Lukaku: «Red Bull è davvero una top-squadra… Hai fatto il passo giusto al momento giusto».

Dalla famiglia, il padre, Patrick Evenepoel: «E’ chiaro per tutti che è stato chiuso in buon accordo. Sono sollevato per il ritrovato l’equilibrio di Remco». La madre Agna Van Eeckhout ha commentato con la classe di chi comprende le sfide: «Hai sempre obiettivi nella tua testa. Spero che tu possa realizzarli: a volte bisogna agire», aggiungendo che hanno molto da ringraziare Patrick Lefevere, il manager storico di Soudal-Quick Step.

E a proposito di Lefevere, l’ex manager della Soudal all’inizio è rimasto in silenzio poi ha parlato con la sua proverbiale schiettezza. «Nessun rancore – ha detto Lefevere a Rtbf – la vita è questa. Il ragazzo ha 25 anni e se può guadagnare qualche milione in più altrove… ci va. La notizia non mi ha sorpreso. Questa trattativa era già in corso quando ero ancora al comando. Remco ha poi ripetuto più volte che non ci avrebbe mai lasciato. La gente lo ricorda, ma io lo perdono, perché è il genere di cose che si dicono in un momento di emozione».

E coinvolgendo la gente, cioè i tifosi, in tanti gli hanno messo di fronte il tema del Wolfpack, tanto caro alla Soudal.

Remco a Peyragudes, da lì sono iniziati i suoi guai al Tour di quest’anno

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Parla Gilbert

Ma passiamo al nocciolo della questione e a quanto detto da Philippe Gilbert, il quale ha toccato anche spunti più tecnici.

«Remco – ha detto Gilbert sulle pagine di Le Soir – ha fatto bene a uscire dalla sua zona di comfort. I mezzi finanziari non sono l’unica cosa: parlo delle possibilità di ricerca, di sviluppo, dell’allenamento e dell’inquadramento in generale che può dargli un top team (per corse a tappe, ndr). Dovrà dunque rimettersi in gioco. Ho l’impressione che negli ultimi mesi alla Soudal-Quick Step si fosse isolato in una bolla dove gli si diceva sempre di sì, indipendentemente dalle circostanze».

Il tema dell’ambiente troppo accomodante per un atleta con tali ambizioni non è nuovo e in un certo senso fu Giuseppe Martinelli a dirlo prima di tutti. Il diesse bresciano ne parlò immediatamente durante l’altalenante Vuelta del 2023, quando Remco si arrese alla prima difficoltà… pur non stando male.

Per Gilbert il fatto di uscire dalla comfort zone e di passare in un team con maggior concorrenza sarà un bene per Evenepoel

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Leader sì, ma…

Ovvio che uno come Evenepoel è un capitano. E’ un corridore fortissimo: numeri e palmares parlano per lui. Ma è anche leader? E soprattutto lo sarà in un team in cui la competizione interna è ben più elevata? Senza stilare l’intera lista diciamo solo due nomi: Primoz Roglic e Florian Lipowitz.

«Come all’inizio della sua carriera – va avanti Gilbert – quando arrivò alla Quick-Step nel 2019, Remco dovrà guadagnarsi il suo spazio in un collettivo più forte. Si ritroverà in un ambiente agonisticamente più ampio che lo costringerà a competere ogni giorno».

Per Gilbert questa competizione è un vantaggio, ma tra leader e capitano c’è differenza. Un esempio? Anche Ayuso è fortissimo, ma non è un leader in seno alla UAE Emirates, dove la concorrenza certo non manca. Cosa diversa quando scende in campo Pogacar. Tutti allineati. Anche se Tadej non dovesse essere al top tutti gli sarebbero vicini.

Secondo Gilbert finché Vingegaard e Pogacar saranno a questo livello sarà pressoché impossibile per lui vincere il Tour

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L’erede di Pogacar?

Gilbert entra poi in aspetti più tecnici e parla del supporto che uomini come Hindley, Vlasov e ma anche gli stessi Roglic e Lipowitz potrebbero dargli. Dal punto di vista tecnico senza dubbio, in ottica Grandi Giri lo step è importante.

«La Red Bull-Bora tatticamente è molto forte – dice Gilbert – Lo abbiamo visto recentemente al Giro con la vittoria di Jai Hindley (a dire il vero, grande merito va a Enrico Gasparotto in ammiraglia, che però ora non c’è più, ndr) e all’ultimo Tour, con manovre perfettamente orchestrate. Questa dimensione tattica mancava fino ad ora a Remco. Troverà direttori capaci di imporgli scelte. Ed è esattamente quel che gli serve per crescere».

«Anch’io, dopo sei anni alla FDJ mi sentivo bene, in una bolla di fiducia, con compagni solidi. Eppure scelsi di andare alla Lotto, dovetti ricostruirmi altrove, in un ambiente più competitivo. E abbiamo visto che effetto ha avuto…». Questo è vero. Gilbert esplose del tutto ma i due corridori hanno lo stesso carattere? In tal senso su Evenepoel qualche enigma, concedetecelo, c’è.

Il vallone ha espresso pareri positivi anche sulla continuità tecnica, vale a dire con Specialized. Lavorare con gli stessi materiali, gli stessi tecnici è un bel vantaggio, specie oggi in cui l’aerodinamica è importantissima. «Significa non ripartire da zero, ma continuare un processo di sviluppo».

Sin qui Evenepoel ha disputato 6 Grandi Giri collezionando una vittoria (la Vuelta in foto), un podio, un 12° posto e tre ritiri

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La sfida del Tour

L’articolo di Le Soir si conclude con la questione immancabile del Tour de France: lo potrà vincere davvero Evenepoel?

«Per Remco – dice Gilbert – una rottura volontaria può rilanciare la carriera e aprire un nuovo ciclo. Come detto prima, si mette in difficoltà e va bene così! Nei Grandi Giri vincono i più forti e oggi i migliori sono Pogacar e Vingegaard. Batterli nell’arco delle tre settimane è durissimo. Anche con mosse tattiche azzeccate, fare meglio del terzo posto sarà arduo per lui finché i due colossi sono così in forma. Ma se uno o entrambi caleranno, Remco sarà il primo a poter raccogliere l’eredità. I suoi compagni erano troppo deboli per difendere una maglia gialla per tre settimane. Alla Red Bull, se dovesse prendere la maglia, ci sarebbero ragazzi in grado di scortarlo fino a Parigi».

Si vedrà, la nuova Red Bull è in costruzione. Vedremo come organizzeranno i gruppi di lavoro e come divideranno gli obiettivi. Ma prima di tutto sarà interessante capire come reagirà davvero Remco… per la prima volta fuori dal guscio.