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Daniele Sparisci e Giorgio Terruzzi
La brutta partenza della stagione sta lasciando il segno nella Ferrari: anche Vasseur rischia. E per la prima volta Leclerc dubita nonostante un lungo contratto
Due podi di fila, e in Canada parte la rincorsa al terzo sulla pista intitolata a Gilles Villeneuve. Il rilancio sì, ma sono risultati ben lontani dagli obiettivi iniziali: una delusione che sta provocando effetti profondi. Diversi i fronti aperti in Ferrari, l’operato di Fred Vasseur messo sotto esame da parte dei vertici aziendali, gli sfoghi di Hamilton, e soprattutto i dubbi, davvero presenti per la prima volta nella testa di Leclerc.
Al boss francese è stato chiesto conto del rendimento insoddisfacente, la sua posizione non è più così salda, gli viene rinfacciato di conoscere poco l’ambiente interno, ed è curioso che questo fine settimana la traiettoria della sua Ferrari incroci a distanza quella dell’altra Rossa, guidata da colui che potrebbe sostituirlo: Antonello Coletta, capo dell’endurance, impegnato nella 24 Ore Le Mans in un Mondiale cominciato con tre vittorie su tre. In passato il manager romano era stato consultato per guidare la F1, ma aveva declinato con gentilezza e lo ha ribadito anche recentemente, consapevole dell’enorme differenza fra i due mondi delle competizioni. Ora che ha vinto tutto sarebbe più difficile tirarsi indietro. Il suo nome (insieme a quello di Horner, vecchio pallino di Elkann che ieri era in visita alla Juve) è in cima alla lista se con Vasseur si dovesse andare alla separazione.
Dietro al caso team principal l’inquietudine dei piloti, Leclerc intanto. Dal suo cerchio più ristretto qualcuno si è lasciato sfuggire interrogativi a proposito del contratto che lo lega a Maranello fino al 2029, cioè quando avrà 31 anni. Un matrimonio definitivo, caratterizzato da continue dichiarazioni di amore. Ma la sua fiducia non sembra più totale, rivive crisi cicliche e non gli sarà sfuggito che Piastri in un anno, da quando la McLaren è tornata al vertice, ha vinto quasi quanto lui in 7 stagioni in rosso.
Non c’è nulla di deciso ma il semplice fatto che possa guardarsi intorno senza più escludere il passaggio a un altro team (esistono clausole d’uscita nell’accordo) pare connesso alle opportunità offerte dal 2026. Il suo timore è ritrovarsi su una Rossa che fatica anche nel nuovo ciclo di regole. La Mercedes invece è accreditata di un vantaggio tecnico grazie al motore. Non ha ancora rinnovato il contratto a Russell, ha inseguito Verstappen ma è probabile che Max l’anno prossimo resti in Red Bull per scegliere con chi accasarsi nel 2027, sempre che non decida davvero di prendersi una pausa, cosa che potrebbe permettersi solo lui. Charles inoltre è sempre stato stimato da Toto Wolff. C’è poi l’Aston Martin in pieno rilancio con Adrian Newey ma sarebbe una scommessa ad alto rischio.
Infine Hamilton: il suo ingresso non ha prodotto gli effetti sperati ma ha aumentato il valore di Leclerc, ormai non solo velocissimo, ma anche faro in pista dopo aver sopportato in silenzio discorsi su quanto avrebbe potuto imparare da Lewis. Il quale a sua volta è in crisi. Da una parte ammette onestamente le proprie difficoltà, dall’altra patisce una relazione complicata. Con il passare dei Gp è subentrata la sensazione di non essere ascoltato o seguito abbastanza dalla squadra. Il che pone tutta una serie di questioni dal momento che il suo ingaggio era stato sostenuto da ragioni che vanno oltre le prestazioni agonistiche, basti pensare all’enorme ritorno d’immagine di cui all’inizio ha beneficiato tutta la F1. Ricordi lontanissimi, era il Mondiale d’inverno.
12 giugno 2025
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