Bologna, 13 agosto 2025 – “Siete venuti per un fisico bestiale”, dice sorridendo monsignor Zuppi, rivolgendosi a un gruppo di ospiti. Arriva nella sala dei convegni di Villa Revedin, dove iniziava oggi la tre giorni di festa che culminerà a Ferragosto. E attende Luca Carboni, che quando entra è accolto da applausi e urla gentili.
Se monsignore veste l’abito grigio con camicia e giacca, Luca non è da meno con la sua divisa, coppola, giacca Stone Island cachi, scarpe in tela tipo palladium, versione estiva dell’anfibio. Arriva anche il sindaco Matteo Lepore.
Si parla di ‘Tempo della speranza’. “La speranza è la vita, non solo un tema – così Zuppi –. Ed è vero, è l’ultima a morire. C’è una generazione che ha vissuto la speranza davvero con forza, con generosità fortissima, non è che nulla è cambiato, ma come ha detto Papa Francesco, ops Leone – scusate ma ogni tanto mi succede – quanto è importante la ricerca di felicità, non individuale, ma legata a quella degli altri. Perché dopo tanta speranza delusa, ci siamo accontentati di tante felicità individuali”.
Luca, come ora è per tutti, racconta. “Ringrazio Marco Ponfi, anche lui ha fatto parte dei miei inizi che hanno visto tutti noi cinque figli dati alla musica da mio padre, grande appassionato, e se c’era la scuola dell’obbligo c’era anche il pianoforte dell’obbligo, ma io non avevo molta costanza, mio padre mi doveva correre dietro”.
E poi: “A un certo punto, sulla tastiera, con l’insegnante, ho iniziato a riflettere sulla musica e sulla scrittura e grazie ai fratelli più grandi che ascoltavano i cantautori, pian piano la scoperta: potevo usare la musica per raccontare e con gli amici della parrocchia abbiamo fatto una band”.
Poi racconta di Vito, della Teobaldi rock, il ’77 e il punk. Nel 1981 andò all’osteria e diede a Vito la busta coi testi per Ron, che aveva incontrato al palasport, ma Vito andò in cucina e la lasciò a Lucio che notoriamente mangiava vicino ai fornelli, spesso con gli Stadio. “Lo sentì dalla finestra che esclamava: ca…o belli questi testi”. Poi mi vide e rimase stupito che avessi solo 19 anni”.
Il moderatore Luca Marchi paragona Luca a Zaccheo, un pubblicano citato nel Nuovo Testamento, per il suo incontro con Gesù. Zuppi commenta: “La vocazione è questa cosa, quando senti quell’emozione che devi però esercitare tutti i giorni, sennò si perde. Quando ami non senti la fatica”. Poi Carboni parla di Lucio Dalla: “È bello pensare a Lucio, quasi quarantenne, che poteva già essere tranquillo, famoso e che invece si prende tempo per leggere le cose di un diciannovenne. Oggi un diciannovenne chi trova? Chi gli dà speranza? Dobbiamo fare come Lucio”. Poi don Matteo chiede se Vito sia ancora aperto e Luca gli racconta di Guccini… “Eh già, sono i miei ricordi”.
Speranza e desiderio quanto sono stati importanti nei momenti più duri? “I sogni, come la felicità e la voglia di vivere, si modificano continuamente. Da ragazzo volevo scrivere, ma mai avrei immaginato di cantare e il sogno si è sempre ingigantito e mi ha portato a vivere anche cose che non avevo immaginato. La speranza è il viaggio della voglia di vivere che ti fa sentire dentro nuove esigenze. Nella mia storia musicale mai avuti momenti difficili, mai dovuto scendere a compromessi”.
Arriva il momento dei consigli: “I ragazzi stanno vivendo un momento un po’ difficile, anche per il fatto dei social – afferma Carboni –, ma dobbiamo ascoltarci, se lo facciamo sappiamo cosa ci fa stare bene. Il successo subito non deve essere l’obiettivo, prima noi stessi. Era Sant’Agostino che diceva che Dio era dentro di lui, ma lui era fuori”.
Zuppi si riallaccia alla storia di Sant’Agostino: “Un ragazzo un po’ difficile che non ha trovato una regola ma ha trovato l’incontro col Signore. Ognuno di noi ha la sua strada, ognuno di noi ha il suo fisico bestiale, per citare una canzone che mi è sempre piaciuta molto. E te stesso non lo trovi cercando un talent scout che ti faccia diventare famoso subito, andando su chat Gpt a chiedere chi puoi diventare. Il vero talent scout è il Signore che ti guida e ti fa trovare te stesso”.