Beate Gangås, capa del Servizio di sicurezza della polizia norvegese, un’agenzia di sicurezza del paese, ha detto mercoledì che secondo l’agenzia era stato un gruppo di hacker russi a compiere un attacco informatico a una diga del paese. Il 7 aprile degli hacker erano riusciti a prendere il controllo della diga della città di Bremanger, nell’ovest della Norvegia, e ad aprirne una valvola, rilasciando circa 500 litri di acqua al secondo. Erano passate quattro ore prima che i gestori norvegesi della diga ne riprendessero il controllo e chiudessero la valvola. L’attacco non ha causato danni a persone.

È la prima volta che la Norvegia accusa pubblicamente di questo attacco la Russia, stato con cui condivide un confine. La Norvegia produce la maggior parte della sua energia elettrica tramite l’utilizzo di dighe, cosa che aveva portato i dirigenti dell’intelligence norvegese a considerare queste infrastrutture energetiche un possibile obiettivo di atti di sabotaggio.

Questo episodio si inserisce in un contesto di sabotaggi attribuiti alla Russia sempre più frequenti in territorio europeo, eseguiti fra le altre cose tramite la rottura di cavi sottomarini nel mar Baltico, attività di vandalismo in zone urbane e l’innesco di un incendio in un centro commerciale.