ANCONA – Il grande momento sta per arrivare. Una band anconetana suonerà infatti all’Arena sul Mare del Porto antico di Ancona. Eh sì. Perché i Dna non sono una semplice cover band, tantomeno una tribute band qualsiasi. Ciò nonostante che, di gruppi che suonano la musica dei Pink Floyd, sia pieno il mondo. D’altro canto però un conto è riarrangiare brani e un conto eseguire alla lettera, pardon alla nota, quanto fatto da Roger Waters e compagni. Per questo i Dna hanno davvero pochi simili al mondo. E, come dicono loro stessi «la nostra ricerca di un suono sempre migliore non si è mai fermata». Un approccio e delle motivazioni che li hanno portati sempre a distinguersi, al punto da essere chiamati in tutta Italia a esibirsi e, addirittura, a collaborare con maestri musicali di fama nazionale.


Dna, Pink Floyd, foto di Alberto CamillettiPassione, cultura musicale, voglia di migliorarsi un’esibizione dopo l’altra. Questo sono i Dna a detta di tutti. Altrimenti non si sopravvive per 45 anni nel mondo della musica, come loro sono riusciti a fare, pur senza diventare mai dei professionisti a tutti gli effetti. Anche per questo, la loro esibizione di giovedì 24 luglio all’Arena sul Mare del Porto antico di Ancona, orario di inizio le 21,30, promette di essere un qualcosa di speciale, se non addirittura di indimenticabile.


Dna, Pink Floyd, maestro e orchestraLa band è attualmente formata dai fondatori Paolo Fiorini (chitarra e voce) e Gianni Zitti (batteria), assieme a Mirco Agostini (basso), David Mancinelli (chitarra e voce), Marco Mannini (Tastiere), Robertino Riminucci (sax e percussioni), Daniela Canova (coro), Nunzia Senigagliesi (coro), mentre Elio Calcaterra (regia video ed effetti sonori). In questa intervista Fiorini spiega ai lettori di Ancona Today la storia della loro amata creatura e l’impegno profuso in ogni concerto, identico se non addirittura superiore a quello messo in scena da tanti artisti professionisti.


Fiorini buongiorno e grazie per il tempo concessoci. Allora, può spiegare ai nostri lettori come mai a detta di chiunque voi non siete una semplice cover band?


«Buongiorno a tutti. Diciamo che le cover band ci mettono sempre qualcosa di loro, tentando ci cambiare gli arrangiamenti. Noi invece, pur mettendo qualcosa della nostra personalità, teniamo il più possibile a suonare la musica originale dei Pink Floyd».


Dna, Pink Floyd, The wall, foto di SebazetaQuando è nata la band?


«La band nasce negli anni ’70 da un’idea mia e di Gianni Zitti, l’amico di una vita. Pensate. Abitavamo nella stessa via sin da bambini. Poi siamo stati compagni di scuole e migliori amici l’uno dell’altro al di fuori. Il rapporto prosegue ancora oggi».


E il colpo di fulmine con i Pink Floyd come avviene?


«Un altro grande nostro amico, l’unico al tempo ad avere un impianto stereo, ci chiama a casa e ci fa ascoltare l’album “Dark side of the moon”. È stato un colpo di fulmine al primo impatto. Un’autentica illuminazione. Poi sono usciti il film “Pink Floyd live at Pompei” e l’album “Wish you were here” e non siamo più tornati indietro».


Dna, Pink Floyd, Paolo Fiorini. Foto di Mauro Tronto FotografiaSecondo voi cosa ha la musica dei Pink Floyd di cosi differente rispetto a tutti gli altri grandi gruppi mondiali?


«È pur sempre una questione di gusti. A ogni modo per noi i Pink Floyd, rispetto ad altri gruppi, hanno una musica di ambientazione prima psichedelica e poi emozionale. Le atmosfere che sono riusciti a creare, in pochi sono riusciti a raggiungerle. E questo ha sempre fatto la differenza a loro favore».


Torniamo a voi. Quando avete svolto il primo concerto?


«Allora le prime esibizioni davanti a un pubblico le abbiamo iniziate già nel 1975. Però il primo concerto vero e proprio lo abbiamo tenuto nel 1980 al cinema Galleria. Fu un’emozione unica che ricordo ancora oggi».


E da lì non vi siete più fermati.


«Abbiamo svolto oltre 200 concerti da allora. Ad Ancona, nelle Marche e in tutto il centro Italia, ma ci siamo concessi anche escursioni a nord come al sud, tipo a Taranto. Tanti componenti della band, per varie ragioni, nel corso del tempo hanno dovuto mollare, ma io e Gianni siamo sempre riusciti a trovare validi sostituti»




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Ne ricorda uno in particolare di concerto?


«Sicuramente quello in cui siamo riusciti a portare in scena The Wall. Non fu affatto facile perché avevamo un muro che crollava davvero durante il concerto, alto 8 metri».


E poi?


«Nel 2012 siamo stati scelti dal maestro Molinelli e dalla sua orchestra sinfonica. È stato un qualcosa di incredibile, con tanto di narrazione. In questo caso siamo arrivati a esibirci fino a Trento. Di tanto in tanto riusciamo ancora a ripetere l’esperienza».


Dna, Pink Floyd, Gianni ZittiOra specifichiamolo bene. Voi siete di?


«Siamo di Ancona e infatti ci teniamo tantissimo a suonare in una location unica come L’Arena sul Mare. La cosa ci inorgoglisce tantissimo. Suonare nella nostra città è un qualcosa che ci emoziona e ci riempie sempre il cuore».


Chi verrà a vedervi, cosa dovrà aspettarsi?


«Nella prima parte dello spettacolo suoneremo brani tratti dagli album “Dark side of the moon”, “The animals” e “The wall”. Nella seconda invece faremo tutto “Wish you were here”. Posso poi assicurare a tutti quanti che dalle luci, alla proiezione ai video… sarà un bell’impatto e non rimarrete delusi. E poi c’è una sorpresa».


Sarebbe?


«Una guest star come si suol dire. Un nome molto conosciuto della musica e di Ancona ci accompagnerà in alcuni brani. Non dico ovviamente il nome perché deve restare una sorpresa. Venite all’Arena sul Mare e scoprirete chi è».


Un’ultima cosa. Ma il nome Dna? Da cosa deriva?


«Sono cose da ragazzini. Da studenti del primo anno di ragioneria nel 1975. Studiavamo scienze come materia e c’era, tra le altre cose, l’acido desossiribonucleico, noto come Dna. E da lì abbiamo preso il nome».





Ancona, Pink Floyd, acido desossiribonucleico. Strana miscela, ma il risultato è garantito in questo concerto organizzato dalla Universal Events di Emanuel Pastina.