Torna l’appuntamento con la rubrica Lettera alla Redazione: “… E come ogni luglio, al tifoso granata tocca il supplizio della telenovela estiva del calciomercato…”
Redazione Toro News
23 luglio – 21:32
La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Gli indirizzi di riferimento a cui mandare le vostre lettere sono gli stessi: redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net.
Oggi è il turno di Stefano Milano, persona colta e tifosissimo granata, titolare della Libreria Ubik di Savona.
…E come ogni luglio, al tifoso granata tocca il supplizio della telenovela estiva del calciomercato. Si suda per il caldo, ma non solo.
Va bene ‘sta roba del ‘fair play’ finanziario, ma il buon Cairo l’ha presa davvero sul serio al punto di diventare finanziariamente quasi un galantuomo. Lo si evince dagli obiettivi: giovani della primavera, giocatori svincolati (l’ultimo adocchiato è Ounas scartato pure in Qatar, ma chissà che non si sondi anche la pista che porta al promettente Danilo Pileggi), ma soprattutto prestiti con diritto di riscatto. In una parola, non spendere un euro, o quasi. Sorprende la cronica indecisione negli acquisti, confrontata con la risolutezza che si palesa invece nel momento delle ben remunerative vendite: quasi 150 milioni in questi anni soltanto per Bremer, Buongiorno, Bellanova e Ricci, forse altri 33 milioni per Milinkovic e Coco.
Il discrimine pare dunque questo: la differenza tra diritto e obbligo di riscatto: siamo così convinti e mirati nell’acquisto di un giocatore che preferiamo avere sempre la possibilità di restituirlo gratis al mittente l’anno dopo. Un grande messaggio di fiducia anche verso il giocatore stesso, costretto a giocare sempre con la valigia pronta negli spogliatoi. Una forma di leasing gratuito, o meglio una supplica di beneficenza rivolta alle altre squadre, non si sa bene a che titolo. Lo abbiamo fatto pure con Vlasic. Peraltro neanche Amazon ti concede la resa dopo un anno. Non ci risulta che Pianelli avesse preso Claudio Sala senza pagarlo. Dal suo piede partirono poi i cross per lo scudetto. Eppure un bel po’ di beneficenza l’abbiamo comunque raccolta in queste settimane. Anche la severissima Agenzia delle Entrate -notoriamente impassibile anche di fronte a famiglie indebitate e nullatenenti con figli- si è impietosita e ha estinto l’ipoteca sullo stadio. Un regalo da 38 milioni di euro al nostro amato Patron.
Dunque anche questa estate dal giornale di famiglia ci tocca leggere di come la squadra ‘migliora’, con triple capriole linguistiche e miracoli lessicali: titoli di giornali del tipo “la squadra si rinforza con Anjorin”, ovvero comprare per 4 milioni un giocatore con alle spalle diversi infortuni e vendere un giovane nazionale da 25 milioni diventa un “rinforzare il centrocampo”. Siamo stati a lungo indecisi anche nel prendere un giocatore discreto e svincolato come Ismajli vincolandolo alla cessione o meno di Coco, come se prenderlo comunque a costo zero poteva non essere ‘abbastanza’ conveniente. Come se si potesse acquistare a meno di zero. In questi giorni ci siamo buttati anche in una operazione simpatia, comprando un portiere (riserva nello Sporting, non sia mai) che porta il nome della nazione al momento più odiata sulla terra e al contempo regalando qualche milione ai gobbi. Ma soprattutto leggi giorni fa sui giornali degli acquisti già effettuati di Ngonge e Oristanio, quando in realtà ciò non corrispondeva a realtà. In questi casi il rischio è sempre quello di farci portare via giocatori da direttori sportivi più risoluti.
Memorabili anche gli articoli dove si individua un giocatore che supera tutti gli step di valutazione: viene promosso nel giudizio degli osservatori, dell’allenatore, è perfetto per il ruolo richiesto -magari perché di fascia destra con piede sinistro o di piede destro su fascia di centro-, si ottiene il suo gradimento, quello dell’agente, della famiglia, dei nonni ancora in vita, ecc… e ci si blocca alla fine per un ostacolo improvviso insormontabile, davvero imprevisto e imprevedibile: il costo del cartellino. A volte le avversità remano davvero contro.
Il problema a monte forse è stato non riuscire a trovare un nuovo Presidente in grado di portare idee nuove e soprattutto liquidità. Nel momento in cui in questi mesi si è profilata l’ipotesi di vendita della società il prezzo è risultato sempre troppo alto, e Cairo si è sempre giustificato parlando di quanto ci ha rimesso in questi anni investendo 80 milioni. Ma ha tralasciato sempre di riportare il punto fondamentale: lui la società l’ha rilevata quasi a costo zero (ironia della sorte proprio come i giocatori che vuole comprare), quindi una vendita anche a prezzi molto inferiori di quanto chiesto -tipo 130 o 150 milioni di euro?- rappresenterebbe comunque per i suoi vent’anni di presidenza non una perdita ma una buona plusvalenza. Senza contare i vantaggi avuti anche a livello di immagine.
Ma tornando alla campagna ‘acquisti’ (se la parola non appare oggi troppo ridondante), come dicevamo la differenza la sta facendo quindi il diritto o l’obbligo di riscatto. Si moltiplicano le prese di posizione di ex glorie granata che si fanno portavoce del diffuso malcontento del popolo, chiedendo alla dirigenza di non ‘galleggiare’ ma di ambire al famoso e ormai impolverato ‘salto di qualità’. In pratica, rivendichiamo il riscatto della storia granata, che per Cairo dovrebbe essere ormai un improrogabile impegno, quasi imperativo morale.
In altre parole: a noi il diritto del riscatto. A lui l’obbligo”.
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