di
Marco Sabella

I trader che prevedono uno spread compreso tra 50 e 100 punti base nel prossimo semestre sono aumentati a luglio dal 41% al 69%. Solo il 28% indica un intervallo fra i 100 e 150 punti. Le conseguenze per i risparmiatori

Lo spread (differenziale) di rendimento tra il Btp e il Bund tedesco a 10 anni tornato ai livelli precedenti la grande crisi finanziaria del 2008 – scatenata dal fallimento della Banca Usa Lehmann Brothers – è diventato lo scenario di riferimento. Appena il 21 maggio scorso lo spread è sceso sotto la  quota dei 100 punti, non accadeva da anni, e da allora, con un calo interrotto da qualche piccolo aggiustamento, il «sovrarendimento» del decennale italiano rispetto all’omologo tedesco non ha fatto che diminuire portandosi in questi giorni sotto gli 80 punti. Un valore che le quotazioni dei Btp italiani sembrano tenere saldamente e che ci riporta appunto all’epoca precedente la Grande crisi finanziaria del 2008. Si tratta di una conquista stabile oppure siamo di fronte a un fenomeno reversibile?

Il sondaggio di Assiom-Forex

Secondo un sondaggio condotto a luglio da Assiom Forex (l’associazione degli operatori bancari in titoli e valute) fra i suoi aderenti in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor,  lo scorso mese è significativamente aumentata la quota di intervistati che prevede uno spread fra Btp e Bund compreso tra 50 e 100 punti base nel prossimo semestre, con un balzo al 69% rispetto al 41% di giugno. Al contempo, si riducono le attese di un aumento del differenziale fra i titoli italiani e quelli tedeschi (attualmente, come abbiamo visto a 80 punti). Il 28% degli operatori Assiom Forex indica un intervallo fra i 100 e 150 punti contro il 51% del mese precedente, mentre solo il 3% prevede uno spread fra 150 e 200 punti base (dal precedente 5%). Nessuno si aspetta un aumento sopra i 200 punti (indicato dal 3% degli intervistati a giugno).



















































Scenario positivo

«Nel corso del mese, lo spread Btp-Bund ha toccato i nuovi
minimi dal 2021. Le prospettive per un ulteriore restringimento degli spread creditizi sul debito sovrano italiano rimangono favorevoli – commenta il presidente di Assiom Forex Massimo Mocio -. Anche il mese di agosto dovrebbe beneficiare di un profilo di emissioni nette contenuto, una dinamica attesa proseguire almeno fino a ottobre. Secondo il nostro panel, la quota di intervistati che prevede uno spread compreso tra 50 e 100 punti base nel prossimo semestre è aumentata significativamente, passando
dal 41% al 69%».

Rendimento stabile, per adesso nessun guadagno per i titoli già emessi

Le conseguenze per i risparmiatori di questa evoluzione certamente favorevole non sono tuttavia immediate. In conseguenza del calo dello spread ci si aspetterebbe una diminuzione anche dei rendimenti del Btp a 10 anni, con il conseguente guadagno in conto capitale per chi detiene titoli già emessi (quando i rendimenti di mercato dei bond scende le quotazioni dei titoli già emessi aumentano). Questo fenomeno positivo tuttavia non si sta manifestando, se non in misura circoscritta. Da alcuni mesi, infatti il rendimento dei Btp decennali italiani oscilla fra il 3,4 e il 3,5% senza apprezzabili variazioni. La punta massima è stata raggiunta con il 3,99% di rendimento di inizio marzo di quest’anno (dopo l’annuncio dei dazi Usa e dei maxi investimenti tedeschi in infrastrutture) mentre il minimo degli ultimi 12 mesi risale a dicembre 2024, con un valore del 3,16%).

L’aumento di rendimento del Bund

A «mangiarsi» l’effetto positivo della diminuzione dello spread è infatti la dinamica di aumento della remunerazione dei Bund tedeschi. Le emissioni Berlino sono passate infatti da un rendimento dell’1,9 di un anno fa all’attuale 2,62%, dopo avere toccato un massimo del 2,9% a inizio marzo del 2025. È l’effetto degli annunci del bazooka fiscale, l’aumento imponente della spesa con un piano di investimenti per 500 miliardi di euro, annunciato dal governo per rilanciare la crescita del Pil tedesco. In queste circostanze l’effetto positivo della diminuzione dello spread è stato quasi interamente bilanciato dall’aumento dei rendimento dei Bund. Vale la pena ricordare che se lo spread Btp-Bund fosse oggi allo stesso livello dell’agosto di un anno fa, ovvero 155 punti, il rendimento del Btp sarebbe di circa il 4,15% (2,60+155). Una cedola più alta ma anche una perdita in conto capitale di circa il 3-4% a causa di oltre mezzo punto di rendimento aggiuntivo. 

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14 agosto 2025