Proseguono le serate estive di “santAGOstino, una piazza per la cultura”, la rassegna che anima piazza Sant’Agostino a Modena grazie alla collaborazione tra Comune di Modena, Fondazione di Modena e Fondazione AGO. Mercoledì 13 e mercoledì 20 agosto, alle 21.30, il grande cinema d’autore è protagonista con due documentari acclamati dalla critica internazionale e capaci di raccontare, con stili e atmosfere differenti, storie potenti e universali. L’ingresso è gratuito.
Mercoledì 13 agosto viene proiettato “Navalny” di Daniel Roher (2022). Vincitore del premio Oscar come Miglior documentario nel 2023, il film è un’opera intensa che segue, con il ritmo serrato di un thriller, la vicenda di Alexei Navalny: avvocato, attivista, politico, fondatore del partito Russia del Futuro e della Fondazione anti-corruzione, strenuo oppositore di Vladimir Putin.
Il film ripercorre gli eventi drammatici dell’agosto 2020, quando Navalny si ammalò gravemente durante un volo da Tomsk a Mosca e fu trasportato d’urgenza a Berlino, dove vennero rilevate tracce di avvelenamento. Attraverso testimonianze dirette e un’indagine meticolosa, Roher ricostruisce il caso fino al ritorno di Navalny in Russia il 17 gennaio 2021, seguito dal suo arresto e dalla lunga detenzione in Siberia. La tragica notizia della sua morte, il 16 febbraio 2024, ha reso il documentario un documento ancora più prezioso e necessario, capace di unire impegno civile, tensione narrativa e umanità.
Mercoledì 20 agosto il fascino di Steve McQueen, icona di Hollywood e leggenda della velocità, rivive nel docufilm “Steve McQueen – Una vita spericolata” di John McKenna e Gabriel Clarke (2015) che racconta un sogno ambizioso: realizzare il film più realistico e coinvolgente mai girato sulle corse automobilistiche. Quel progetto, “Le 24 ore di Le Mans” (1971), avrebbe però avuto un prezzo altissimo per McQueen, sia sul piano artistico che su quello personale.
Attraverso le testimonianze di Chad McQueen, figlio dell’attore, e di altri protagonisti di quell’avventura cinematografica, i registi John McKenna e Gabriel Clarke ricostruiscono un set segnato da conflitti creativi, incidenti e tradimenti. Ne emerge un doppio racconto: quello del film e quello dell’uomo, un artista che ha vissuto la vita come una corsa a tutta velocità, confondendo a volte la finzione con la realtà dell’autodromo.