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Balzo delle adesioni all’Ops di Banca Mps su Mediobanca, che stando ai dati più recenti sono arrivate a ridosso del 13,5%. Una netta inversione di rotta rispetto alle settimane precedenti (l’Offerta pubblica è iniziata il 14 luglio e terminerà l’8 settembre), visto che fino all’aggiornamento di ieri sera le adesioni stesse erano praticamente nulle. Considerato che nè Delfin nè il gruppo Caltagirone, titolari rispettivamente di circa il 20% e il 10%, hanno consegnato le proprie azioni, può dunque dirsi che la soglia minima fissata al 35% dal Monte per il successo dell’Ops sia a portata di mano. Al riguardo, tuttavia, va anche ricordato che il presidente della holding dei Del Vecchio, Francesco Milleri, aveva rilevato come l’Ops fosse interessante ma sarebbe diventata più appetibile, per gli investitori, con un eventuale adeguamento di prezzo ai corsi di Borsa, dove ormai da tempo viaggia a sconto tra il 2% e il 3%.
I riflessi sull’assemblea Mediobanca per B. Generali
Difficile capire chi ha consegnato le proprie azioni. In ogni caso da questi numeri arriva anche un’indicazione piuttosto chiara su quelli che potrebbero essere i rapporti di forza nell’assemblea del prossimo 21 agosto, in cui Mediobanca – sotto passivity rule – chiederà l’ok dei propri soci all’Offerta su Banca Generali. Attesa una partecipazione tra il 75% e l’80%, appare sempre più difficile che il “sì” riesca a strappare la maggioranza.
Lovaglio punta al 66,6%
Mps aveva indicato a inizio luglio come una partecipazione compresa tra il 35% e il 50% del capitale di Mediobanca sia “idonea a consentire all’offerente di ottenere il controllo di fatto dell’emittente, esercitando un’influenza dominante nell’assemblea ordinaria e incidendo sul generale indirizzo della gestione”. In ogni caso, il numero uno del Monte, Luigi Lovaglio, si è sempre detto fiducioso sul raggiungimento del 66,6% del capitale, che in realtà sarebbe la soglia di efficacia fissata inizialmente (ma rinunciabile con limite minimo del 35%).