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L’incendio che negli ultimi giorni ha interessato le pendici del Vesuvio ha bruciato più di 5 chilometri quadrati di vegetazione degli 84 compresi nel parco nazionale del vulcano. Ora le fiamme sono quasi del tutto spente, anche grazie a un temporale pomeridiano di martedì, ma continua il lavoro delle squadre della Protezione Civile arrivate da varie parti d’Italia perché i boschi bruciati devono essere bonificati per essere considerati sicuri e per scongiurare il rischio di reinneschi delle fiamme.

Non esiste ancora una stima dei danni, perché sebbene l’incendio sia quasi del tutto spento non è ancora stato possibile effettuare ricognizioni complete delle zone bruciate.

Si sa che tra queste ci sono alcuni vigneti e altre coltivazioni, ma i danni all’agricoltura sono stati tutto sommato contenuti. Nicola Caputo, assessore della Regione Campania all’Agricoltura, ha detto che secondo una prima stima sono bruciati solo 3 ettari di vigneti, «circa l’1 per cento dei 260 ettari di vigne dell’areale». Non ci sono stati danni invece per le colture di pomodorino del piennolo del Vesuvio.

Caputo ha anche promesso che quando ci saranno valutazioni definitive dei danni le aziende agricole riceveranno aiuti da parte della Regione. Non ci sono stati danni a case e infrastrutture: i vigili del fuoco sono riusciti a contenere l’incendio lontano dalle zone abitate.

Sulle cause dell’incendio sono state aperte due indagini, una della procura di Nola e una della procura di Torre Annunziata, che hanno diverse competenze territoriali e stanno collaborando. Per il momento non sono state trovate tracce di inneschi ma gli investigatori pensano che l’incendio sia stato dovuto ad atti intenzionali, come è quasi sempre il caso per gli incendi di vegetazione in Italia. Per verificarlo le due procure stanno analizzando le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza delle zone interessate.

Le indagini dovranno anche stabilire se ci siano state negligenze da parte delle autorità riguardo alle prime segnalazioni di focolai: l’incendio si è espanso a partire da venerdì, ma già dal 20 luglio erano stati osservati dei piccoli roghi.

Area bruciata nel Parco Nazionale del Vesuvio

Area bruciata nel parco nazionale del Vesuvio, nel comune di Boscoreale, 11 agosto 2025 (Alessandro Garofalo/LaPresse)

Si ritiene che avesse avuto un’origine dolosa anche il grande incendio che si sviluppò sempre nell’area del Vesuvio nel luglio del 2017 e che complessivamente bruciò una superficie molto maggiore: 30 chilometri quadrati. Tutte le persone indagate per quella vicenda però furono assolte e a oggi non sono stati individuati dei responsabili.

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