di
Mario Sensini
Le istruzioni Inps per riallineare i contributi degli ex dipendenti pubblici e aggiornare assegni pensionistici e trattamento di fine rapporto. Durigon: «Il ricalcolo farà aumentare le pensioni: ci vorrà una copertura di bilancio»
«Male che vada, il ricalcolo si tradurrà in un aumento dell’assegno pensionistico o del trattamento di fine rapporto. E non è escluso, anzi, che ci voglia una copertura di bilancio». Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, spiega così l’operazione avviata nel 2024 che consente alle pubbliche amministrazioni di regolarizzare il versamento dei contributi ai dipendenti fino al 2004. La sanatoria è avvenuta sulla carta, con la certificazione dei contributi mancanti, e doveva servire per alleggerire il contenzioso legale tra gli ex dipendenti pubblici e lo Stato. In parallelo e con lo stesso scopo, da qualche anno, è stato prorogato, ora fino a tutto il 2025, il termine di prescrizione dei contributi previdenziali, cosicché i lavoratori non perdano diritto ad esigerli e la pubblica amministrazione possa evitare le sanzioni.
Ora, però, è arrivato il momento di riallineare i dati dei contributi con i trattamenti corrisposti agli ex dipendenti pubblici, quindi aggiornare gli assegni pensionistici e rivalutare il trattamento di fine rapporto o di fine servizio. Nei giorni scorsi sono arrivate le istruzioni dell’Inps alle singole amministrazioni per l’eventuale ricalcolo del dovuto, che pone anche dei limiti temporali alla revisione.
Cosa rischiano i pensionati?
In concreto, tuttavia, secondo Durigon i pensionati non corrono grandi rischi. Chi è andato in pensione da più di tre anni nessuno. Nella stragrande maggioranza dei casi è l’amministrazione pubblica ad aver pagato meno contributi del previsto e ora la differenza viene riconosciuta, «non c’è retroattività e i casi di revisione al ribasso degli assegni previdenziali o delle liquidazioni saranno rarissimi» dice Durigon. Tanto che, secondo lui, probabilmente ci vorrà uno stanziamento apposito di bilancio, nel ’26, per coprire le maggiori somme che le pubbliche amministrazioni, cui l’Inps ha chiesto di coprire le eventuali differenze, saranno chiamate a pagare.
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14 agosto 2025
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