«Spero tu stia bene e che non abbia mai perso tutto il tuo entusiasmo», le ha scritto qualche giorno fa un fan che l’aveva «persa nei menandri dei ricordi». Syria, vero nome Cecilia Cipressi, romana (ma milanese d’adozione), 48 anni, si è presa del tempo per rispondere a lui e a tutti quelli che in questi anni le avevano chiesto che fine avesse fatto. Con un lungo post sui social la voce di Sei tu ha raccontato di star bene e di continuare «a fare tutto quello che posso a più non posso». A nove anni dal suo ultimo concerto, quello del 2 dicembre 2016 al Teatro Grande di Brescia per festeggiare il suo ventennale di carriera, Syria quest’estate è tornata a cantare le sue canzoni sui palchi delle piazze e delle arene italiane. Un modo per riprendere confidenza con il pop dopo aver girato nel 2018 e nel 2024 i teatri con lo spettacolo-tributo a Gabriella Ferri Perché non canti più, ideato insieme a Pino Strabioli. Sabato sarà in concerto a Morlupo, alle porte di Roma, in piazza Armando Diaz.
La canzone più richiesta dal pubblico qual è?
«Sei tu, Non ci sto, L’amore è. La gente mi sta facendo sentire tutto il suo affetto e questo mi riempie il cuore di gioia».
Cosa l’aveva spinta, nove anni fa, a cercare altre strade?
«Dopo dieci dischi incisi tra il 1996 e il 2017 sentivo di non avere più obiettivi da raggiungere. Era come se qualcosa si fosse rotto».
Ha vissuto una forma di depressione?
«No. La salute mentale è una cosa seria e delicata e ci andrei piano con certe parole. Ho semplicemente capito che non avevo più opportunità, che c’erano ostacoli troppo grandi per andare avanti con la musica e continuare a fare dischi come volevo farli io. Non interessavo più a manager e discografici. Per non parlare dei no a Sanremo. Ho fatto un passo indietro. Mi sono dedicata al teatro. E poi ho cresciuto un figlio (Romeo, 12 anni, il secondo – dopo Alice, 23 anni – nato dall’unione con il marito Pier Paolo Peroni, discografico e già produttore e manager degli 883 e di Max Pezzali, fino al divorzio del 2022, ndr)».
È vero che è stata licenziata dalla sua ex casa discografica – l’ultimo album, 10+10, è uscito nel 2017 per Universal – via mail?
«Sì. Un’esperienza surreale. Per le loro logiche, non valeva la pena andare avanti con me. Gli obiettivi che ci eravamo fissati non sono stati raggiunti. Pazienza. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, ho firmato un nuovo contratto e sto preparando un nuovo album».
Con chi?
«L’etichetta è Asian Fake (casa discografica indipendente milanese, ndr). Sto lavorando con giovani musiciste donne che stimo. Ma non posso anticipare nulla».
Del roster di Asian Fake fanno parte, tra gli altri, California dei Coma Cose e Meg: saranno per caso della partita?
«Magari (ride)».
Suo marito Pier Paolo Peroni ha un ruolo nel progetto?
«È sempre stato il mio principale consigliere: è un detonatore di cose inaspettate. Ma io vado per la mia strada».
Tra gli addetti ai lavori si è sparsa la voce del suo ritorno: per caso gli amici Jovanotti (scrisse per lei “Se tu non sei con me”, “L’amore è” e “Non sono”) e Biagio Antonacci (autore di “Fantasticamenteamore”, presentata in gara a Sanremo nel 2001) si sono fatti avanti per scriverle qualche brano?
«No. Abbiamo dato in passato ed è già tanto quello che hanno fatto per me».
Un ritorno in gara a Sanremo per festeggiare il trentennale della vittoria del 1996 tra i “Giovani” con “Non ci sto” è nei piani?
«Non ci proverò neanche: non ho la canzone. E poi c’è ogni anno troppa fila».
E se il brano arrivasse? Se Jovanotti decidesse di prendere carta e penna e di mandarle un pezzo?
«In quel caso sarei felicissima. Ma per ora non c’è niente di niente: mi concentro sulle lavorazioni del disco, che uscirà più in là».
Nel 1996 aveva 17 anni: cosa l’ha protetta dal lato oscuro del successo?
«Sicuramente il fatto di avere un padre come il mio (Elio Cipri, promoter radiofonico e ufficio stampa che ha contribuito al successo di tra gli altri Toto Cutugno, Mango, Zucchero e Nek, scomparso nel 2022, ndr): osservando il suo lavoro ho capito come muovermi in questo settore. E poi ai nostri tempi non c’erano i social, la vera rovina delle nuove generazioni. Oggi quando riguardo il video di quell’esibizione provo tenerezza: affrontavo le cose senza neppure rendermi conto di cosa stessi facendo».
`Piazza Armando Diaz (Morlupo) Sabato, ore 22
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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