Diseguali anche per colpa del clima. L’Italia boccheggia soffocata dalla morsa del caldo. Certo, è Ferragosto, cosa altro aspettarci? In realtà sotto il solleone c’è qualcosa di nuovo. Un allarme che mette in correlazione il caldo estremo e la salute pubblica al tal punto da definire “killer silenziosi” le ondate di calura. E i più fragili sono i più colpiti. Diseguali (anche) per colpa del caldo. La Commissione paneuropea per il clima e la salute avverte i governi: «Non è più una minaccia lontana, sta succedendo ora». Enrico Giovannini di questa Commissione è componente: ex ministro, ex presidente Istat, è professore ordinario di Statistica economica e Sviluppo sostenibile all’Università Tor Vergata.
IL DOSSIER
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Professore, accelera la crisi climatica ma cresce anche l’ondata negazionista.
«Il negazionismo climatico cresce e rallenta le politiche e nutre interessi politici molto evidenti».
Il caldo estremo è rubricato come fenomeno meteorologico: ora diventa emergenza sanitaria pubblica. Perché c’è allarme?
«Perché sta diventando un fenomeno strutturale. Impone alla politica ma anche alle imprese e alla società di gestirsi diversamente. Nel 2003 ero a Parigi quando ci furono 10 mila morti legati al caldo estremo. Non dobbiamo sottovalutare le ripercussioni sulla salute».
Quanto è cresciuta la mortalità correlata al caldo?
Secondo i dati riportati nella lettera aperta della Commissione è aumentata del 30% negli ultimi due decenni, con oltre 100 mila decessi registrati in 35 Paesi europei nel 2022-2023. Un bilancio destinato ad aumentare che si somma alle 500 mila morti premature all’anno dovute all’inquinamento».
l’analisi
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E i più fragili sono anche i più colpiti.
«Sì, su anziani, bambini, persone malate e donne in gravidanza produce effetti devastanti. A cosa servono i passi avanti fatti dalla ricerca per fronteggiare alcune malattie se poi alcune fasce sociali non hanno strumenti per difendersi dal caldo? E poi c’è chi è costretto a lavorare a certe temperature: bisogna tutelare i loro diritti anche se questo provoca un danno in termini di prodotto e produttività».
Molti decessi causati dal caldo sono registrati come ictus, infarti, insufficienza respiratoria e non attribuiti alla temperatura estrema. Ciò produce una sottostima del rischio? «La Commissione sta facendo audizioni e poi stilerà delle raccomandazioni. Tra queste ci saranno anche quelle sui criteri e la valutazione delle cause di morte».
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Le città possano giocare un ruolo importante, visto che aria pulita e aree verdi urbane possono costituire strumenti efficaci per contrastare gli effetti delle ondate di calore. C’è da essere ottimisti?
«In Italia ci sono centinaia di amministrazioni che hanno aderito alla rete dei Comuni sostenibili e 9 hanno deciso di diventare carbon neutral entro il 2030. Ma spesso mancano i fondi per le politiche di adattamento alla crisi climatica, anche perché alcune forze politiche ritengono il problema non prioritario».