Dopo essere stati rintracciati e identificati dalla Polizia locale, i quattro ragazzini – che erano a bordo dell’auto rubata che ha travolto e ucciso in via Saponaro a Milano la 71enne Cecilia De Astis – martedì sera sono stati riaffidati alle rispettive madri e sono tornati nell’accampamento di nomadi di origini bosniaca di via Selvanesco all’estrema periferia sud del capoluogo lombardo. Avendo tutti tra gli 11 e i 13 anni, per la legge italiana non sono imputabili in quanto minori di 14 anni. Mentre monta la polemica politica, i funerali di Cecilia De Astis si terranno giovedì alle 14.45 alla chiesa di San Barnaba in Gratosoglio.

Allontanati e poi rientrati nell’accampamento – Mercoledì mattina, i tre ragazzini, la ragazzina e le loro famiglie si sono allontanate dal campo rom dove vivono spostandosi in un’altra zona, non lontana. Intorno alle 13 sono però rientrati scortati da una pattuglia, tutti tranne uno che si era allontanato ed è stato intercettato in via Ovada. Hanno lasciato l’accampamento per un paio di ore “per sfuggire alla pressione mediatica” delle decine di giornalisti e telecamere accorse sul posto martedì dopo l’identificazione, dice una fonte che si occupa del caso. La loro però non è stata una fuga: i quattro ragazzini, infatti, non sono sottoposti ad alcun provvedimento restrittivo proprio perché non sono imputabili e quindi possono pertanto muoversi liberamente.

Le ammissioni: il furto e il ritrovamento delle chiavi dell’auto – La posizione del 13enne che era alla guida dell’auto rubata e degli altri tre è comunque al vaglio della Procura dei minori di Milano per eventuali provvedimenti. I quattro davanti agli agenti hanno sostanzialmente ammesso di avere rubato tutto il possibile dall’auto del turista francese. Poi, quando tra le cose rubate hanno trovato le chiavi hanno deciso di tornare a prenderla e cominciare la folle corsa fino in via Saponaro dove Cecilia De Astis è stata travolta e uccisa. I ragazzini sono stati sentiti a lungo dagli agenti nel comando di via Custodi e in serata sono stati affidati alle madri (il padre di uno di loro è detenuto, gli altri sono introvabili). Nelle roulottes dell’area privata di via Salvanesco, dove alloggiavano, gli agenti hanno trovato la refurtiva e anche le magliette dei Pokemon che avevano comperato in un negozio e che hanno permesso agli investigatori di indentificarli. Dopo l’impatto “abbiamo avuto paura e siamo scappati” , ha detto nell’interrogatorio uno dei quattro ragazzini.

Le eventuali responsabilità dei genitori – Rispetto alla colpa dei minori ed eventualmente della responsabilità dei genitori si occupano rispettivamente il Tribunale per i minorenni e la procura ordinaria. Il primo dovrà stabilire se ci sono le condizioni, che finora non sussistono (i genitori non li hanno abbandonati, né hanno concorso al reato), di affidarli a una comunità, mentre al quarto piano del Palazzo di giustizia spetterà valutare eventuali colpe dei genitori, intervento che verrà preso solo quando tutta la vicenda sarà chiarita. L’eventuale responsabilità penale va infatti accertata caso per caso, mentre civilmente i genitori rispondono sempre dei danni causati dai figli minori.

Le verifiche sulle condizioni di vita e abitative – Oltre a questi accertamenti, la Procura per i minorenni di Milano, guidata da Luca Villa, sta anche verificando le condizioni di vita e abitative dei 3 ragazzini e della ragazzina. È uno dei passaggi necessari ai pm per i minori prima di prendere provvedimenti sui ragazzi, come eventualmente il collocamento in comunità. Intanto l’accampamento di via Selvanesco si è svuotato di svariate roulottes che stazionavano.