Pronto soccorso Avellino

 

Dopo la morte del padre ad Avellino, un’idea concreta per evitare nuove tragedie. La morte del padre, avvenuta nel Pronto Soccorso di Avellino in circostanze che hanno sollevato dolore e interrogativi, ha segnato profondamente il notaio Pesiri.Dal suo lutto personale è nata una proposta concreta per colmare le gravi carenze organizzative e comunicative emerse nell’assistenza sanitaria d’urgenza.

«Non voglio che altri vivano quello che ho vissuto io» — spiega Pesiri — «per questo ho deciso di trasformare il dolore in un progetto costruttivo».

1. Tempi certi per diagnosi e ricovero

  • Codici non urgenti (bianchi e verdi): permanenza in PS solo per il tempo strettamente necessario alla diagnosi e all’individuazione della cura o dello specialista; dimissioni rapide.
  • Codici urgenti (arancione e rosso): cure immediate; permanenza massimo 8 ore in PS; trasferimento in reparto anche in condizioni di boarding; gestione razionale e centralizzata dei posti letto.

2. Accoglienza e rispetto

  • Approccio umano, attento e rispettoso nei confronti di pazienti e familiari.
  • Divieto per medici e operatori di parlare di argomenti estranei al contesto clinico durante il turno.
  • Formazione mirata sulla comunicazione e sulla gestione empatica delle situazioni critiche.

3. Innovazione digitale: una APP per i familiari

Elemento centrale della proposta del notaio Pesiri è la creazione di un’APP dedicata al Pronto Soccorso, collegata al sistema informatico ospedaliero, che permetta di:

  • ricevere aggiornamenti in tempo reale su diagnosi, cure e farmaci somministrati;
  • conoscere i tempi di attesa per esami e trasferimenti;
  • inviare informazioni utili sulla storia clinica del paziente;
  • ridurre il numero di colloqui superflui, lasciando più tempo agli operatori per curare.

Mai più solitudine e disorganizzazione

Per Pesiri, il progetto è un atto d’amore e di giustizia:

«Se questo sistema fosse esistito, mio padre avrebbe avuto maggiore assistenza e noi familiari non ci saremmo sentiti abbandonati. Ora chiedo che si faccia qualcosa di concreto».

La proposta vuole essere non solo un monito, ma una base di lavoro immediata per istituzioni e strutture sanitarie, affinché tragedie come quella di Avellino non si ripetano mai più.