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La cerimonia ufficiale per la presentazione del primo master in chirurgia traumatologica con riconoscimento europeo organizzato in Libia con il sostegno di istituzioni italiane è avvenuta il 20 luglio. L’eventopresso l’hotel Radisson Blu Mahari di Tripoli alla presenza delle istituzioni libiche e italiane, con la super visione del ministro della Salute Mohamed Alghoj, nasce su iniziativa dell’Emsc (Emergency Medical and Support Center) grazie al presidente Tareg Alhamshri, struttura d’emergenza sanitaria attiva a Tripoli, ed è stato organizzato dall’Università UniCamillus di Roma, rappresentata dal Prof. Gianfranco Peluso  – partner il Policlinico Luigi di Liegro di Roma – e con la partecipazione di docenti italiani e libici provenienti da prestigiose università, tra cui La Sapienza. Le lezioni si svolgeranno in parte da remoto, in collegamento con l’Italia, e in parte in presenza a Tripoli, dove è previsto l’arrivo periodico dei docenti italiani. Il programma include moduli teorici e 300 ore di pratica chirurgica direttamente nelle sale operatorie di strutture pubbliche e private libiche, con un approccio integrato tra formazione accademica e operatività clinica.


APPROFONDIMENTI

Il master – riconosciuto dal sistema universitario europeo – ha come presidente per la parte libica lo stesso ministro Alghoj, mentre per la parte italiana il ruolo è affidato al professor Giorgio De Toma, già prorettore della Sapienza Università di Roma e past president della Società italiana di chirurgia.

A presiedere il comitato scientifico per la componente italiana saranno il professor Massimiliano Iannuzzi Mungo e il dottor Carlo De Biase.

E proprio il Professor Mungo saluta con entusiasmo questo evento tanto atteso: «Finalmente l’eccellenza italiana incontra un territorio straordinario, ricco di opportunità per tanti giovani che vogliono creare un ponte accademico tra l’Italia e la Libia. Sono onorato di aver fatto questo percorso insieme a tanti colleghi libici e italiani, con i quali c’è stato uno scambio attivo e una solidarietà sorprendente per un progetto che verrà ricordato nel tempo».

Tra i docenti figurano nomi di rilievo del panorama accademico italiano, come il professor Antonio Santoro, titolare della cattedra di Neurochirurgia alla Sapienza, e il professor Tiziano De Giacomo, direttore del dipartimento di specializzazione in Chirurgia toracica della stessa università, la dottoressa Elena Taglieri e il professor Luigi Berra. A loro si affiancheranno specialisti libici selezionati da Emsc per garantire la continuità didattica e l’applicazione pratica dei contenuti.

Secondo Mohamed Benothman, membro del Consiglio scientifico dell’Emsc, «l’obiettivo principale del master è formare medici, chirurghi e personale sanitario – sia civile che militare – in grado di gestire ogni tipo di emergenza legata a eventi bellici, disastri naturali, incidenti stradali e infortuni sul lavoro». I partecipanti, spiega Benothman, riceveranno una preparazione avanzata per «assistere i feriti direttamente sul luogo del trauma, effettuare diagnosi immediate e applicare i primi trattamenti salvavita, gestendo anche il trasporto verso strutture sanitarie primarie o centri altamente specializzati, anche a livello internazionale».

«Per completare la formazione – aggiunge Benothman – il master prevede una didattica multidisciplinare che copre a 360 gradi le competenze di rianimazione, medicina d’urgenza, malattie infettive, ortopedia e chirurgia». La scelta della traumatologia come primo ambito specialistico non è casuale. «La Libia ha vissuto diversi conflitti negli ultimi anni – osserva Benothman – e le lesioni da incidente stradale restano la prima causa di morte e disabilità nel Paese. I medici specializzati in traumatologia e ortopedia sono ancora troppo pochi: con questo programma intendiamo colmare una carenza critica del nostro sistema sanitario».

L’iniziativa si inserisce in un contesto sanitario complesso, dove le fragilità non dipendono solo dalla scarsità di risorse, ma anche da fattori strutturali e culturali. In Libia, la domanda di assistenza medica resta elevata a causa della diffusione di patologie croniche – come il diabete e le malattie cardiovascolari – spesso legate a stili di vita non equilibrati, in particolare all’eccessivo consumo di carne e zuccheri. A ciò si aggiunge una significativa incidenza di malattie genetiche, dovute alla pratica dei matrimoni tra consanguinei, diffusa soprattutto nelle aree rurali. Il sistema sanitario nazionale, già messo a dura prova dalla lunga instabilità politica e dalla carenza di investimenti, fatica a rispondere a queste esigenze, spingendo molti cittadini a cercare cure all’estero: in Tunisia, in Turchia, o – per chi può permetterselo – in Italia o in Germania. In questo scenario, l’introduzione di un master biennale in chirurgia traumatologica riconosciuto a livello europeo rappresenta un tentativo concreto di colmare un vuoto formativo, rafforzando le competenze locali e riducendo progressivamente la dipendenza dall’assistenza sanitaria straniera. Non si tratta solo di formare specialisti, ma di costruire – con il sostegno del know-how italiano – una base strutturata per una medicina libica più autonoma, qualificata e duratura.


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