Il suo profilo Instagram contava oltre quattro milioni di follower, più di 7.800 post e circa 1.400 seguiti, tra personaggi dello spettacolo, della cultura e dell’impegno civile. Poi, nel giro di poche ore, è sparito. Nessun avviso ufficiale, nessuna spiegazione da parte di Meta. Da settimane, la pagina di Luciana Littizzetto non è più raggiungibile. Tra le ipotesi circolate, c’è chi parla di sospensione da parte della piattaforma, chi di una scelta volontaria. Ma la teoria più condivisa punta altrove: una possibile rimozione legata alle sue recenti prese di posizione politiche e umanitarie, soprattutto sui bombardamenti a Gaza e sull’intervento israeliano in Palestina.

Nel corso degli ultimi mesi, la comica torinese — originaria di Bosconero e con una carriera che l’ha portata dai palchi dei locali torinesi fino al prime time televisivo con Fabio Fazio — aveva usato Instagram non solo per la satira, ma come spazio di denuncia. Aveva pubblicato immagini di bambini feriti, commenti durissimi sull’inazione dell’Occidente, accuse dirette al governo di Tel Aviv. Post che avevano raccolto centinaia di migliaia di like, ma anche ondate di critiche, accuse di parzialità e attacchi da sostenitori israeliani e da esponenti della destra italiana. Secondo alcuni, una campagna di segnalazioni di massa potrebbe aver portato alla chiusura del profilo.

Le ultime pubblicazioni certe risalgono ad aprile 2025, quando aveva ironizzato sul discorso di Re Carlo III. Poi, silenzio. Un’assenza che pesa, perché Littizzetto usava i social come piattaforma satirico-civile: attaccava il sessismo, difendeva i diritti LGBTQ+, denunciava le storture della burocrazia e le carenze delle case popolari, sosteneva i migranti e parlava di disagio mentale con uno sguardo diretto e mai paternalista.

Il 12 agosto 2025, al Salento Book Festival di Corigliano d’Otranto, l’argomento è emerso durante l’incontro “Vivere la vita è un gioco da ragazzi? Strategie di sopravvivenza in coppia e sui social”, che vedeva sul palco anche Federico Basso, Corrado Nuzzo e Maria Di Biase. Pur senza entrare nei dettagli, l’intervento ha lasciato intendere un riferimento alle recenti polemiche e alle regole sui social, mutate improvvisamente e con effetti più pesanti per chi ha un’ampia visibilità online rispetto ai profili di dimensioni ridotte.

Non è la prima volta che le sue dichiarazioni suscitano forti reazioni. A marzo, durante una puntata di Che Tempo Che Fa, un’affermazione ironica sulle sconfitte militari italiane aveva portato alla denuncia per diffamazione aggravata da parte del tenente in congedo Pasquale Trabucco, presidente del Comitato 4 Novembre. Il caso è ora all’attenzione del Tribunale di Milano e ha aperto un dibattito nazionale, diviso tra chi lo considera satira e chi invece vilipendio delle forze armate.

Luciana Littizzetto Salento Book Festival (Ingragram grazia__zocco)

Nel corso dell’evento pugliese, Luciana Littizzetto ha partecipato a un gesto simbolico indossando una fascia nera al polso, insieme agli altri ospiti, in segno di solidarietà verso la popolazione di Gaza, su invito di Giancarlo Bozzo di Zelig. L’incontro ha registrato il tutto esaurito, lasciando fuori numerosi spettatori per mancanza di posti.

Rimane oggi l’interrogativo su un account, chiuso dopo anni di attività, che era diventato un punto di riferimento per satira e impegno civile. Un’assenza improvvisa che riapre la discussione sui limiti alla libertà di espressione e sulla sottile linea di confine tra moderazione e censura.