Gli ormai celebri «occhi spaccanti» coniati per Martina Ceretti da Raoul Bova dopo aver spaccato una famiglia potrebbero presto diventare un marchio registrato. I legali dell’attore hanno infatti depositato all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi alcune frasi presenti nei vocali WhatsApp inviati dal cinquantatreenne attore alla ventenne modella. Messaggi diffusi da Corona nel podcast Falsissimo e poi diventati oggetto di una indagine della Procura di Roma che ipotizza il reato di tentata estorsione ai danni di Bova. Come rivela Repubblica lo scorso 5 agosto sono state presentate due domande: una per la frase «Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti», l’altra per l’espressione «occhi spaccanti», diventata sui social un tormentone declinato in video, meme e post ironici.

La mossa – come ha spiegato Annamaria Bernardini De Pace, ex suocera e legale di Bova – «punta a bloccare la diffusione illecita del contenuto degli audio. Tutto l’incartamento è ora al vaglio dell’ufficio Brevetti. Ci vorranno alcune settimane, ma se otterremo il via libera quelle frasi non potranno essere utilizzate senza il permesso di Raoul altrimenti si andrà incontro a sanzioni». Gli avvocati dell’attore, insomma, puntano a frenare la circolazione degli audio finiti al centro dello scandalo. Secondo indiscrezioni di stampa, Bova avrebbe anche valutato di intraprendere un’azione legale contro Ryanair e il Napoli Calcio, che sui social avevano utilizzato in chiave ironica gli audio al centro della vicenda. Nel frattempo il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria «al fine di accertare eventuali violazioni della normativa privacy e delle regole deontologiche dei giornalisti».

Nuovi capitoli si sono dunque aggiunti alla telenovela estiva che ha per protagonisti Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales (che nei giorni scorsi ha chiesto l’affido esclusivo delle due bambine, Luna e Alma, nate dalla relazione con l’attore). Una telenovela che regala ogni giorno nuovi colpi di scena. Anche grazie al ventinovenne imprenditore Federico Monzino, ultimo erede di una delle famiglie più influenti di Milano, salito agli onori delle cronache per aver passato a Corona gli scottanti vocali di Bova. Monzino inizialmente aveva ammesso di aver fatto da tramite per la trasmissione del materiale a Corona, sostenendo di essere stato autorizzato da Ceretti: «Gli audio e le chat non sono state trafugate, ma condivise volontariamente. Martina era a casa mia, consapevole di quanto facevamo. Il suo consenso è stato esplicito. L’idea era quella di far diventare famosa Martina, cosa che lei desiderava. Io ho fatto solo da tramite». Ora il ventinovenne ha in parte cambiato la sua versione della storia: «Corona aveva una telecamera nascosta nella visiera del cappellino: si è impossessato di alcune delle chat senza il mio consenso».