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Jacopo Storni
La Regione: «Resteranno qui per un tempo indeterminato, garantiamo l’assistenza non più possibile nella Striscia devastata»
Da Gaza alla Toscana alla ricerca di una vita normale lontano dal rumore delle bombe. Cinque bambini e adolescenti sono arrivati ieri con i loro familiari dalla Striscia martoriata dalla guerra. Tre di loro sono stati accolti dal Meyer, un altro dall’ospedale del Cuore di Massa e uno dal Cisanello di Pisa. Tra i minori arrivati all’ospedale pediatrico di Firenze, una ragazzina di dodici anni, che ha affrontato il viaggio insieme al fratello, presenta fratture multiple e un trauma da compressione; una diciassettenne, invece, arrivata insieme ai genitori e a due sorelle, dovrà essere curata per un’insufficienza renale, il terzo arrivato è un piccolo di quattro anni con una grave malattia ematica autoimmune.
L’arrivo di questi bambini è stato reso possibile nell’ambito di un programma di assistenza umanitaria del governo italiano, grazie alla Cross e alla Prefettura di Firenze. Nei giorni scorsi dall’aeroporto di Pisa sono partiti tre aerei C130 della 46esima Aerobrigata dell’Aeronautica Militare con destinazione la città di Elat in Israele per una nuova missione Medevac (Medical Evacuation) finalizzata al trasferimento in Italia di pazienti pediatrici con i loro accompagnatori.
La missione, coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, è gestita dalla Centrale Cross (Centrale Remota di Soccorso Sanitario) di Pistoia. Nel team sanitario, anche un medico e un infermiere del Meyer, Simone Pancani, coordinatore delle attività umanitarie e di Protezione civile e Luca Vannucchi in servizio al Dea del pediatrico fiorentino.
Ad attendere i pazienti fuoriusciti da Gaza, arrivati in piena notte, c’erano gli operatori dei servizi sociali e anche un mediatore linguistico messo a disposizione dalla Fondazione Meyer per agevolare la comunicazione con i medici. Anche l’accoglienza è stata garantita grazie al sostegno della Fondazione Meyer.
In visita ieri pomeriggio ai piccoli, il governatore toscano Eugenio Giani: «La Toscana, come sempre, è pronta ad allargare le proprie braccia e il proprio cuore, mettendo a disposizione le proprie eccellenze sanitarie e garantire così cure adeguate a chi non le può ricevere nel proprio Paese. Offriamo una speranza a chi soffre ed è meno fortunato e lo facciamo non solo in occasione di guerre o gravi emergenze, investendo nella cooperazione internazionale». Giani ha parlato anche con il babbo di uno dei piccoli pazienti, che lacrime agli occhi gli ha raccontato: «La nostra bella Gaza, che si affaccia sul mare, non esiste più… Non c’è più, hanno distrutto tutto, tutto, totalmente».
Sull’accoglienza dei piccoli anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo: «Siamo orgogliosi di fare la nostra parte. Ancora una volta, la Toscana dimostra di essere terra di accoglienza, capace di trasformare i valori della pace e della solidarietà in azioni concrete: aprire le porte degli ospedali, garantire cure specialistiche, mettere in campo competenze e dedizione. Il nostro sistema sanitario pubblico è e resterà un presidio di cura e speranza, senza confini e senza distinzioni. Perché ogni vita, ovunque sia nata, merita di essere protetta». Tutti i nuovi arrivati resteranno in Toscana a tempo indeterminato, dove «potranno ricevere cure impossibili da garantire nella Striscia, priva di medicinali e con ospedali sovraffollati e semidistrutti».
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15 agosto 2025 ( modifica il 15 agosto 2025 | 08:31)
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