Nel vasto panorama dell’automobilismo americano, ci sono modelli che passano, altri che restano, e poi ci sono leggende scolpite nella memoria collettiva, tanto quanto il barbecue del 4 luglio o la Route 66. La Jeep Grand Wagoneer è una di queste: un simbolo a quattro ruote, un monumento al comfort a ruote alte, capace di coniugare spirito avventuroso e raffinatezza urbana ben prima che il termine “SUV di lusso” diventasse di moda.
Ora, sotto l’egida di Antonio Filosa e della sua strategia, un piano industriale con cui Stellantis vuole rilanciare con forza i brand americani, la Grand Wagoneer si appresta a scrivere un nuovo capitolo, e lo fa in grande stile. Proprio come nel suo DNA.
Quattro nuovi modelli a Detroit
Durante un incontro riservato a Detroit con i dirigenti Stellantis, è stato ufficializzato il piano per il lancio di quattro nuovi modelli Jeep destinati non solo al mercato statunitense, ma anche a quello globale. Tra questi c’è lei, la nuova Grand Wagoneer, pronta a debuttare in autunno. Un ritorno che è tutto tranne che silenzioso. La prima notizia riguarda proprio il badge perché, se negli ultimi anni Wagoneer era stato promosso a brand di lusso indipendente, oggi l’esperimento finisce in soffitta. Sul cofano torna la scritta più pesante e significativa: Jeep. Un marchio, una storia e un’eredità che non può essere relegata dietro le quinte.
Ma il nome non è l’unica cosa a parlare: basta uno sguardo alla prima immagine ufficiale diffusa da Stellantis per capire che qualcosa di grosso sta per arrivare. E non solo per le dimensioni. Il design è un inno alla modernità, senza rinnegare le origini. Le sette feritoie anteriori ci sono, ma diventano un dettaglio luminoso, sottile e quasi minimalista. I fari a LED si assottigliano come uno sguardo concentrato e deciso, uniti da una barra luminosa che corre da un’estremità all’altra come una sottolineatura fatta con il pennarello più fine. La parte bassa del frontale è invece un esercizio di muscoli e angoli, con una firma illuminata a forma di T che rende l’intero frontale un volto nuovo, ma riconoscibile.
I motori
E poi c’è il dettaglio che fa rumore anche nel silenzio: uno sportellino sul parafango anteriore. Non è un vezzo estetico, ma una porta verso il futuro. La nuova Jeep Grand Wagoneer, infatti, sarà disponibile anche in versione 4xe plug-in hybrid Range Extender. I media americani scommettono su una configurazione simile a quella vista sul Ram 1500 Ramcharger, il mastodontico pick-up PHEV di Stellantis. In quel caso, un V6 3.6 litri funge da generatore per una batteria da 92 kWh, alimentando due motori elettrici capaci di sprigionare 663 cavalli e 834 Nm di coppia.
Il risultato? Un’autonomia totale che può raggiungere i 1.100 km, un valore che manda in pensione l’ansia da ricarica. Nel caso della Grand Wagoneer, ci si aspetta un’impostazione simile, pensata per un pubblico che vuole tutto: potenza, silenzio, efficienza e libertà di andare ovunque, senza compromessi. E per chi non ama le batterie? Nessun problema: ci sarà sempre il possente sei cilindri biturbo 3.0 litri da 540 CV, a ricordare che certe tradizioni non si estinguono mai, si evolvono.
Un futuro da scrivere
La Jeep Grand Wagoneer, insomma, non ammaina la bandiera, anzi la issa in alto nel terreno del premium a Stelle e Strisce. Un colosso gentile che non ha paura del domani, perché sa di avere le spalle larghe, come ci racconta la sua storia.