voto
7.5

  • Band:
    DESASTER
  • Durata: 00:39:07
  • Disponibile dal: 22/08/2025
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records

Streaming non ancora disponibile

Mentre la mano di una moderna e morbosa Giuditta affonda la lama nel collo dell’odierno Oloferne, gustiamoci il decimo tassello borchiato Desaster. E’ una maligna rivisitazione della celebre opera del Caravaggio ad introdurci nella nuova, diremmo ennesima, mattonata intracranica rilasciata dal combo di Coblenza: la copertina del qui presente “Kill All Idols”, ad opera dell’artista francese Chris Moyen (già al lavoro con Archgoat, Abominator, Centinex e Beherit) rappresenta al meglio la grinta distruttiva perpetrata da Infernal e compagni da oltre trentacinque anni. Black-thrash con quel tocco di epic al servizio del dogma ‘pane e ignoranza’, del quale il gruppo tedesco ne è fiero e storico ambasciatore, insieme ai colleghi australiani Destroyer 666.

Non vi è un calendario fisso dietro al lavoro di Infernal, Odin, Sataniac ed Hont (alla sua seconda ufficiale dietro alla batteria): come spiegato dal chitarrista e leader della band, quando arriva l’occasione giusta, il ritrovo in sala di registrazione prevede la semplice celebrazione della musica, divertendosi, con qualche birra al seguito, senza altre pressioni particolari. Combinazioni vincenti, incrociatesi oggi dopo quattro anni dall’ultimo “Church Without Saints”, disco buono ma un po’ troppo monocorde e bombastico a livello di volumi, tutti elementi che non gli hanno permesso di mantenere l’auspicata frequenza in sede di ascolti.
Diverso invece è il discorso per “Kill All Idols”, premiato da una produzione che esalta l’intera strumentazione (sdoganando così la recente plasticosità di moltissimi lavori) il cui titolo, parecchio esemplificativo, vuol fare piazza pulita di tutti coloro che intendono riversare il proprio potere sulle menti delle persone.
Dalla politica alla religione, dalla società all’economia: tutti sommersi nel calderone diabolico dove le melodie sinistre dello stesso Infernal si incuneano a meraviglia tra le spire roventi e roche timbrate dall’ugola perentoria di Sataniac, anch’egli ormai marchio di fabbrica del suono, in questo caso vocale, della band teutonica.

Compiendo un salto all’indietro nel tempo, il nuovo dei quattro di Coblenza rispecchia lo sviluppo di album come “Satan’s Soldiers Syndicate” e “The Arts of Destruction”, le cui varianti ritmiche ci avevano offerto, e vengono confermate ora con “Kill All Idols”, una maggior dinamicità creativa; il tutto, ovviamente, con il bollo Desaster ben impresso.
Ecco perchè il tuono di “Great Repulsive Force” giunge soave sulle nostre teste, in attesa che lo sbrodolamento di riff apra il portone per un brano che porta il suddetto marchio impresso lungo tutta la durata; allenate bene la colonna vertebrale, l’headbanging è assicurato!
La violenza sonora viene ammorbidita dall’uptempo di “Emanation Of The Profane” ed impreziosita dalla successiva “Towards Oblivion”, singolo apripista del nuovo album e già presente negli ultimi live; una luciferina discesa verso gli abissi, amplificata dalla poderosa prestazione di Hont. La furiosa “Kill The Idol” unita alla massiccia “Ash Cloud Ritual” anticipa il classico brano epic dei Desaster: pur non raggiungendo la goduria di pezzi come “A Touch of Medieval Darkness” o “Teutonic Steel”, mentre la nuova “Fathomless Victory” mantiene quella sensazione di abbandono tipicamente espressa dalla sei corde di Infernal. Sette minuti per riprendere fiato e gettarsi ancora una volta a capofitto con “They Are the Law” a tirare le fila di una fucilata di centoventi secondi durante i quali la verve punk primordiale della band esplode in tutta la sua energia, solleticando i palati cartavetrosi del Motörhead fan.

Peccato, siamo sinceri, che la scarica adrenalinica s’inceppi proprio sul finale, con “Stellar Remnant” reclusa in un andamento un po’ troppo ondivago e poco incisivo. Aldilà di questa sottile nota dolente il capitolo numero dieci dei Desaster cesella la coerenza d’intenti del gruppo teutonico: da parte nostra non ci resta che metterci all’ascolto di “Kill All Idols”, stappare birrette e attendere il prossimo ottobre quando la band verrà a fare del sano baccano nella nostra penisola.