di Nicola Baldo
La società, le persone, le idee ci sono già tutte, adesso manca solamente… la struttura. Torniamo a parlare di beach volley in Trentino dove, accanto ai campetti all’aperto presenti a Trento ed in una manciata di altri paesi, accanto ai campi di Molina di Ledro, il tema è sempre quello dell’assenza di una struttura al coperto dedicata. E pensare che ci sarebbe già una società sportiva pronta ad assumersi l’onere e l’onore di gestire uno spazio pensato per il beach volley dodici mesi all’anno, organizzando corsi per tutti i livelli, tornei, eventi, manifestazioni e gestendo i campi per tutti. Dagli studenti universitari e liceali che vogliono solo giocare ogni tanto a chi già schiaccia e riceve, ma affiancherebbe volentieri l’attività in palestra con quella sulla sabbia.
Una realtà già esistente è My Way, scuola di beach volley e società sportiva fondata da Tiziano Andreatta, beacher trentino a livello nazionale ed internazionale ed ex atleta della cantera di Trentino Volley, presieduta da Rosanna Baldessari ex giocatrice ed allenatrice di volley. “Ci siamo già mossi in questi ultimi anni incontrando esponenti della Provincia, il sindaco di Trento Franco Ianeselli e Paola Mora, presidente del Coni trentino, oltre che con la Fipav regionale per portare avanti questa necessità”, racconta Baldessari. Ovvero trovare la location giusta a Trento per realizzare una struttura al coperto dove poter giocare a beach volley oltre che ad altri sport sulla sabbia (beach soccer e beach tennis, per esempio). “La società è aperta ed operativa – prosegue Baldessari – la sede è a Trento, tutto quanto è a Trento, il conto corrente è con la Banca del Trentino Alto Adige Sudtirol ma l’attività la portiamo avanti a Mariano Comense, in Lombardia, perché qui da noi purtroppo non abbiamo strutture al coperto dove organizzare corsi, camp, tornei eccetera”.
Ormai da qualche anno Tiziano Andreatta è operativo a Mariano Comense – 25 mila abitanti realtà poco più grande di Pergine (21 mila abitanti) e più piccola di Trento (città universitaria…) e Rovereto ad esempio – dove in un centro sportivo campi coperti da beach volley (e beach tennis) ne hanno ben quattro. Ma l’idea, la speranza e la volontà è quella di spostare tutta l’attività in Trentino, tornando a casa di fatto, ma ovviamente questa cosa è impossibile vista la mancanza di una struttura adeguata. “Tutti quelli con cui abbiamo parlato si sono dimostrati molto disponibili ed interessati al progetto – prosegue Rosanna Baldessari – quello che ancora non è stato fatto è iniziare l’iter. Ovvero trovare un’area adatta, sia come dimensioni sia come posizioni per essere facilmente raggiungibile anche con i mezzi pubblici dagli studenti sprovvisti di macchina. Sia dal punto di vista agonistico, per atleti ed atlete che vogliano cimentarsi con il beach o affiancare il beach volley alla pratica della pallavolo indoor, sia dal punto di vista dell’interesse di gruppi amatoriali l’interesse c’è. Le idee e le possibilità per quel che riguarda le iniziative da realizzare in una struttura simile sono tante, ma prima di tutto bisognerebbe realizzare l’impianto”.
Tante le idee, che spaziano da alcuni terreni vicini al centro sportivo Trento nord di Gardolo presi in esame nel 2019 fino all’area dell’ex campo Trilacum di Vigolo Baselga. Area questa da ristrutturare completamente ma per la quale i tempi saranno lunghi, se è vero come sembra che ci vorranno un paio d’anni solamente per districare la matassa della proprietà della zona (oggi dell’Asuc) per farla tornare di proprietà comunale. My Way intanto c’è e si è strutturata, porta avanti la sua attività in Lombardia in attesa che i pianeti si allineino anche in Trentino e questo spazio polifunzionale sulla sabbia trovi una casa. Partendo, però, da un confronto in tempi brevi fra Provincia e Comune di Trento, affinché si possa trovare la soluzione migliore in quanto a spazio per poi passare alla fase di progettazione. Un percorso che potrebbe essere non breve, insomma, ma già sarebbe tanto che questo tema restasse in cima alla lista delle “cose da fare” per l’ente pubblico. Magari con la compartecipazione di alcuni privati.