di
Erica Dellapasqua

Visita di Ferragosto a Rebibbia. Alemanno: «Politica in ferie, noi lasciati come cani in autostrada». Salvini: «In carcere servono più divise»

«Alemanno? L’ho visto tonico e determinato. È chiaro che chi sbaglia paga, però nel pagare ci vuole dignità e rispetto». Matteo Salvini, nel giorno di Ferragosto in visita al carcere di Rebibbia a Roma assieme alle associazioni «Nessuno tocchi Caino» e «O anche no», ha incontrato anche Gianni Alemanno, 66 anni, ex sindaco della Capitale fino al 2013, nel 2022 condannato per finanziamento illecito e traffico di influenze nell’inchiesta «Mondo di mezzo» sul sistema criminale in città.

Alemanno, in particolare, è detenuto nel carcere capitolino per non aver rispettato le prescrizioni, lo scorso 31 dicembre, che gli consentivano di scontare la condanna (1 anno e 10 mesi) ai domiciliari. E così, durante la visita, Salvini ha incontrato anche lui, che ha continuato a far politica col movimento «Indipendenza» avvicinandosi a Marco Rizzo.



















































Salvini: «Bisogna fare di più»

Salvini, durante il suo sopralluogo, si è confrontato con gli agenti della Polizia penitenziaria e altri detenuti.

«Bisogna fare di più – ha detto il vicepremier uscendo -: oggi è una giornata di riposo per molti ma in decine di istituti come questo ci sono detenuti e poliziotti: bisogna migliorare la qualità del lavoro e la quantità di poliziotti, che significa anche migliorare la qualità della permanenza dei detenuti». «Ci sono tante proposte per superare il sovraffollamento e investire i soldi che servono nelle attuali carceri e farne di nuove, quindi ci ragioniamo», ha detto ancora Salvini: «Chi sbaglia paga, ma nel pagare ci vuole dignità e rispetto, tutti hanno diritto a una seconda occasione».

Sull’organico Salvini ha aggiunto che «occorre una grande operazione di investimento in uomini e donne», perché le divise nei penitenziari sono «troppo poche».

Le lettere di Alemanno: «Come cani sull’autostrada»

Di sovraffollamento e di condizioni «disumane» ha più volte parlato anche Alemanno nelle sue lettere dal carcere, pubblicate via Fb. L’ultimo «diario di cella», come lo chiama lui, riguarda proprio questi giorni di metà agosto e nel titolo riassume: «La politica è andata in ferie, lasciandoci come cani abbandonati sull’autostrada».

E poi il racconto-denuncia: «10 agosto 2025 – 222esimo giorno di carcere. Dovremmo fare una campagna di comunicazione sociale simile a quella per i cani abbandonati. Invece di volpini, bassotti e bastardini vari, che ci guardano con occhi struggenti e la lingua di fuori, potremmo metterci le foto delle tante persone detenute che sono state lasciate a morire nelle loro celle, mentre parlamentari e uomini di governo raggiungevano le loro mete estive. Molto meno accattivanti dei cagnetti, queste persone, sarebbero però degli esseri umani».

«Potremmo mettere – ha scritto Alemanno – la fotografia di Antonio R., 88 anni, il più anziano del nostro Reparto, mentre si affaccia dalla sua celletta singola, sempre più magro e consumato. Il Tribunale di sorveglianza ha detto ancora una volta di no alla sua detenzione domiciliare. E lui langue aspettando l’esito del ricorso in Cassazione, previsto in autunno. Passando vicino alla cabina telefonica, qualche giorno fa, l’ho sentito piangere mentre parlava con qualche familiare. Gli è venuta anche una bronchite che nessuno gli cura. Quando ci dice “Io mi ammazzo” noi gli rispondiamo, “calma Antonio, adesso arriva la Cassazione…”. E se Cassazione gli dirà no, cosa ci inventeremo?» Questa e tante altre storie, di cui Alemanno si fa portavoce.

Conclude rilanciando la proposta di un disegno di legge: «La politica però un segno di vita l’ha lasciato, prima di questa pausa estiva – scrive infine Alemanno -. Mercoledì scorso, durante uno dei laboratori di “Nessuno Tocchi Caino”, a cui ha partecipato con un ottimo intervento il vicepresidente del Csm, avvocato Pinelli, è comparso, tra gli applausi delle persone detenute, il presidente del Senato Ignazio La Russa. Pur con tutte le cautele del caso, ci ha lasciato la speranza che in autunno possa essere approvato un disegno di legge, elaborato dalla vice-presidente Pd Anna Rossomando, per rendere automatica, per molte fattispecie, la concessione della detenzione domiciliare nell’ultimo anno e mezzo di pena. Posso dire che, io Gianni Alemanno, mi sono un po’ commosso nel vedere nel mio vecchio amico La Russa (78 anni) l’unico esponente di centrodestra pronto a battersi per una causa così giusta ed evidente? Riuscirà a convincere gli altri?»


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15 agosto 2025 ( modifica il 15 agosto 2025 | 17:37)