Trasformare un fienile di 250 anni in una casa contemporanea non è un compito facile. Tanto meno se il progetto è quello di realizzarlo senza costruttori o sviluppatori, con un budget limitato e guidati solo da un manuale di buone pratiche redatto da uno studio di architettura. Ma è proprio quello che hanno fatto i proprietari di questa casa, una ristrutturazione fai da te.
Situato ad Albisheim, un piccolo villaggio tedesco circondato da vigneti di Riesling e Chardonnay, l’edificio faceva parte di un complesso rurale costruito intorno a un ex mulino del XVIII secolo. Sebbene il fienile fosse stato modificato in vari momenti, la sua configurazione originale di solidi muri in pietra, struttura in quercia e tetto in tegole d’argilla era rimasta in gran parte intatta. Questa integrità strutturale è stata uno degli elementi che ha motivato Erika e Willi, gli attuali proprietari, a intraprendere un’accurata ristrutturazione, realizzata con le proprie mani e molta perseveranza.
Simone Bossi
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Per questo sono stati accompagnati dallo studio svizzero Piertzovanis Toews, che ha redatto un “libro di istruzioni” su misura: un documento preciso, visivo e pratico che spiegava passo dopo passo come intervenire nello spazio, senza bisogno di progetti complessi o di un linguaggio tecnico. Ad eccezione delle finestre e dell’impianto di riscaldamento (che hanno richiesto professionisti esterni), tutto il resto è stato eseguito direttamente da loro.
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Il primo passo è stato quello di pulire la struttura con una meticolosa sabbiatura, che ha permesso di recuperare le venature originali del legno e di distinguere le parti più danneggiate o di minore qualità. Da quel momento è iniziato un processo lento ma costante, in cui ogni intervento è stato eseguito secondo le istruzioni.
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Il fienile aveva una pianta a L, originariamente occupata dalle cataste di fieno e da ampi vuoti sotto il tetto. Invece di compartimentare, lo studio ha scelto di conservare questo carattere spaziale e di lavorare con volumi indipendenti che fluttuano all’interno dello spazio principale. Da qui è nata l’idea delle “case nella casa”: quattro nuclei differenziati per funzione e colore, che organizzano gli usi senza chiudere lo spazio centrale.
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Una di queste è la galleria gialla, che assomiglia a una serra per via dei suoi involucri di vetro, ma il cui interno appartiene formalmente all’esterno. A questi si aggiungono la cucina verde, installata come un pezzo separato con una propria identità; la casa-scala, in un tono rosso pallido, che articola i diversi livelli; e la passerella lilla che conduce al cortile, aggiungendo un gesto quasi scultoreo all’insieme. Questa disposizione mantiene il carattere aperto del vecchio fienile e delimita le aree di utilizzo con risorse minime e grande chiarezza compositiva. Le nuove camere da letto, rifinite in un blu intenso, sono state collocate alle estremità della L, mantenendo la parte centrale dell’edificio libera da ingombri. La luce naturale, limitata dallo stato di protezione dell’edificio che impediva l’apertura di nuove finestre in facciata, è risolta grazie a un grande lucernario longitudinale che corre lungo tutto il tetto e inonda gli interni di luce omogenea. Sono state inserite anche finestre interne più grandi di quelle originali, permettendo alle pareti in mattoni a vista di essere parte attiva dell’atmosfera interna.
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Il risultato è una casa che celebra l’irregolarità e il passare del tempo, ma anche la capacità umana di costruire con ingegno, pazienza e sensibilità. Il processo è stato lungo, “con momenti di confusione ed episodi quasi comici che ricordano il film muto One Week di Buster Keaton”, come ammettono gli stessi architetti. Ma lungi dall’esito caotico di quella storia, qui il lavoro manuale ha preso forma con crescente precisione, culminando in una casa singolare, profondamente legata alla sua storia e a coloro che la abitano.
Pouf, sgabelli e tavoliniTavolino rotondo AminaCredit: Courtesy photo
DEDAR Milano x Westwing, pouf di design LinoCredit: Courtesy photo
Tavolino in vetro AnoukCredit: Courtesy photo
Sgabello in legno di teak LawasCredit: Courtesy photoRelated Stories
Gala Mora è specializzata in architettura, design, interior design e lifestyle. Tutto ciò che ha a che fare con il concetto di «casa» è sacro alla sua devozione e persino la sua cerchia più stretta gli chiede consigli per ristrutturare, acquistare, decorare o apportare alcune modifiche. Ama scrivere e sembra fortunato a poterlo fare sugli argomenti che più gli appassionano. Ecco perché quando cammina per il mondo è sempre attento alle mostre, agli stili di costruzione, all’urbanistica e, se glielo permettono, sbircia dalle finestre per vedere come le persone guardano le loro case. Un vero voyeur casalingo. Ha scritto due libri di interior design, Barcelona Interiors e Ibiza Interiors, entrambi pubblicati da Lannoo. Con oltre 20 anni di esperienza, si è laureato in Scienze dell’Informazione presso l’Università Complutense di Madrid e ha conseguito un Master in Comunicazione Integrale e un altro in Comunicazione e Gestione Politica. È stata redattrice capo della rivista Glamour, direttrice di MMModa, responsabile stampa dell’azienda di abbigliamento Desigual e per diversi anni è stata freelance, collaborando con media come AD, Manera, Architecture and Design, gestendo reti immobiliari e scrivendo il blog di aziende automobilistiche. Il suo rapporto con il gruppo Hearst è iniziato con Runner’s e Men’s Health, testiere con cui continua a collaborare e alle quali ha aggiunto Elle Decor e New Style, con i quali ha iniziato una storia che spera che, come direbbe Humphrey Bogart, sia solo l’inizio di una bellissima amicizia.