Oscar Onley guarda ai Mondiali di Kigali 2025 come prossimo grande obiettivo. Il britannico è stata una delle grandi rivelazioni dell’ultimo Tour de France e la prestazione offerta in Francia diventa per lui un punto di partenza verso il futuro. Quarto a Parigi, concludendo ai piedi del podio dopo una bella battaglia con Florian Lipowitz che valeva anche la Maglia Bianca, il 22enne in alcune circostanze si è ritrovato fianco a fianco anche con i duellanti Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard, contro i quali non ha avuto paura di confrontarsi. Intervenuto nel corso del podcast Watts Occurring, di Luke Rowe e Geraint Thomas, il giovane scozzese ha analizzato la sua seconda partecipazione alla Grande Boucle e svelato i prossimi obiettivi, tra finale di stagione e un futuro tutto da scrivere.
“Arrivando al Tour l’obiettivo non era fare classifica – ha spiegato – Ma dopo la cronometro ero in una buona posizione e mi è stato detto di provare a dare tutto, per vedere a che punto ero. Nei giorni seguenti, in modo naturale mi sono ritrovato nella top ten. Non avevo mai fatto salite lunghe, specialmente con il livello dei corridori del Tour, quindi mi aspettavo assolutamente di scoppiare un giorno o di perdere terreno. Ma sapevo che ero ancora in buona forma, quindi non mi preoccupavo troppo della cosa”.
Per arrivarci è servita comunque una crescita che aveva già mostrato al Giro di Svizzera, ad esempio, ma che ovviamente non era scontata potessi ripetersi nella corsa più importante al mondo, contro un parterre di altissimo livello. “Onestamente, non era qualcosa che ero sicuro di poter fare – aggiunge – Non avevo mai corso dando tutto ogni giorno per tre settimane, in particolare sulle lunghe salite. Prima del Tour non sapevo nemmeno con certezza che tipo di corridore ero. Sapevo di avere esplosività negli arrivi in salita, ovviamente su salite brevi, ma non mi ero mai testato sulle salite lunghe”.
Un crescendo continuo sinonimo di un grande potenziale, per il sogno di vittoria finale si è trasformato in un obiettivo raggiungibile: “Certamente in futuro vorrei provare almeno a finire sul podio. Non dico che vorrei vincerlo perché non ci ho mai realmente pensato, ma credo che ora possa essere un obiettivo o almeno un sogno”.
Nel breve termine però i programmi di Onley sono molto chiari, con i Mondiali in Rwanda del prossimo settembre che rappresentano “un vero grande obiettivo per il finale di stagione”. Una corsa adatta agli scalatori, con oltre 5200 metri di dislivello, per i quali il giovane si sta preparando con convinzione e attenzione: “Molti sono alla Vuelta o ad altre gare, perciò io sto cercando di avvantaggiarmi e concentrarmi già sui Mondiali. Con una buona preparazione e uscendo bene dal Tour, forse potrò fare un passo avanti rispetto allo scorso anno. Sono stato in lizza fino all’ultimo giro, ma poi mi si è spenta la luce”.
Attendiamo quindi con fiducia il 28 settembre in Rwanda, dove Onley cercherà di migliorare il 16° posto dello scorso anno a Zurigo. Per l’anno prossimo invece il focus sembra essere già deciso sarà nuovamente la Grande Boucle. “Dopo che hai fatto il Tour, non vuoi fare alcun altro grande giro perché è talmente più grande – spiega – Non ho mai fatto il Giro e ho fatto solo una tappa della Vuelta 2023, ma il Tour è talmente più grande di qualsiasi altra corsa, che ora ho bisogno di continuare a farlo. Il nostro sport non ha niente di più grande. Almeno per adesso, sono pienamente motivato a tornare al Tour per provarci e cercare di confermare il risultato”.
Il tutto restando consapevole che dopo essere stato quarto, non è assolutamente scontato che si possa riuscire a fare il passo successivo: “Sono comunque realistico. So che il fatto di essere arrivato quarto quest’anno non significa automaticamente che salirò sul podio o anche solo sarò nuovamente quarto il prossimo anno. Ci sono così tanti corridori che possono crescere. Basta un brutto momento e un po’ di sfortuna ed è tutto finito. Ne sono consapevole”.