di
Davide Soattin

Ugo Coppola, 54enne di Pescara, era con una comitiva per l’immersione. La cugina: «Ormai abbiamo poche speranze, aveva questa passione ed era esperto». Ma un’ex istruttrice racconta di avergli impedito di prendere la licenza, che poi aveva preso in altri scuole: «Aveva molte difficoltà»

Da ormai quarantotto ore proseguono le ricerche di Ugo Coppola, il 54enne sub di Pescara, scomparso in mare lo scorso 13 agosto quando, insieme a un gruppo di altri ventidue subacquei, aveva preso parte a una immersione nella zona del relitto della piattaforma Paguro, a circa 12 miglia al largo di Lido Adriano a Ravenna. 

Coppola era partito da solo in auto e aveva raggiunto Rimini, dove il club subacqueo romagnolo Dive Planet aveva organizzato un’immersione nella piattaforma metanifera inabissatasi dopo il tragico incidente del settembre 1965. Qualcosa però è andato storto. 



















































Le ricerche del sub disperso: non si hanno notizie di Ugo Coppola

Al momento dell’emersione infatti, intorno alle 13.30, dopo circa cinquanta minuti di attività in mare, il gruppo di sub ha notato l’assenza del 54enne, lanciando immediatamente l’allarme per avviare le operazioni di ricerca. A coordinarle è la Guardia Costiera regionale di Ravenna, con unità navali da Cesenatico e Rimini, mentre sono anche intervenuti gli elicotteri di Aeronautica e Vigili del Fuoco, oltre che i sommozzatori dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza, che stanno setacciando parti interne del relitto. 

La cugina: «Era esperto, faceva immersioni da tempo»

Ma del sub abruzzese ancora nessuna traccia. Ovviamente le speranze di trovarlo ancora in vita restano appese a un filo flebile, quasi invisibile. «Ugo faceva il sub da anni, aveva una grande passione per le immersioni. Sicuramente sarà sceso con tutte le precauzioni. Già parlo al passato perché purtroppo sembra che non abbiamo molte speranze». A dichiararlo all’Ansa è stata Brunella Quaglione, consigliera comunale di Villalago, in provincia di L’Aquila, cugina di Coppola, che lo definisce esperto e appassionato di immersioni. 

«Ci hanno detto che le riserve di ossigeno durano circa un’ora – spiega Quaglione – e ormai ne sono passate molte, purtroppo. Si fa strada l’idea che non ci sia più molto da fare. Sembra tutto surreale». Coppola, residente con la madre a Pescara, ha sempre frequentato il paese d’origine: ha fatto parte del coro parrocchiale, era appassionato di musica, amava suonare la tastiera e partecipava a molte manifestazioni estive. 

«La famiglia si stringe in questo momento di grande apprensione – conclude Quaglione -. Al momento non abbiamo notizie sul suo ritrovamento. Le ricerche sono ancora in corso. Stiamo vivendo tutto nel massimo riserbo, stretti attorno alla madre e alla famiglia». 

L’ex istruttrice: «Una tragedia purtroppo annunciata»

Parla invece di «una tragedia annunciata» Claudia Minciarelli della Scuola Sub Loto di Pescara, che – nel 2017 – non rilasciò il brevetto a Coppola dopo la partecipazione ai corsi abilitanti base per diventare subacqueo (come raccontato dal Corriere di Romagna). 

«Sembra brutto dirlo oggi – prosegue l’istruttrice confermando il suo pensiero al Corriere di Bologna – e non voglio nemmeno fare speculazioni, ma aveva serie difficoltà nel gestire le attrezzature e nell’affrontare alcune tecniche. Decisi di non fargli finire il corso di immersioni in piscina e, quando glielo dissi, si disse disposto a pagare fino a centinaia di euro in più per fare altre immersioni. Gli risposi che se lo avessimo fatto, gli avremmo solamente rubato dei soldi e non era quello che volevamo». 

«Durante i corsi aveva molte difficoltà, decisi di fermarlo»

La responsabile della scuola sub pescarese conserva ancora in archivio foto e video delle lezioni in acqua di Coppola: «Non si riusciva a reggere in ginocchio e serviva un collaboratore in acqua con lui, che lo aiutasse, mentre io mostravo gli esercizi. Molti dei partecipanti ai corsi si rifiutavano di scendere in piscina con lui perché si sentivano in pericolo. Tra l’altro, nelle varie foto profilo pubblicate sui social, oggi vedo che c’è sempre qualcuno che gli regge la bombola dalla rubinettiera. Che di certo non è uno dei requisiti per un sub, che deve essere autonomo in acqua». 

Minciarelli ricorda il momento in cui disse al 54enne che non avrebbe più potuto continuare a svolgere attività alla scuola sub, prima per telefono e poi in presenza: «Gli scrissi su WhatsApp che non era il caso che continuasse e lui mi rispose che per il proprio sogno e la propria passione era anche disposto a morire. Lo chiamai in sede e quello che pensavo glielo dissi nuovamente. Aggiunsi inoltre che non era con me che avrebbe raggiunto il suo sogno, perché non lo volevo avere sulla coscienza. Non era adatto, tanto che con noi non venne mai in mare». 

Successivamente aveva preso tutte le licenze

Seppur con altre scuole, il 54enne comunque – è bene sottolinearlo – era comunque riuscito successivamente a conseguire tutte le licenze per affrontare la tipologia di immersione per cui era sceso in acqua. 

«Non nascondo che sono sorpresa che qualcuno – chiude Minciarelli – gli abbia rilasciato i brevetti. Poi magari quanto accaduto è stato causato da un malore fatale e non da una incapacità tecnica. Non posso dirlo di certo oggi io, spetterà agli eventuali accertamenti. Ma, alla luce di quello che è successo, sono felice che a rilasciare quel brevetto non sia stata la mia scuola e nemmeno uno dei miei istruttori. Avremmo dovuto convivere con un peso morale davvero molto difficile da poter sopportare».


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15 agosto 2025 ( modifica il 15 agosto 2025 | 16:21)