di
Viviana Mazza
La cerchia ha fiducia nelle sue grandi abilità di affarista e il tycoon vuol portare a casa un risultato, ma se il vertice finisse «male» pronte sanzioni a Mosca
DALLA NOSTRA INVIATA
ANCHORAGE (ALASKA) – I leader europei? «Persone grandiose, che vogliono un accordo», ha scritto Donald Trump sul suo social Truth poco prima della videoconferenza di ieri con gli alleati e con Zelensky, preoccupati di stabilire le loro «linee rosse» rispetto all’incontro del presidente americano con Putin in Alaska.
Il summit di Ferragosto, secondo quanto riferito da fonti della Casa Bianca, dovrebbe avvenire nella base militare Usa di Elmendorf-Richardson ad Anchorage, che durante la Guerra Fredda ha giocato un ruolo strategico nel monitoraggio e nella deterrenza dell’Unione Sovietica.
Trump ha detto già lunedì che il suo rapporto con l’Ue, che ora paga per le armi per l’Ucraina, è «bellissimo». Ma il presidente lamenta su Truth che i media sono ingiusti nella copertura del suo incontro con Putin: «Citano continuamente perdenti e gente davvero stupida come John Bolton», il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale, «che ha appena detto che, benché l’incontro sia su suolo americano, “Putin ha già vinto”. Ma di cosa parla? Stiamo vincendo OVUNQUE…. Se ottenessi Mosca o Leningrado gratis, le fake news direbbero che ho fatto un cattivo accordo!».
Aspettative
Venerdì, Trump aveva destato allarme in Europa quando ha dichiarato che Zelensky — assente in Alaska — dovrebbe prepararsi a «firmare qualcosa» e ha parlato di «scambi di territori». C’è chi teme una «seconda Yalta»: nel 1945, Usa, Gran Bretagna e Urss si riunirono per dividere l’Europa dopo la sconfitta dei nazisti, consegnando l’Europa dell’Est ai sovietici e smembrando la Polonia senza che questi Paesi avessero voce in capitolo. Ma negli ultimi giorni la Casa Bianca ha cercato di rassicurare gli alleati e ha ridotto le aspettative sul summit. Potrebbe andare «bene o male», ha detto Trump lunedì: nel primo caso, chiamerà Zelensky e gli europei per dir loro che un accordo si può fare; oppure «potrei andarmene e dire buona fortuna» a Putin (e a Zelensky: «Buona fortuna, continua a combattere» ).
Smarcamento
Trump ha sottolineato che non sta a lui fare un accordo, ma a Putin e Zelensky. Ieri ha affermato che vuole un trilaterale «quasi immediatamente». Ha aggiunto che «ci saranno conseguenze molto gravi» se l’incontro con Putin non si conclude con un cessate il fuoco: il suo ministro del Tesoro Scott Bessent ha detto che sanzioni e dazi secondari «sono sul tavolo».
Alla domanda se pensa di poter dissuadere Putin dall’uccidere i civili, Trump ha replicato: «Ne abbiamo parlato… poi vado a casa e vedo che un missile ha colpito una casa di riposo o un palazzo… Perciò penso che la risposta sia no».
Una delle paure dei critici di Trump è che non vorrà uscire a mani vuote dall’incontro di Ferragosto e che possa «essere motivato ad accettare qualcosa, qualunque cosa», scrive sul New York Times Masha Gessen, celebre reporter di origini russe, mentre Putin «nel momento in cui entra nella stanza, ha già tutto quello che vuole, più l’opportunità di fare una battuta sull’Alaska come territorio storicamente russo».
Putin potrebbe avere interesse a farne uscire Trump «bene», cioè con un cessate il fuoco, ma uno dei timori (su cui gli europei e ucraini hanno messo le mani avanti) è che Putin gli proponga una tregua in cambio del ritiro di Kiev dal 30 per cento del Donetsk che ancora controlla. Un’altra possibilità è una tregua nei cieli: ridurrebbe i morti in Ucraina ma i droni sono anche un punto di forza di Kiev.
«Vuole i fatti»
Il segretario di Stato Usa Marco Rubio sostiene che «la gente deve capire che per il presidente Trump un incontro non è una concessione…. Vuole i fatti, vuole guardarlo negli occhi… ha un incredibile istinto per decifrare la natura umana. Ho visto i suoi successi negli accordi commerciali… sempre di persona. È difficile per telefono. È di questo che si tratterà venerdì. Non sarà facile, questa guerra significa molto per Putin… e significa molto per gli ucraini che lottano per il loro Paese e il loro futuro».
Resta l’incognita di un incontro senza consiglieri, affiancati solo dagli interpreti. Non è inusuale tra presidenti, ma il rapporto tra Trump e Putin è sempre stato accompagnato da sospetti. Dopo che si videro nel 2017 in Germania, secondo il Washington Post Trump chiese all’interprete di consegnargli gli appunti. Dopo un altro bilaterale nel 2018 in Finlandia, Trump citò Putin («Dice che non è stata la Russia») per negare le interferenze nelle elezioni Usa del 2016. Trump ieri non ha discusso di un recente hackeraggio di sistemi informatici dei tribunali federali per mano dei russi.
13 agosto 2025
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