di
Marco Sabella
In Italia il rigore del Mef e la stabilità del governo premiano la discesa di spread e rendimento. In Francia la spesa cresce senza controllo
Dopo che a luglio scorso il rendimento dei titoli di Stato francesi a 5 anni avevano per un breve tempo superato gli analoghi Btp italiani – al 2,66% gli Oat francesi contro i Btp al 2,64% – si moltiplicano i segnali di convergenza anche sulle emissioni a scadenza più lunga. Lo segnala il Financial Times, che sottolinea come i rendimenti obbligazionari francesi stiano convergendo con quelli dell’Italia per la prima volta dalla crisi finanziaria globale anche sulla durata dei 10 anni.
Ribaltamento delle prospettive: Italia meno rischiosa della Francia
I tassi dei titoli di Stato francesi a 10 anni hanno infatti superato il 3% nell’ultimo anno, a causa di mesi di instabilità politica e delle preoccupazioni per le finanze pubbliche. Ciò ha portato i costi di finanziamento della Francia a soli 0,14 punti percentuali in meno rispetto a quelli dell’Italia, «i cui rendimenti obbligazionari – spiega il Financial Times – sono stati spinti al ribasso (come anche lo spread, ndr) grazie alla prudenza fiscale dimostrata dal governo di Giorgia Meloni, che ha conquistato gli investitori». Oggi gli Oat francesi hanno un tasso del 3,36% mentre i Btp italiani del 3,50% ma per settimane sono stati sotto tale livello. Secondo Ft, «una tale convergenza ha ribaltato le opinioni di lunga data sulla posizione della Francia come uno dei debitori più sicuri della regione e dell’Italia come uno dei più rischiosi».
Stabilità italiana
Lo «spread» dell’Italia rispetto alla Francia, ovvero la differenza tra i rendimenti dei loro titoli di Stato, è salito a oltre 4 punti percentuali durante la crisi del debito dell’Eurozona degli anni 2010. «È il cambiamento dei livelli di debito che conta: la Francia continua ad avere deficit di bilancio elevati e il suo rischio di credito è in deterioramento – ha affermato a FT Mike Riddell, gestore di fondi presso Fidelity International – mentre «l’Italia sta gestendo la situazione in modo più rigoroso e sta raccogliendo i frutti». Nella Penisola, prosegue Ft, «la coalizione di destra a tre guidata da Meloni ha garantito un raro periodo di stabilità politica e ha calmato i mercati obbligazionari inizialmente nervosi con la sua politica di rigore fiscale».
Spread ai minimi
Due anni fa, ad esempio, si legge ancora sul Financial Times «ha iniziato a eliminare gradualmente il controverso Superbonus, che è costato alle casse pubbliche oltre 200 miliardi di euro». Giancarlo Giorgetti, il «discreto» ministro dell’Economia, ha lavorato per ridurre il deficit di bilancio, che era pari al 4,3% del Pil nel 2024 e dovrebbe scendere al 2,8% il prossimo anno. Ciò lo porterebbe al di sotto del tetto del 3% fissato dall’Ue, consentendo all’Italia di uscire dalla procedura per i disavanzi eccessivi. Meloni ha ripetutamente sottolineato il costante calo dello spread tra i rendimenti dei titoli di riferimento italiani e tedeschi, attentamente monitorato, come uno dei risultati significativi del suo governo. Il differenziale è salito a 2,5 punti percentuali al momento della sua vittoria elettorale nel 2022. Da allora è in calo e ora è pari a 0,8 punti percentuali, il livello più basso dalla crisi del debito dell’Eurozona, quando aveva superato i 5 punti percentuali.
Francia: il debito/Pil salirà a 118% entro il 2026
In Francia invece, il mese scorso, il primo ministro Francois Bayrou ha presentato un pacchetto fiscale per il 2026 che prevede 44 miliardi di euro di aumenti delle tasse e tagli alla spesa. Lo ha definito un «momento della verità», pensato per evitare una crisi del debito simile a quella vissuta dalla Grecia nel decennio fino al 2018. Privo della maggioranza in Parlamento, tuttavia, Bayrou avrà difficoltà a far approvare il pacchetto e rischia di essere rovesciato dall’opposizione. Secondo Eurostat, lo scorso anno il rapporto debito/Pil della Francia è salito al 113%. Si prevede che raggiungerà il 118% entro il 2026. Lo scorso dicembre l’agenzia di rating Moody’s ha abbassato il rating del Paese. Le agenzie concorrenti S&P Global e Fitch hanno espresso un outlook negativo. «La situazione è incredibilmente confusa e sembra che le cose debbano peggiorare prima di migliorare», ha affermato April LaRusse, gestore di fondi a reddito fisso di Insight Investment. E in contrasto con la politica di rigore fiscale dell’Italia, secondo Eurostat il deficit di bilancio della Francia è salito al 5,8% del Pil alla fine del 2024. Il governo spera di ridurlo al 3% entro la fine del 2029.
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14 agosto 2025 ( modifica il 14 agosto 2025 | 19:35)
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