I due neonati nati prematuri all’ospedale di Bolzano sono morti a poche ora di distanza l’uno dall’altro il 12 agosto e la notte del 13 in seguito ad un’infezione da Serratia marcescens, noto per essere fra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere. La Procura di Bolzano ha delegato al Nas dei carabinieri gli accertamenti preliminari del caso per verificare il rispetto dei protocolli ospedalieri e la presenza di eventuali carenze igieniche nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale San Maurizio. Una volta svolte le prime indagini, la Procura valuterà se effettuare un’autopsia come fatto non costituente reato, omicidio colposo contro ignoti, omicidio colposo contro persone indagate. Intanto le salme dei due neonati sono attualmente congelate in vista dell’autopsia. Fino a nuovo avviso, nessun altro neonato prematuro sarà ricoverato nel reparto.
I due piccoli, ha spiegato il dirigente dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, Pierpaolo Bertoli, “erano nati in una situazione sicuramente di rischio legata alla grave prematurità di ventitreesima e ventisettesima settimana di gestazione e, a seguito dell’induzione, è stato possibile identificare questo germe, questi batteri. I piccoli hanno purtroppo poi sviluppato una sepsi che ha poi avuto conseguenze fatali. La presenza di questo batterio non è un unicum perché è costantemente un rischio per le terapie intensive neonatali, quindi non tanto per il tipo di germe ma per la particolare vulnerabilità di questi piccoli pazienti a causa della loro immaturità del sistema immunitario”, ha proseguito Bertoli. Il team del reparto di terapia intensiva neonatale e la direzione dell’ospedale, in stretta collaborazione con la Direzione dell’Azienda sanitaria, hanno intanto adottato ulteriori misure di sicurezza aggiuntive a quelle standard, che vanno dall’identificazione di possibili fonti di infezione, al controllo intensificato, alla disinfezione completa dei locali, fino a misure di isolamento.
“Il decesso dei due neonati ci colpisce tutti profondamente. É una tragedia immensa quando una vita appena iniziata si spegne cosi presto. Il mio pensiero va innanzitutto alle famiglie colpite, alle quali porgo le mie più sentite condoglianze. Da neonatologo conosco il team del reparto guidato dal primario Alex Staffler e so che tutti operano con grande professionalità, sia dal punto di vista medico che umano. Sostengo tutte le misure necessarie per superare al meglio questa situazione difficile e vorrei ringraziare tutti coloro che si impegnano per il bene dei più piccoli”, ha detto l’assessore alla salute, Hubert Messner, ex primario del reparto di neonatologia a Bolzano.
L’agente patogeno che ha ucciso i due neonati, secondo lo studio “Serratia marcescens nelle Terapie Intensive Neonatali: outbreaks e misure di controllo”, dell’Università di Genova, è “in grado di diffondersi rapidamente nell’ambiente nosocomiale ed è responsabile di epidemie in terapia intensiva neonatale causando sepsi potenzialmente fatali, meningite, polmonite nei neonati molto prematuri o con basso peso alla nascita, con tassi di mortalità elevati, fino al 45%”.
I neonati colonizzati o infetti, inoltre, “rappresentano il più importante serbatoio potenziale di S. marcescens, in particolare a livello dell’apparato respiratorio e del tratto gastrointestinale e la trasmissione dell’infezione avviene comunemente attraverso le mani del personale sanitario”.
Nell’agosto del 2018 un bambino era morto per una infezione simile agli Spedali Civili di Brescia mentre altri piccoli pazienti che avevano contratto il batterio avevano reagito positivamente agli antibiotici.
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