di
Andrea Celesti
A Vigne Nuove a Roma il 15 agosto è tradizione celebrare la pellicola del 1980. Decine di appassionati da tutta Italia si ritrovano per rivivere la scena di Enzo e Sergio nella location cult del film di Carlo Verdone
A Ferragosto, a Roma, c’è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato al 1980. Un semplice incrocio in via Giovanni Conti, quartiere Vigne Nuove. Qui, sotto il sole di agosto si è rinnovato anche quest’anno l’appuntamento al «palo della morte», luogo reso celebre da Carlo Verdone nel film «Un sacco bello».
Centinaia di fan, provenienti da ogni angolo d’Italia, si sono dati appuntamento davanti alla targa dove Enzo (interpretato da Carlo Verdone) attendeva l’amico Sergio (Renato Scarpa) per un viaggio verso la Polonia. Un rito che celebra una scena iconica, ma soprattutto una Roma che non c’è più.
Dai selfie al raduno dei nostalgici
Quello che oggi è un evento fisso nel calendario dei “verdoniani” è nato quasi per caso, come le migliori avventure. «Tutto è partito in maniera goliardica undici anni fa – racconta Ivo Donatelli, che insieme a Gianluca Bonetti ha fondato la community Facebook “I colossi della commedia”-. Nel 2014 ricevemmo un selfie da cinque ragazzi che si erano ritrovati al palo della morte. Da lì, grazie al passaparola, è stato un crescendo».
Un successo che si nutre di un sentimento preciso: «C’è nostalgia di una Roma che a Ferragosto appariva deserta e silenziosa. Mancano i grandi personaggi con quell’anima trasteverina e popolare come Mario Brega e Sora Lella. Questo spinge la gente a venire qui e respirare ancora un po’ di quello spirito».
Uno spirito che lo stesso Carlo Verdone continua ad alimentare. Nel 2020, l’attore tornò sul posto in occasione dell’inaugurazione della targa commemorativa, acclamato dall’intero quartiere. E anche quest’anno non ha fatto mancare il suo saluto «virtuale», con un post social: «Voglio fare un saluto particolare a tutti quelli che andranno al ‘palo della morte’ nella speranza di vedere sfrecciare il bullo. Abbiate fede che forse passerà».
Tra cimeli introvabili e sketch
E la passione dei fan è stata ripagata da uno spettacolo di passione e colore. Tra i tanti, spicca il gruppo «I Verdoniani Doc» con un cimelio introvabile: il manifesto cinematografico originale di «Un sacco bello». «Lo abbiamo trovato in un cinema in disuso vicino Catania– spiegano-. Carlo ormai ci conosce bene, ce l’ha autografato. Scherzando diciamo che ormai è lui a chiederci l’autografo».
Poco più in là, Renato Diamare, 74 anni, lucida la sua Honda 650 Night Hawk, una replica perfetta del modello che Verdone stesso possiede e che ha usato in film come «Benedetta Follia» e «C’era un cinese in coma». «Vogliamo bene a Carlo, per me è il più grande drammaturgo romano- afferma Diamare-. Con le sue macchiette ci ha restituito una grande immagine di compassione e solitudine. La sua genialità è fondere la drammaticità con la comicità».
In attesa di un passaggio per Cracovia
La giornata è stata un susseguirsi di risate, sketch e imitazioni. Il copione è noto a memoria: «Calze di seta, penne a biro» e il rispetto della «tabella de marcia». C’è chi ha recitato intere battute e chi, come Rosy Lorubbio, 57 anni, si è piazzata a bordo strada con un cartello con la scritta «Cracovia» in attesa di un passaggio.
Un’atmosfera surreale e gioiosa, che per un giorno ha trasformato una strada della periferia romana nel set a cielo aperto di un film. Un tributo non solo a una pellicola, ma anche a quella Roma poetica e dal cuore grande, che Carlo Verdone ha raccontato nei suoi film. E che, almeno a Ferragosto, grazie ai suoi fan, torna a vivere.
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15 agosto 2025
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