di
Alessandro Fulloni
L’ex tabaccaia, divorziata, ha sempre lavorato alla stazione di Milano Centrale. Quando è stata ritrovata, la porta di casa era chiusa, sparite le chiavi. Il cadavere in acqua, rivolto all’insù, indossava indumenti estivi. Il dolore delle colleghe amiche: «Abbiamo passato una vita assieme»
Il cadavere immerso nella vasca da bagno ricolma d’acqua. Supina, volto all’insù. Indosso, biancheria intima e vestiti estivi tipo short. Sul volto, ecchimosi attorno agli occhi e sulla fronte. Sul collo, un taglio con il sangue che però è rimasto all’interno, senza fuoriuscire.
È la «scena del delitto» -eloquente, fotografata dall’iniziale sopralluogo dei carabinieri e da un primo esito dell’autopsia conclusa l’altroieri – a casa di Silvana Damato, la donna di 69 anni trovata morta venerdì pomeriggio a Bruzzano, periferia di Milano.
Sono sostanzialmente inesistenti i dubbi che quel decesso sia stato originato da un malore, tanto che la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio affidato alla pm Valentina Mondovì.
L’inchiesta corre veloce. Amici e conoscenti della donna — divorziata, una figlia e due nipoti e che per tutta la vita ha lavorato come tabaccaia nelle rivendite della stazione di Milano Centrale — sono stati interrogati in caserma. Alcuni anche due volte. Si tratta per lo più di uomini e donne — tutti pensionati come Roberto, camionista, e Ornella, ex impiegata — che ogni pomeriggio si ritrovano alla «Caffetteria Sun Strac», al Parco Nord.
Siedono ai tavolini sotto gli ombrelloni davanti a un laghetto artificiale e passano il tempo giocando a burraco sino a che non tramonta il sole. Ma se capita, la serata prosegue in pizzeria o in qualche locale da ballo. Silvana, sempre elegante e dalla personalità spiccata — «le piaceva tener banco», raccontano alla caffetteria — arrivava regolarmente in bicicletta. Un percorso di un paio di chilometri scarsi, dopo essere uscita da casa, al sesto piano della palazzina F presso un condominio popolare. Metodica, legava la bici e sedeva ai tavolini cominciando subito le partite a carte.
Venerdì scorso, non vedendola presentarsi alle 15 e 30, i suoi amici, che già l’avevano chiamata a vuoto a partire dalle 13, hanno cominciato a preoccuparsi. «A un certo punto abbiamo detto: “andiamo a casa sua a controllare”», riassume adesso il camionista Roberto Pascale, capelli lunghi bianchi raccolti in una coda e pure lui ascoltato due volte. Senonché l’ex tabaccaia «non rispondeva al citofono ma la bici era legata alla rastrelliera». Così sono stati chiamati i pompieri, entrati da Silvana calandosi dal piano di sopra.
Da qui, è mistero fitto. L’interno dell’appartamento era in perfetto ordine. Cassetti chiusi, i tanti quadri dipinti dal padre erano appesi alle pareti, senza essere stati spostati. Non sarebbe stato rubato nulla secondo gli investigatori insospettiti però dalla porta d’ingresso chiusa forse dall’esterno. Ma quanto alle chiavi, non sono state trovate.
La donna aveva una sorella che vive nel Varesotto e con la figlia aveva rapporti distanti, pur adorando i due nipoti che andavano a trovarla regolarmente. Appassionata di musica, era attiva su una app dedicata al canto e al karaoke, Starmaker. Chi vuole, posta le proprie performance. Si può commentare e c’è la possibilità di incontrarsi.
A chi ha permesso di entrare, Silvana? A qualcuno trovato sull’app? Quasi certamente era un volto conosciuto. Dalla comitiva dicono che da poco aveva iniziato una relazione e anche quest’uomo sarebbe stato interrogato. In casa non ci sarebbero segni di lotta ed è integro l’osso ioide, quello nella parte anteriore del collo che in genere si spezza se la vittima viene strozzata. È stata picchiata? Affogata? Era già morta quando è stata calata nella vasca? Quel bagno è stato inscenato per depistare? Una parziale risposta arriverà dal tossicologico: si capirà se c’è acqua nei polmoni.
Di certo sono addolorate le sue ex colleghe della tabaccheria al pianterreno di Milano Centrale: «Abbiamo lavorato assieme una vita — piangono Monica Ceresola e Simonetta Donzelli —. Avevamo una chat, non aveva letto i messaggi inviati attorno a venerdì e c’eravamo preoccupate».
15 agosto 2025 ( modifica il 15 agosto 2025 | 08:05)
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