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Mentre lo sguardo dell’opinione pubblica internazionale è rivolto al dossier Ucraina, in attesa del faccia a faccia tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska, prosegue l’attività di vigilanza della Nato lungo il fianco Est dell’Alleanza. Mercoledì 13 agosto due caccia F-35 del 32esimo Stormo dell’Aeronautica Militare italiana con base in Estonia hanno intercettato due jet russi, un Sukhoi Su-24 Fencer e un Sukhoi Su-27 Flanker.

I due caccia italiani, F35 Lightning II, operano nell’ambito della missione Nato di Enhanced Air Policing. La “Task Force Air 32nd Wing” distaccata presso la base aerea di Amari in Estonia è in servizio di Quick Reaction Alert 24/7 (decollo su allarme 24 ore su 24 e 7 giorni su 7). Tra Air Policing e Air Shielding, nel 2025 l’Italia partecipa con 15 mezzi aerei e 375 unità di personale militare.

L’Air Policing è una capacità di cui si è dotata la Nato a partire dalla metà degli anni cinquanta e consiste nell’integrazione, in un unico sistema di difesa aerea e missilistico Nato, dei rispettivi e analoghi sistemi nazionali messi a disposizione dai Paesi membri. L’attività di Air Policing consiste nella continua sorveglianza e identificazione di tutte le violazioni all’integrità dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica Viene svolta nell’ambito dell’area di responsabilità del Comando operativo alleato della NATO (Allied Command Operation) di stanza a Mons e viene coordinata dal Comando aereo (Air Command) di Ramstein.

L’Air Shielding è una riorganizzazione della postura di difesa aerea e missilistica lungo il fianco orientale dell’Alleanza, posta in essere dalla Nato in risposta alla crisi ucraina, e include tutte le attività di sorveglianza (Air Policing), pattugliamento (Combat Air Patrols), vigilanza (enhanced Vigilance Activities) e prontezza (readiness) degli assetti aerei e missilistici.

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La missione

L’Enhanced Air Policing in particolare fa parte delle “misure di rassicurazione” della Nato introdotte nel 2014, dopo l’annessione illegale e illegittima della penisola di Crimea da parte della Russia. L’Alleanza ha attuato queste misure di rassicurazione con l’obiettivo di dimostrare la determinazione collettiva degli Alleati, la natura difensiva dell’Alleanza atlantica e dissuadere la Russia dall’aggressione o dalla minaccia di aggressione contro gli Alleati della Nato. Si tratta dimissioni flessibili in linea con i cambiamenti che caratterizzano la situazione di sicurezza che l’Alleanza si trova ad affrontare.