Contrastare l’antibiotico-resistenza non è più una sfida per il futuro, ma un’urgenza del presente: ogni anno, in Italia, provoca circa 12 mila morti e pesa sul Servizio sanitario nazionale per 2,4 miliardi di euro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che, se non si invertirà la rotta, nel 2050 potrebbe diventare la principale causa di morte in Italia e in Europa.
APPROFONDIMENTI
In questo contesto prende forma AntiMo, piattaforma digitale sviluppata a Napoli da Kelyon insieme all’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, con il contributo dell’Università di Salerno. L’idea è semplice e ambiziosa: dare ai medici uno strumento capace di individuare in anticipo i pazienti a rischio di resistenza agli antibiotici e guidarli verso terapie più mirate, riducendo l’uso improprio dei farmaci.
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L’IDEA
Il cuore di AntiMo è un antibiogramma digitale basato su intelligenza artificiale, che prevede la resistenza con molte ore di anticipo rispetto ai test di laboratorio tradizionali e presenta i risultati secondo la classificazione OMS. La piattaforma si integra con i sistemi diagnostici ospedalieri, monitora in tempo reale le prescrizioni e ne verifica l’aderenza alle linee guida AWaRe dell’OMS.
«Con AntiMo abbiamo voluto mettere la tecnologia al servizio della medicina, offrendo uno strumento concreto per supportare i clinici e contrastare una delle sfide più urgenti della sanità moderna» spiega Gaetano Cafiero, CEO di Kelyon. Per Alessandro Zurzolo, consigliere delegato dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, «la piattaforma è in corso di integrazione nel sistema informatico dell’Istituto ed è in grado di fornire supporto decisionale ai medici nella scelta degli antibiotici più efficaci e nel monitoraggio continuo delle resistenze antibiotiche».
I vantaggi sono evidenti: terapie più rapide e precise, meno complicanze, diffusione di buone pratiche cliniche, riduzione dei costi sanitari. AntiMo consente anche di mappare costantemente le aree a maggior rischio all’interno delle strutture sanitarie e di pianificare interventi mirati di prevenzione, migliorare l’appropriatezza terapeutica e ottimizzare l’uso delle risorse ospedaliere.
LA COLLABORAZIONE
L’esperienza maturata da Kelyon con AntiMo si inserisce in un percorso più ampio. La società napoletana ha, infatti, firmato un Protocollo di Intesa con la Fondazione Bruno Kessler (FBK) di Trento, istituto di ricerca che conta quasi 800 tra ricercatori e personale, specializzato in tecnologie e scienze sociali.
«Questa firma rappresenta un passo strategico verso una collaborazione solida e duratura tra le nostre due realtà» ha commentato Mauro Dragoni, a capo dell’Unità Intelligent Digital Agents (IDA) del Centro Digital Health and Wellbeing della Fondazione Bruno Kessler. «Insieme, ci impegniamo a promuovere iniziative comuni dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione in ambito sanitario, condividendo competenze e sviluppando sinergie che generino un impatto concreto per tutti i cittadini».
Per Cafiero, la partnership rappresenta «un passo significativo verso la creazione di soluzioni innovative che migliorino la qualità dell’assistenza sanitaria e l’efficienza dei servizi, senza perdere di vista la responsabilità nell’uso dell’IA in ambito sanitario».
ECCELLENZA NAPOLI
Kelyon è nata e sviluppata nell’area orientale di Napoli (per poi aprire filiali a Roma e Cardiff, in Gran Bretagna), dimostrando che il Sud può essere protagonista nello sviluppo di soluzioni digitali di livello internazionale. Qui, dove ricerca scientifica e innovazione tecnologica si intrecciano, si progettano strumenti capaci di dialogare con i più avanzati centri di ricerca italiani e stranieri.
La piattaforma digitale AntiMo con l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma e la collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler raccontano una storia di competenze e visione: una Napoli che non si limita a seguire il cambiamento, ma lo guida, portando la tecnologia al fianco della medicina per affrontare una delle sfide più complesse della sanità contemporanea.