Kim: «Solidarietà tra Pyongyang e Mosca forgiata da una amicizia infinita»
Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha elogiato la solidarietà di Pyongyang con la Russia come “potenza infinita” nel suo primo discorso pubblico in occasione del Giorno della Liberazione della penisola coreana dal dominio coloniale nipponico del 1910-45, avvenuto esattamente 80 anni fa. Kim, che non ha fatto riferimenti alle relazioni con la Corea del Sud o con gli Stati Uniti, è intervenuto a un evento celebrativo tenutosi giovedì presso la piazza dell’Arco di Trionfo a Pyongyang, alla presenza di una “nutrita delegazione di ospiti russi”, ha riferito la Kcna.
La Corea del Nord celebra il Giorno della Liberazione dal dominio coloniale nipponico
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È la prima volta che il leader supremo pronuncia un discorso pubblico per il solenne anniversario del 15 agosto. “Oggi, l’amicizia tra Corea del Nord e Russia si è trasformata in un’alleanza senza precedenti, diventando sempre più solida nel contesto della loro lotta comune per frenare la rinascita del neonazismo e per salvaguardare la sovranità, la sicurezza e la giustizia internazionale”, ha aggiunto. I due Paesi, inoltre, stanno “facendo la storia” nella loro lotta per la pace e la stabilità mondiale, sottolineando che “la potenza della solidarietà tra Corea del Nord e Russia, forgiata da idee sublimi e autentica amicizia è infinita”.
Kim ha poi denunciato il crescente numero di “misfatti da parte degli imperialisti” che violano sovranità e diritti di altri Paesi, senza specificare i destinatari delle sue invettive. Vyacheslav Volodin, presidente della Camera bassa del parlamento russo, la Duma di Stato, e il viceministro della Cultura Andrey Malyshev erano tra gli ospiti di Mosca presenti all’evento, che ha visto anche l’esecuzione di canzoni russe. Volodin, da parte sua, ha letto nell’occasione un messaggio di congratulazioni del presidente Vladimir Putin indirizzato a Kim (leggi sotto, ndr).
Anchorage blindata: «Turisti abbiate pazienza»
Ad Anchorage un Ferragosto di sole e una temperatura mite che tocca i 17 gradi. Giornata ideale per il turismo, visti gli standard dell’Alaska. Ma la città ospita il summit tra Donald Trump e Vladimir Putin, quindi i turisti devono armarsi di pazienza. A dirglielo, senza troppi giri di parole, è il sito turistico della città che invita visitatori, residenti e aziende a “essere preparati e ad avere pazienza”.
La città é blindata. Arrivare e partire molto complicato. La Federal Aviarion Administration ha chiuso lo spazio aereo entro un raggio di circa 50 chilometri, fino a 5.500 metri. Il Ted Stevens Airport, lo scalo internazionale, ha avvisato di ritardi e modifiche ai voli. Chi deve viaggiare, se ne deve fare una ragione. Disagi anche per la vita in città, con le autorità che hanno perfino sollecitato i ristoratori a far scorte di provviste. Gli hotel stanno facendo affari d’oro. Trovare una camera libera è una caccia al tesoro. Letteralmente. Su Booking.com l’unica disponibilità è un dormitorio in ostello a 133 dollari a notte.
Gli Alaskans manifestano per l’Ucraina prima del vertice Trump-Putin
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Già mercoledì, una singola all’Hilton in centro costava 658 dollari, una suite allo Sheraton 1.515 dollari. Anche i commercianti possono sorridere: il Tesoro statunitense, infatti, ha deciso di sospendere alcune sanzioni per permettere ai russi di fare acquisti di beni e servizi sul suolo americano. Anchorage, comnque, non si scompone. ’Il livello di professionalità che abbiamo, il livello di preparazione mi fa sentire molto fiduciosa – ha detto la sindaca, Suzanne LaFrance – L’Alaska è al crocevia del mondo”.
Con 289mila abitanti Anchorage è la città più grande del 49simo Stato americano. Pur non essendone la capitale, è abituata ai grandi numeri. Per i suoi scali passa la maggior parte dei 2,6 milioni di turisti che ogni anno visitano l’Alaska. Non solo: ha già ospitato grandi meeting. Nel 1971 il presidente Nixon accolse l’imperatore giapponese Hirohito alla base aerea di Elmendorf, Papa Paolo Giovanni II ci fece scalo nel 1981, il presidente cinese Xi Jinping ci si fermò nel 2017. Per motivi di sicurezza la sede del summit é nella base militare Elmendorf-Richardson, che ospita 5.000 tra militari e civili. Nel pieno della stagione estiva era anche una delle poche altre alternative per un meeting organizzato in tutta fretta.
Curiosamente, una base da sempre usata per intercettare aerei russi, si appresta ad accoglierne uno. Una manifestazione pro-Kiev è stata organizzata dall’organizzazione Stand Up Alaska. Alcuni residenti hanno appeso bandiere ucraine fuori casa. La Chiesa ortodossa in America ha organizzato una tre giorni di preghiera per la pace chiamando a raccolta i circa 50.000 ortodossi che ancora vivono in Alaska. Lo Stato era parte della Russia fino al 1867, quando fu venduto agli Usa per 7,2 milioni di dollari. I legami della comunità russa con l’antica madrepatria sono rimasti forti, anche se si sono raffreddati con la guerra in Ucraina. E c’è da scommettere che domani i più in attesa saranno i circa 1.000 ucraini rifugiatisi dalla guerra proprio nel 49mo Stato americano.
Tass, Mosca attende la visita di Trump in Russia dopo il vertice in Alaska
La Russia si aspetta una visita di ritorno dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo l’imminente vertice tra i due leader in Alaska il 15 agosto, ha dichiarato in un’intervista alla Tass Rodion Miroshnik, inviato speciale del Ministero degli Esteri russo per i crimini del regime di Kiev.
Alla domanda se Trump potesse visitare la Russia, Miroshnik ha risposto: “Se il leader russo si recherà negli Stati Uniti, ci aspettiamo che il presidente degli Stati Uniti visiti la Russia a sua volta. Questo è logico e sottolinea lo sviluppo e l’espansione delle relazioni tra Russia e Stati Uniti, dato che i legami tra le due maggiori potenze geopolitiche non riguardano solo l’Ucraina”.
Miroshnik ha sottolineato che Washington e Mosca condividono un ampio programma, che comprende questioni internazionali e globali, nonché scambi diretti economici, culturali, sportivi e di altro tipo, molti dei quali sono stati sospesi e, a suo avviso, dovrebbero essere ripresi nell’interesse di entrambe le parti.
Alla domanda se Trump potesse visitare la Crimea, Miroshnik ha risposto: “Non prendiamoci troppo sul serio”.
L’incontro del 15 agosto ad Anchorage sarà il primo colloquio faccia a faccia tra Putin e Trump da giugno 2021, quando Putin incontrò l’allora presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Ginevra. Sarà anche la prima visita di un leader russo in Alaska, venduta agli Stati Uniti nel 1867 per 7,2 milioni di dollari.